Pasqua, insieme al Natale, è uno dei momenti più magici e sentiti dell’anno. Un tempo sospeso in cui la spiritualità si intreccia con l’identità più profonda dei territori, e dove le tavole diventano teatro di una sinfonia di sapori tramandati da secoli. Da Nord a Sud, ogni regione italiana ha sviluppato i propri rituali e piatti pasquali, dando vita a un mosaico straordinario di usanze che raccontano storie di fede, comunità e amore per la cucina.
Pasqua: un viaggio tra le delizie della tradizione regionale
E così, mentre le uova di cioccolato spuntano ovunque e la lasagna si conferma regina incontrastata di molte tavole, inizia il nostro viaggio lungo la penisola per scoprire le prelibatezze pasquali di ogni angolo del nostro Paese.
Partiamo dalla Valle d'Aosta.
Qui, tra le montagne ancora innevate, la Pasqua profuma di agnello, cucinato lentamente con le erbe alpine, e di "mécoulin", un pane dolce e burroso, cugino del panettone, che si gusta a colazione con un buon caffè. I riti religiosi sono sobri, ma molto sentiti: la fede si respira nell’aria frizzante delle vallate.
Tra Langhe e Monferrato, in Piemonte, la Pasqua è un tripudio di agnolotti del plin, brasati e uova di cioccolato d’autore. Ma è anche il tempo del "gioco delle uova'': un’antica sfida pasquale in cui si cercano di rompere, senza danneggiare la propria, le uova sode degli avversari. Una tradizione semplice, ma dal sapore autentico.
In Liguria, invece, tutto profuma di erbe aromatiche e impasti fragranti. La regina della tavola è la "torta pasqualina", con spinaci o bietole, uova intere e ricotta. In alcuni paesi si benedicono i pani e si intonano canti antichi. E poi, tra le case di pietra e le terrazze sul mare, l’atmosfera si riempie di un senso di pace raro.
Pasqua in Lombardia significa colomba. Non un semplice dolce, ma un vero simbolo, inventato a Milano e ormai conosciuto ovunque. In tavola, però, ci sono anche risotti profumati, capretti arrosto e, in alcune zone, la "scapinasc", una sorta di raviolo dolce-salato che sorprende il palato.
Discorso a sé per il Trentino-Alto Adige: qui convivono due anime: quella italiana e quella mitteleuropea. Il risultato? Pasqua con canederli allo speck, agnello al forno e i famosi dolci come la "fochaz" o il "reindling".
E poi ci sono i mercatini pasquali, pieni di uova decorate e artigianato, che trasformano i paesi in piccole fiabe. In Veneto, Pasqua fa rima con "fugassa", un dolce soffice e dorato, antenato della colomba. Ma ci sono anche le grigliate in compagnia il lunedì di Pasquetta, spesso tra le vigne, e la tradizione dei riti della "Rogazione", camminate di fede che uniscono le comunità.
Valicando i confini del Friuli Venezia Giulia, ci si può immergere in una tradizione viva e commovente. Si preparano i "pinza", un pane dolce speziato, e il "presnitz", una spirale di pasta sfoglia ripiena di frutta secca e liquore. E poi il rito del "truc": i bambini rotolano uova colorate su piste di sabbia, tra risate e sfide.
Mentre in Emilia-Romagna Pasqua è un inno alla generosità. Lasagne, cappelletti in brodo, agnello, salumi e la ciambella pasquale, una torta semplice, ma profumata di vaniglia e limone. E a Parma, c’è l’usanza di benedire l’uovo duro, che viene poi portato in tavola come portafortuna. Tra colline e cipressi della spettacolare Toscana, la Pasqua è pura poesia. In tavola, agnello al forno, torta di riso dolce e il tradizionale "panina" di Siena, pane arricchito con uvetta e spezie. A Firenze, il giorno di Pasqua esplode – letteralmente – con lo "Scoppio del Carro", una tradizione secolare tra sacro e spettacolo. L’Umbria, si sa, è la terra del silenzio e della preghiera.
A Pasqua, si preparano torte al formaggio, soffici e salate, perfette con salame e uova. Nelle Marche, invece, si prepara il ciambellone pasquale e, ovunque, la famosa "crescia di Pasqua", una torta salata al formaggio che si serve con uova sode e salame. Il pranzo si conclude spesso con il "frustingo", un dolce denso di fichi secchi e noci.
E veniamo alla Capitale, perché Roma a Pasqua è un’esperienza. Si respira una solennità particolare, con la messa del Papa e i turisti da ogni dove. In casa si mangiano abbacchio al forno, carciofi alla romana e "pizza sbattuta", una torta alta e soffice da intingere nel latte o nel cioccolato e la tradizionale, abbondantissima colazione di Pasqua, sulla cui tavola troneggiano gli immancabili fritti (zucchine, carciofi e così via), la corallina e uova sode spesso e volentieri colorate dai bimbi.
In Abruzzo, invece, la Pasqua è rurale, autentica. Si preparano ''fiadoni'', ravioli dolci o salati, e ''piccillato'', una sorta di pane decorato con uova intere. E poi ci sono i riti della ''Madonna che scappa', come a Sulmona, in cui la Vergine corre incontro al Figlio risorto in un’esplosione di emozione, una manifestazione di devozione popolare che si ripete in molte altre regioni, con nomi del luogo.
Il Molise, piccolo e discreto, ha tradizioni potentissime. A Campobasso c’è la tradizionale e commuovente processione del Venerdì santo, mentre in tavola è tutto un trionfo di agnello in umido, pane fatto in casa e dolci semplici come la ''pigna', simile a un panettone pasquale.
Pasqua in Campania è un viaggio nel sapore. Pastiera, casatiello, uova di cioccolato artigianali e agnello con piselli. Ma è anche la festa dei vicoli, della musica e delle tavole imbandite con quindici portate, dove ogni piatto è una carezza.
Volando in Puglia, troviamo le "scarcelle", biscotti a forma di colomba o cuore con uova sode incastonate. Non mancano agnello al forno, fave e cicorie, e i taralli dolci glassati. E poi c’è l’usanza di preparare cesti pasquali decorati, da donare ai più piccoli. La Basilicata è una terra dove la Pasqua è fede, silenzio e memoria. Nei paesi lucani si tengono processioni struggenti come quella dei Misteri''.
In tavola regnano pane fatto in casa, carne di capretto e dolci rustici come il ''picciddato''. In Calabria si impastano “cudduraci”, dolci intrecciati con uova sode, simbolo di rinascita. Il pranzo pasquale è ricco: agnello, pasta fatta in casa e salumi speziati. Ma è anche il tempo della ‘nduja, che dà un tocco piccante anche ai giorni di festa. In Sicilia la Pasqua è scenografica, con tavole che traboccano di cassate, agnelli di marzapane e pasta con le sarde. Il pranzo è una festa dei sensi, un rito collettivo che unisce sacro e profano.
Infine la Sardegna, dove si vive una Pasqua antichissima.
Le processioni sono solenni, con costumi tradizionali e canti in lingua sarda. A tavola si gustano ''pardulas'' di ricotta, pane carasau con formaggi e ''su casu e’ vita'', il pecorino fresco. Tutto ha il sapore della terra, del tempo, della comunità.
E così, da un capo all’altro dello Stivale, la Pasqua italiana si rivela un viaggio culinario appassionante, dove ogni regione aggiunge un tassello a un affresco fatto di fede, famiglia e sapori autentici. Un patrimonio da custodire, raccontare e – perché no? – assaporare ogni anno, come fosse la prima volta.