Eros Ramazzotti ha sempre avuto il talento di trasformare la melodia in spettacolo. Ma il vero show, a quanto pare, non è nei palchi di mezzo mondo: è nel suo appartamento a Citylife, Milano. Qui, dove il metro quadro costa quanto un rene e i condomini si scrutano con la diffidenza dei banchieri, il cantante ha deciso che le note non bastavano più: occorreva demolire. Ottobre 2024: Ramazzotti compra l’appartamento sopra quello di Paolo Rossi, revisore dei conti genovese. Novembre: scatta il delirio. Martelli pneumatici, pavimenti strappati, massetti rimossi come se sotto ci fosse un tesoro templare.
Una storia importante
L’architetto Tafuri, direttore dei lavori, aveva visitato Rossi e l’amministratrice del condominio, strette di mano e rassicurazioni: “Eventuali danni saranno imputati ai lavori.” Parola di professionista, fragile come un soffitto non puntellato. 4 dicembre 2024: il plafone della palestra di Rossi crolla. Sauna distrutta, attrezzi sepolti, polvere ovunque. Per pura fortuna, la famiglia non era in casa. Rossi chiama l’impresa, chiama Tafuri.
La risposta? “Fermiamo tutto, verifichiamo.” Il mattino dopo, ore otto, ripartono i martelli. Come se sotto ci fossero solo fantasmi, non persone con un tetto che cede. Polizia municipale e pompieri certificano il disastro: pareti demolite, pavimenti asportati, tavelle rotte, metri cubi di macerie accatastate. La palestra viene transennata, il resto dell’appartamento puntellato con tubi innocenti. Dieci vani di pregio trasformati in un cantiere permanente, in attesa del prossimo assolo di martelli pneumatici. Gennaio 2025: Rossi invia una perizia a Ramazzotti.
L’avvocato del cantante la definisce “generica, immotivatamente aggressiva”. Tradotto: dopo che il soffitto ti piomba sulla testa, l’aggressività è un lusso criminale. Segue la strategia dei “vizi occulti” dell’edificio: perizie, carotaggi, ipotesi di problemi preesistenti. Tutto inutile, ma perfetto per prolungare l’agonia. In tutto questo bailamme, Rossi vive tra impalcature, tubi e transenne. La sua attività professionale arranca tra crolli e pause forzate. Ramazzotti, invece, ha altre priorità: il nuovo disco, il world tour, investimenti pubblicitari colossali.
A poche centinaia di metri, un palazzo intero viene fasciato con la sua faccia sorridente. Rossi può ammirarla ogni mattina, chiedendosi se il soffitto della cucina reggerà fino a sera. La richiesta di risarcimento supera i duecentomila euro: danni, affitto temporaneo, perdite professionali, patemi d’animo. Il giudice Carlo Di Cataldo ha fissato il secondo tentativo di conciliazione per gennaio 2026. Nel frattempo, un uomo prepara le valigie per il tour; l’altro puntella il soffitto e spera che regga. Una storia importante, sì. Per chi ha il martello pneumatico in mano.