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Jerry Seinfeld: identità, antisemitismo e il futuro dell'ebraismo americano

Redazione
 

Foto (cropped): Raph_PH - CC BY 2.0

L'antisemitismo ha raggiunto livelli record, secondo i dati diffusi dalle organizzazioni per la tutela dei diritti umani, e il rapporto annuale 2025 del Center for the Study of Contemporary European Jewry avrebbe potuto facilmente scegliere come immagine di copertina una protesta anti-israeliana, i resti di una sinagoga incendiata o un simbolo universale dell'odio antiebraico.

Jerry Seinfeld: identità, antisemitismo e il futuro dell'ebraismo americano

Invece, sulla copertina campeggia un'immagine di Jerry Seinfeld, il celebre comico e protagonista della sitcom che ha dominato gli ascolti tra la fine degli anni Ottanta e Novanta, raffigurato in stile Superman, con una stella di David sul petto e un sorriso beffardo, a rappresentare un legame inatteso tra cultura pop e il flagello dell'antisemitismo moderno.

Uriya Shavit, direttore del Centro dal 2022 e docente a Tel Aviv, ha spiegato la scelta collegando Seinfeld al futuro dell'ebraismo americano.
Il centro ha pubblicato il rapporto annuale "For a Righteous Cause" il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria dell'Olocausto, e l'obiettivo del documento è quello di evidenziare le iniziative contro l'antisemitismo e il razzismo, analizzando anche realtà meno trattate dai media, come Gibilterra, i Paesi Bassi e l’area musulmana.

Esperto di legge islamica e dinamiche politiche, Shavit ha un'insospettabile conoscenza della serie Seinfeld.

Cresciuto professionalmente nei media israeliani, Shavit ha iniziato ad appassionarsi alla celebre serie tv soltanto alla fine degli anni '90, dopo il servizio militare nell’ IDF. La sua familiarità con Seinfeld e con la biografia del vero Jerry Seinfeld gli ha fornito l'intuizione per analizzare il rapporto tra ebraismo, identità e percezione culturale negli Stati Uniti.

Il vero Seinfeld è cresciuto a Long Island, ha frequentato la scuola ebraica e ha trascorso del tempo in un kibbutz israeliano a 16 anni, ma nella sitcom le sue radici erano invisibili.

Niente accensione di candele per Hanukkah, nessuna espressione in yiddish, nessun riferimento a Israele. L'universo di Seinfeld era fatto di baseball, cornflakes e una newyorkesità assoluta, senza elementi identitari ebraici espliciti. Perfino nei rari episodi in cui comparivano personaggi ebrei, come il mohel dalle mani tremanti o il rabbino pettegolo, l'ebraismo rimaneva sullo sfondo.

Negli anni Novanta, essere ebreo in America significava essere parte integrante della società.
Seinfeld non era un outsider, ma il dominatore incontrastato del mondo newyorkese narrato nella sitcom. I veri "altri" erano i pakistani, i sudcoreani, i portoricani, che nella narrazione sembravano dover ancora guadagnarsi un posto nella cultura dominante. Questo stato di agio e accettazione ha permesso la nascita di narrazioni leggere, in cui l'identità ebraica non era centrale.

Israele veniva menzionato solo due volte in tutta la serie, e in un episodio Jerry ironizzava sulla crescente sensibilità culturale dicendo: "Se qualcuno mi chiede dov'è Israele, non mi offendo".

Shavit analizza anche tre episodi legati al nazismo: "The Limo", "The Soup Nazi" e "The Raincoats". In "The Limo", Jerry e George si fingono due neonazisti per ottenere un passaggio in limousine, senza che l'idea di impersonare un antisemita susciti in loro particolari scrupoli morali. In "The Soup Nazi", l'uso del termine "nazista" viene banalizzato al punto da diventare sinonimo di rigidità caratteriale, aprendo la strada a un uso sempre più leggero della parola.

In "The Raincoats", Jerry e la sua ragazza si baciano durante la visione di Schindler's List, dimostrando un completo distacco emotivo rispetto alla tragedia dell'Olocausto.
Questa era la forza di Seinfeld: rendere l'assenza di serietà una caratteristica vincente.

La vita del vero Jerry Seinfeld, tuttavia, nel corso del tempo ha preso una svolta più impegnata: dopo la conclusione della serie, l’attore ha proseguito la sua carriera senza mai esporsi apertamente su Israele o sulle questioni ebraiche, ma gli eventi tragici del 7 ottobre 2023 hanno cambiato tutto.

Tre giorni dopo, Seinfeld ha pubblicato un post su Instagram in cui ha dichiarato il suo sostegno a Israele ricordando il tempo trascorso in un kibbutz e affermando con fermezza: "Sarò sempre al fianco di Israele e del popolo ebraico".

In seguito, ha firmato una petizione contro Hamas, si è recato in Israele con la moglie Jessica per visitare le comunità colpite e ha incontrato i sopravvissuti, accettando poi anche di finanziare manifestazioni pro-Israele nei campus americani.

L'opinione pubblica non ha tardato a reagire: durante uno spettacolo, un contestatore ha urlato "Liberate Gaza", mentre il suo discorso alla Duke University è stato interrotto da cori ostili. Il New York Times ha descritto questo cambiamento come "il momento in cui il comico apolitico ha dovuto confrontarsi con cosa significhi essere ebreo nel mezzo della guerra tra Israele e Hamas".

L'apice di questa nuova consapevolezza è arrivato nel podcast "Honestly with Bari Weiss", in cui Seinfeld ha raccontato il suo viaggio in Israele definendolo "l'esperienza più potente della mia vita".

La sua emozione era palpabile, a dimostrazione di un risveglio identitario che, per decenni, aveva evitato di affrontare. Shavit sostiene che è improbabile che la vita ebraica negli Stati Uniti torni ai tempi relativamente spensierati dell’epoca della sitcom, osservando che l'antisemitismo era in aumento anche prima del 7 ottobre, e conclude: "Alla fine, quando Seinfeld è finalmente diventato palesemente ebreo, ha anche manifestato la vecchia questione se l'identità ebraica americana laica possa sopravvivere senza combattere per Israele o contro l'antisemitismo, perché la domanda rimane: se non c'è Israele e non c'è antisemitismo, cosa definisce il modo in cui definisci la tua identità? Cosa ti rende ebreo? Alla fine, i Jerry Seinfeld del mondo dovrebbero considerare seriamente questa posizione: se verrà il giorno in cui non ci sarà più alcun antisemitismo e Israele sarà pacifico e sicuro, cosa renderà te come ebreo laico americano?".

La vera sfida, per Seinfeld e per milioni di ebrei americani, sarà trovare una risposta.

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