Il tema delle fake news e della strumentalizzazione che ne consegue, soprattutto a fini politici ed elettorali, è particolarmente sentito in Europa: prova ne è, per esempio, la recente invalidazione del primo turno di elezioni in Romania da parte della Corte costituzionale di Bucarest dopo la scoperta di ''una campagna di 'attacchi ibridi' russi'', avvenuta soprattutto tramite la piattaforma TikTok, che avrebbe favorito la vittoria del candidato filo-russo Călin Georgescu.
Fake news, Spagna: il governo si muove per arginare il fenomeno
In Spagna invece si è corsi ai riparie, come riporta anche El Pais, in sede di consiglio dei ministri, è stato presentato il disegno di legge secondo cui stampa, radio e tv, ma anche profili social seguiti da 100 mila persone o gli influencer che superano i 200 mila utenti, dovranno rettificare in caso di pubblicazione di notizie false.
La richiesta di correzione non dovrà più essere indirizzata al direttore dell'emittente, perché per molti presunti media risulta difficile confermare la propria identità, ha affermato il ministro della Giustizia Félix Bolaños in una conferenza stampa, durante la quale ha spiegato che il ddl del governo riguarda ''quegli utenti che diffondono informazioni e altri contenuti attraverso queste piattaforme e che, per il numero di follower che hanno, godono di una portata e di un impatto paragonabili a quelli dei media tradizionali, configurandosi come autentici manipolatori della comunicazione e dell’opinione pubblica; e che, pertanto, devono essere soggetti alla possibilità di rettifica del loro contenuto''.
I social media, dunque, devono mettere a disposizione ''un meccanismo facilmente visibile e accessibile che consenta al richiedente, utente o meno della piattaforma in questione, di disporre di uno strumento che garantisca la presentazione diretta e immediata della rettifica, nonché la registrazione delle di accoglienza e monitoraggio del processo''. E ha aggiunto: "Stiamo rendendo la vita più difficile a coloro che si dedicano alla menzogna e alla diffusione di notizie false ogni giorno, e questa è una buona notizia per la democrazia". L’Associazione spagnola per la difesa dei diritti dei consumatori FACUA-Consumidores en Acción ha accolto favorevolmente la notizia, affermando che consente alle persone di "intraprendere misure in difesa del proprio onore".
Il governo spagnolo si è spesso scagliato contro le piattaforme online per aver diffuso quello che descrive come “lordume”, spesso motivato politicamente e che ha preso di mira anche il primo ministro socialista Pedro Sánchez e la sua famiglia. La lotta alla disinformazione fa parte del piano del governo per il ''rinnovamento democratico'', lanciato all'inizio di quest'anno dopo che un giudice ha iniziato a indagare sulla moglie di Sánchez, Begoña Gómez, per presunta corruzione e traffico di influenze. Il gruppo legato all'estrema destra che ha presentato la denuncia ha poi ammesso che la stessa si basava su resoconti non verificati dei media. In ogni caso, il disegno di legge dovrà superare una fase di consultazione prima di essere presentato al Parlamento