Ambiente & Sostenibilità

Sicilia, faro di Blue Economy: un convegno a Roma svela il futuro dell'energia e dell'acqua nel Mediterraneo

Redazione
 
Sicilia, faro di Blue Economy: un convegno a Roma svela il futuro dell'energia e dell'acqua nel Mediterraneo

La Sicilia si proietta al centro della scena internazionale come laboratorio strategico per lo sviluppo di una "blue economy" avanguardistica e sostenibile, un modello che promette di generare non solo progresso energetico, ma anche preziosi "green jobs". Questa visione sarà il fulcro del convegno "Sicilia e Mediterraneo. Rinnovabili, innovazione e green jobs per la blue economy", promosso da Fondazione UniVerde e Stazione Zoologica Anton Dohrn – Napoli, con il supporto cruciale di Renexia come main partner e Marnavi come event partner.

Sicilia, faro di Blue Economy: un convegno a Roma svela il futuro dell'energia e dell'acqua nel Mediterraneo

L'appuntamento è fissato per domani mattina presso la Sala conferenze dell’Università Mercatorum, con la possibilità di seguire l'evento in diretta streaming su Radio Radicale. L'incontro si aprirà con il saluto di benvenuto del Rettore dell’Universitas Mercatorum, Giovanni Cannata, seguito dagli interventi introduttivi di Alfonso Pecoraro Scanio (Fondazione UniVerde), Silvio Greco (Stazione Zoologica Anton Dohrn) e Gaetano Armao (Regione Siciliana). Il dibattito proseguirà con il panel "Rinnovabili, innovazione e green jobs per la blue economy", che vedrà protagonisti Riccardo Toto (Renexia) e Francesco Aliberti (Marnavi). Seguirà il panel "Politiche del mare per lo sviluppo sostenibile", animato dagli interventi di Francesco Colianni (Regione Siciliana), Salvatore Quinci (Libero Consorzio Comunale di Trapani), Paolo Boccardelli (Università Luiss Guido Carli), Ivana Lidia Bonaccorsi (Università di Messina) e Gaetano Vecchio (Confindustria Sicilia). La moderazione sarà affidata al giornalista e scrittore Antonio Cianciullo.

Al centro della trasformazione che il convegno intende illustrare vi è l'eolico offshore con tecnologia galleggiante. Questa soluzione non è solo all'avanguardia per la transizione energetica, ma si configura come un pilastro essenziale per l'indipendenza e la democrazia energetica, tanto a livello nazionale quanto locale. Il Mediterraneo, un mare semichiuso e scrigno di biodiversità, da millenni crocevia di storie e culture, emerge come l'epicentro naturale di questa rivoluzione. Le sue caratteristiche uniche e i regimi di vento consistenti lo rendono ideale per l'implementazione di turbine eoliche galleggianti. Questa tecnologia innovativa supera i limiti imposti dalle acque profonde e mitiga l'impatto visivo delle turbine fisse vicino alle coste, grazie a un sistema di ormeggi.

In Sicilia, il progetto Med Wind di Renexia ne è un esempio lampante. Posizionato a oltre 80 chilometri dalla costa di Trapani, questo sarà il più grande parco eolico offshore flottante del Mediterraneo. L'impianto non solo permetterà di sfruttare un potenziale energetico altrimenti inaccessibile, ma lo farà in armonia con gli ecosistemi marini, con un impatto minimo sul fondale e senza alterare il paesaggio. Inoltre, Med Wind contribuirà a proteggere una porzione di mare che diventerà una nuova nursery marina, avvicinando l'Italia agli obiettivi stabiliti dalla strategia UE di proteggere e ripristinare il 30% della superficie terrestre e marina entro il 2030. La sua concezione è frutto di preliminari e approfonditi studi di impatto ambientale e rigorose campagne oceanografiche, individuando l'area più idonea per la sua installazione.

Promuovendo un dialogo aperto e trasparente con cittadini e stakeholder, Med Wind si pone come esempio di come l'ascolto dei territori possa tradursi in un'opportunità di crescita condivisa e di sviluppo industriale sostenibile, rendendo le comunità locali parte attiva del cambiamento. Accanto alla produzione energetica, un altro tema di importanza strategica per il Mediterraneo è la produzione di acqua dolce attraverso la dissalazione. Nel "Mare Nostrum", con le sue oltre 11.000 isole – di cui circa 250 abitate permanentemente – e 46.000 chilometri di coste già fortemente interessate da fenomeni di scarsità idrica e desertificazione, si avverte la necessità urgente di politiche più coordinate e lungimiranti.

È qui che entra in gioco l'innovativa tecnologia tutta italiana del dissalatore mobile marino, ideato e realizzato da Marnavi. Questa soluzione all'avanguardia permette di evitare i significativi impatti ambientali, paesaggistici ed economici degli energivori, ingombranti e costosi impianti fissi di dissalazione sulle coste delle isole minori e degli arcipelaghi. Evitando di occupare porzioni di territorio spesso limitate e protette, si abbattono gli enormi costi di costruzione e manutenzione. La dissalazione avviene in mare aperto durante la navigazione, partendo peraltro da acque di qualità superiore, e la salamoia non impatta in prossimità delle coste ma viene smaltita in modo diffuso e diluita dal moto delle eliche propulsive della nave. Supportare e diffondere queste tecnologie innovative in tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo è fondamentale per garantire la salute del nostro mare.

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