Nelle vaste distese della Mongolia, dove il cielo sembra infinito e il silenzio della steppa è rotto solo dal suono del vento e del bestiame al pascolo, si sta scrivendo una storia di trasformazione.
Qui, in una terra dove il passato vive nei gesti dei pastori nomadi, il futuro prende forma grazie a un’ambiziosa visione di inclusione digitale. È un racconto che parla di speranza, determinazione e del potere di abbattere le barriere, dove tecnologia e tradizione si mescolano per offrire nuove opportunità a chi vive ai margini del mondo connesso.
Inclusione digitale nella steppa: il sogno di una Mongolia connessa
Tra i protagonisti di questa rivoluzione tecnologica c'è Bolor-Erdene Battsengel, una donna che incarna il legame tra passato e futuro.
Pastora e pioniera, Battsengel non ha mai dimenticato le sue radici rurali. "Provengo da una comunità di pastori, possiedo ancora 300 pecore", ha dichiarato al World Economic Forum (WEF) di Davos, in Svizzera.
La sua storia, intrecciata con quella della Mongolia, racconta un impegno appassionato per abbattere barriere sociali e tecnologiche, rendendo accessibile il progresso anche alle comunità più remote. Situata tra Russia e Cina, la Mongolia ha una popolazione di 3,5 milioni di abitanti, di cui circa il 30% vive come pastore nomade. Questa realtà, tanto affascinante quanto impegnativa, ha spinto il governo a lavorare per una trasformazione digitale capillare, con l’ambizioso obiettivo di diventare una nazione connessa.
L’iniziativa e-Mongolia, una piattaforma per l’erogazione di servizi pubblici, rappresenta il cuore pulsante di questa trasformazione. Grazie ad essa, le comunità più remote possono ora accedere a servizi essenziali senza dover affrontare viaggi lunghi e difficili, un cambiamento che segna un netto miglioramento nella qualità della vita. Il programma si estende oltre la tecnologia, abbracciando l’educazione digitale come strumento di emancipazione e inclusione. Con il supporto dell’ONU, e in particolare di agenzie come UNDP e UNICEF, il governo sta implementando programmi che mirano a migliorare l’alfabetizzazione digitale e a garantire l’accesso a Internet anche nelle regioni più isolate, come Darkhan-Uul e Khentii. Questo sforzo mira a creare una rete di connessione che unisce scuole, famiglie e istituzioni locali, rafforzando il tessuto sociale e digitale del Paese.
In questo contesto, l’AI Academy Asia, fondata da Battsengel, si distingue come un progetto visionario.
L’obiettivo è formare 500 insegnanti per portare l’istruzione sull’intelligenza artificiale nelle comunità rurali, dotando i cittadini di strumenti per affrontare un futuro sempre più digitale. Per Battsengel, l’accesso equo all’istruzione è una chiave per rompere il ciclo delle disuguaglianze. "Se possiamo dare alle persone accesso a un’istruzione paritaria... possiamo creare un impatto enorme", ha detto in un’intervista alla CNN.
Nata in una comunità rurale, Battsengel ha sperimentato in prima persona il potere dell’istruzione. Dopo essersi trasferita nella capitale, Ulaanbaatar, ha superato enormi difficoltà personali, inclusi episodi di bullismo, fino a diventare a soli 29 anni il più giovane Vice Ministro dello Sviluppo Digitale della Mongolia. Durante il suo mandato, ha guidato iniziative che hanno digitalizzato servizi cruciali, rendendoli accessibili a tutti, indipendentemente dalla loro posizione geografica o condizione sociale.
Con l’AI Academy Asia, Battsengel spera di estendere i benefici dell’intelligenza artificiale anche alle aree rurali, dove questa tecnologia può fare la differenza in settori come la previsione meteo e la gestione del bestiame. Lo scorso inverno, un dzud – fenomeno meteorologico estremo – ha causato la morte di milioni di animali, devastando i mezzi di sostentamento dei pastori. E in questo scenario, l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare a prevenire simili tragedie, migliorando la resilienza delle comunità e garantendo una maggiore sicurezza economica per le famiglie nomadi.
Ma il lavoro di Battsengel non si limita all’AI Academy.
Con Girls Code, un’organizzazione non profit, ha già formato 120 ragazze provenienti da comunità svantaggiate, molte delle quali hanno poi intrapreso carriere brillanti in università prestigiose e nel mondo della tecnologia. Questo successo è solo un assaggio di ciò che potrebbe essere raggiunto con un impegno ancora più ampio e capillare.
Il programma Digital Community Information Workers (DCIW), sostenuto da UNICEF e ITU, integra queste iniziative, formando insegnanti e genitori per creare una rete di supporto nelle scuole. Con l’obiettivo di connettere ogni scuola a Internet entro il 2030, questa rete è cruciale per colmare il divario digitale e garantire un accesso equo alle opportunità educative. Gli insegnanti formati non solo trasmettono competenze digitali, ma diventano veri e propri ambasciatori del cambiamento nelle loro comunità, stimolando un circolo virtuoso di sviluppo.
Inoltre, il governo ha avviato un’iniziativa pilota nella provincia di Darkhan-Uul, dove la Digital Training Facility (DTF) rappresenta il primo centro di formazione digitale del paese. Questa struttura offre corsi di alfabetizzazione digitale di base e avanzata, raggiungendo anche le aree più isolate. Attraverso queste iniziative, la Mongolia si propone di diventare un esempio per altri paesi in via di sviluppo, dimostrando come la tecnologia possa essere utilizzata per superare sfide storiche e geografiche.
Del resto, la Mongolia è una terra di contrasti, dove le tradizioni millenarie convivono con il desiderio di progresso. Il viaggio di Battsengel è emblematico di questo incontro tra passato e futuro. La sua storia dimostra che anche nelle situazioni più difficili, la tecnologia può essere uno strumento per costruire ponti, non muri, riflettendo una visione in cui modernità e tradizione non sono opposti, ma complementari.
"Spero davvero che l’intelligenza artificiale possa migliorare la qualità della vita, anche nelle campagne", ha detto Battsengel.
La sua visione non è solo tecnologica, ma profondamente umana: creare una Mongolia dove ogni bambino, pastore o cittadino, possa guardare al futuro con speranza e fiducia.