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Il 2025 sarà un altro anno difficile per Stellantis, ma Elkann conferma impegni per l'Italia

Redazione
 
Il 2025 sarà un altro anno difficile per Stellantis, ma Elkann conferma impegni per l'Italia

Il 2025 sarà un altro anno difficile per Stellantis con l'incognita dei dazi statunitensi e i costi dell'energia. Il presidente del gruppo automobilistico e amministratore delegato ad interim John Elkann, in audizione in Parlamento ha confermato gli impegni d'investimento presi dall'azienda per l'Italia, senza però fornire dettagli sul mantenimento dei livelli occupazionali nel nostro paese. L'erede dell'Avvocato ha anche escluso che il gruppo possa essere riconvertito verso l'industria degli armamenti, perché "Stati Uniti e Cina ci insegnano che è possibile avere un'industria dell'auto e un'industria bellica. Non è necessario fare una scelta".

Il 2025 sarà un altro anno difficile per Stellantis, ma Elkann conferma impegni per l'Italia

"Il 2025 - ha avvertito il presidente di Stellantis - come abbiamo già detto con chiarezza al tavolo del Mimit sarà un altro anno difficile. Il mercato Italia nei primi due mesi è in contrazione del 7%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel 2026 noi prevediamo un aumento della produzione grazie al lancio di 10 nuovi aggiornamenti di prodotto delle fabbriche italiane, i cui livelli produttivi dipenderanno dal mercato e da fattori esterni come i dazi".

Un Elkann non rinunciatario quello apparso davanti alle commissioni riunite per le Attività produttive di Camera e Senato, ma che ha anzi rivendicato la storia e il ruolo che ha avuto il gruppo nello sviluppo economico del paese. Della "storia della Fiat che ora è diventata Stellantis noi siamo, io personalmente lo sono, molto orgoglioso. Non è un fatto scontato, considerato che meno dell`1% delle aziende fondate all`inizio del Novecento risultano ancora in vita", ha aggiunto, spiegando che "questa forza, questa volontà di progresso e il coraggio di guardare al futuro sono sempre presenti".

"Nel 2003, quando morì mio nonno Gianni Agnelli - ha detto poi davanti a deputati e sanatori -, la Fiat Auto fatturava 20 miliardi di euro e ne perdeva due. Con i suoi 4 marchi vendeva un milione e 700mila veicoli, di cui quasi la metà in Italia, ed era fuori dalla top ten dei costruttori mondiali. Molti parlavano nel 2004 della Fiat come un`azienda spacciata, fallita o da nazionalizzare. Nonostante la situazione drammatica, la mia famiglia si è assunta la responsabilità di difendere l`azienda e chi ci lavorava, investendo nuove risorse e mettendo le basi per il rilancio".

"Stellantis - ha poi aggiunto - sta portando avanti quanto si era impegnata a realizzare lo scorso dicembre. Ribadiamo il nostro impegno in Italia e per l'Italia con passione, responsabilità e professionalità, ma soprattutto perché ci crediamo".

Per quanto riguarda gli impegni presi, il presidente di Stellantis ha confermato negli stabilimenti italiani la presenza di tutte le piattaforme multi-energia per la produzione di auto di categoria stla small, medium e large. A Pomigliano la produzione della Panda ibrida è stata estesa fino al 2030, cui seguirà la produzione della Panda di nuova generazione. Il futuro di Mirafiori prevede la produzione della Nuova 500 ibrida.

Preoccupati i sindacati, con il segretario generale della Fiom, Michele De Palma. "Le incertezze occupazionali rimangono con il piano confermato oggi - ha dichiarato il sindacalista -. La mancanza di investimenti sulla ricerca, sviluppo e l’assenza di prospettiva produttiva industriale, ci dice che i numeri del 2025 saranno peggiori di quelli di un 2024 già drammatico. L’obiettivo del milione di auto prodotte in Italia si allontana visto che si riducono i volumi produttivi e aumenta la cassa integrazione e i lavoratori inviati all’estero".

"Chiediamo di riconoscere nell’immediato un’integrazione al reddito della cassa integrazione per i lavoratori che ormai da anni possono contare solo sugli ammortizzatori sociali
- aggiunge -. Rimane urgente avviare un confronto a Palazzo Chigi, tra impresa, sindacati e Governo, per arrivare a un accordo che garantisca il futuro degli stabilimenti e dell’occupazione, rilanci la produzione puntando sull’autonomia in ricerca e sviluppo. Il futuro dell’automotive in Italia e in Europa lo si realizza ora e non con la transizione verso il militare, ma con il lavoro, rigenerando l’occupazione”.

E se quest'anno non sarà facile, il 2024 è stato addirittura una sorta di "annus horribilis" per il gruppo che ha fatto registrare ricavi netti pari a 156,9 miliardi di euro, in calo del 17% rispetto al 2023, con consegne consolidate in diminuzione del 12% e un utile netto in caduta verticale del 70% a 5,5 miliardi di euro.

Per quanto riguarda invece la nomina del nuovo amministratore delegato dopo le dimissioni di Carlos Tavares, Elkann ha confermato che sarà individuato entro la prima metà anno. Piazza Affari ha accolto bene le parole del numero uno di Stellantis. Il titolo della casa automobilistica questa mattina viaggiava in territorio negativo, mentre ora guadagna lo 0,52%, a 11,646 euro.

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