Automotive
Il Natale di Stellantis: stop di oltre un mese a Mirafiori, i lavoratori messi in ferie
Redazione
Mentre, da un lato, Stellantis dice che ''l'Italia rimane un pilastro globale del gruppo'', dall'altro comunica oggi che, a partire dal 2 dicembre e fino all'8 gennaio, fermerà la produzione per le Carrozzerie dello stabilimento di Mirafiori.
Una comunicazione che, sebbene non completamente inattesa, visto il clima che regna intorno alla casa - sia in Italia che altrove -, ha colpito i lavorati ai quali, peraltro, è stato detto che ''le giornate di fermata saranno coperte con un mix di utilizzo degli ammortizzatori sociali e delle ferie delle lavoratrici e dei lavoratori''. Ovvero, i lavoratori, anche se avevano programmato altro, saranno costretti ad andare in ferie forzatamente.
L'azienda ha spiegato che la decisione è dovuta ''alla persistente situazione di incertezza nelle vendite di vetture elettriche in svariati mercati europei che rappresentano il 97% della produzione di Mirafiori e di vetture del settore del lusso in alcuni paesi extraeuropei come Cina e Stati Uniti''.
Nel comunicato Stellantis ha evidenziato che sta vivendo ''una profonda trasformazione, verso un vero e proprio polo di innovazione e sviluppo a livello globale, scelta cruciale per vincere la sfida della transizione verso la mobilità sostenibile a cui siamo chiamati''.
Parole che, recando il concetto di ''profonda trasformazione'', che non è mai foriero di cose positive per le maestranze, certo non rassicura lavoratori e sindacati sul futuro.
Una paura che trova la sua ragion d'essere nella parte successiva del comunicato in cui l'azienda, bontà sua, dapprima sottolinea di essere ''accanto a tutte le sue persone in questo momento turbolento, con l'obiettivo di garantire continuità e crescita, confermando il ruolo dell'Italia come uno dei pilastri globali del gruppo'', per poi essere più chiara su quel che i lavoratori debbono aspettarsi.
''Si tratta - si legge nel comunicato - di un percorso impegnativo, che non risparmia scelte difficili e non offre soluzioni a portata di mano, ma esige unità d'intenti e visione, necessarie per accompagnare questa grande azienda, insieme a tutto l'ecosistema Italia, nel futuro''. Frasi che lasciano intendere che la stagione dei sacrifici per i lavoratori non è affatto finita. Anzi, non si capisce proprio dove essa andrà a parare.
Le scelte di Stellantis sono state immediatamente, e con forza, stigmatizzate dai rappresentanti di Fiom Cgil, Edi Lazzi, e della Fiom Mirafiori, Gianni Mannori, che parlano di un ''altro lunghissimo stop produttivo della durata di un intero mese, che pensiamo possa essere anche ulteriormente prolungato successivamente con il 2025 che si prospetta come un altro anno terribile e sarà il diciottesimo anno consecutivo in cui sono utilizzati gli ammortizzatori sociali''.
Da parte sua Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile del settore automotive, ha detto che ''mentre da un lato il governo taglia le risorse al fondo automotive, per poi chiedere all’Europa di dotarsi di un fondo per la transizione dell’auto, dall’altro lato, Stellantis continua a non dare alcuna garanzia produttiva e occupazionale e a comunicare le continue chiusure in cassa integrazione''.