Esteri

Francia: da oggi Nicolas Sarkozy è un semplice detenuto

Diego Minuti
 
Francia: da oggi Nicolas Sarkozy è un semplice detenuto

Un uomo provato, vestito in modo dimesso, con un maglione a girocollo a coprire la cravatta. Accanto a lui, tenendolo per mano, la moglie, con cui, ai tempi della presidenza, aveva incarnato l'aspetto estetico sfolgorante di una coppia in cima alla catena di comando di un Paese.

Francia: da oggi Nicolas Sarkozy è un semplice detenuto

È cominciata oggi, per l'ennesima volta, la vita dell'ex presidente francese Nicolas Sarkozy che, dopo essere stato riconosciuto colpevole e condannato per cospirazione criminale (come è stata definita, dai giudici, la sua strategia per ottenere finanziamenti dalla Libia di Gheddafi in occasione della sua campagna del 2007, con vista sull'Eliseo), oggi ha fatto il suo ingresso alla prigione per antonomasia della Francia, La Santé, quella diventata famosa al di fuori dei confini perché é li che Maigret spedisce i cattivi nei romanzi di Simenon.

Ma non è il primo presidente a finire dietro le sbarre, perché prima di lui c'era finito Philippe Pétain, il generale eroe della Prima guerra mondiale che, però - lui disse, per salvare il Paese - accettò di fare, da Vichy, il capo dello Stato nella Francia sotto l'occupazione nazista. Una condanna a cinque anni, quella che gli è stata inflitta da un tribunale parigino, che Sarkozy ha sempre definito come ingiusta, dicendosi anche oggi innocente.

"Non è un ex presidente della repubblica ad essere incarcerato questa mattina, ma un uomo innocente", ha detto in un post su X, mentre era in macchina diretto alla prigione. "Non ho dubbi. La verità prevarrà", ha scritto ancora sperando in una difficile revisione del processo, che è andato avanti tra mille polemiche e nel quale anche osservatori politici no certo annoverabili tra i suoi amici hanno rilevato un forse eccessivo accanimento non tanto verso Sarkozy, quanto per il Potere, che l'ex presidente incarnava. La stessa atmosfera che si respirava nelle aule di giustizia italiane ai tempi di ''Mani pulite'' e del furore giustizialista che li caratterizzò

Per l'accusa, Sarkozy, presidente dal 2007 al 2012, espressione della destra, complottò con l'allora dittatore libico Muammar Gheddafi per avere da lui molti milioni di euro, che sarebbero stati spesi per foraggiare la campagna elettorale che lo portò, a vele spiegate, all'Eliseo.

Lui ha sempre detto che le accuse e il processo sono stati una ingiustizia, e ha quindi proposto appello alla sentenza, che, emessa a settembre, è stata resa immediatamente esecutiva (in Italia si sarebbe aspettato che passasse in giudicato), decidendone la carcerazione in tempi strettissimi. La decisione trova una sua giustificazione nel contenuto della sentenza, nella quale il giudice Nathalie Gavarino ha avuto parole durissime nei confronti del principale imputato del processo, definendo i reati contestati di ''eccezionale gravità''.

"Se vogliono assolutamente che io dorma in prigione, dormirò in prigione, ma a testa alta", aveva detto dopo la lunghissima lettura della sentenza, ascoltata in piedi per tutta la sua durata.
In questo momento storico, Sarkozy non è comunque solo: davanti alla sua abitazione lo hanno aspettato decine di sostenitori e familiari, molti dei quali innalzavano sue fotografie e reclamavano a gran voce la liberazione.
E, pochi istanti prima che l'ex presidente uscisse di casa, mano nella mano, con la moglie, Carla Bruni, si è levato alto il canto della Marseillaise.

''Aux armes, citoyens
Formez vos bataillons,
Marchons, marchons!
Qu'un sang impur
Abreuve nos sillons!


hanno cantato, mentre, dai balconi dei palazzi e case vicini, in molti si sono affacciati per assistere all'ultima, almeno per oggi, manifestazione di solidarietà all'ex presidente. Ad aspettare Sarkozy dovrebbe essere una cella nell'ala di isolamento della Santé, perché, sebbene detenuto, l'ex presidente viene sempre considerato un soggetto sulla cui incolumità vegliare.

Sarkozy quindi, idealmente, passerà dagli sfarzi dell'Eliseo ad una cella di appena nove metri quadrati, lontano dagli altri detenuti, evitando quindi contatti con loro e non esponendosi magari al rischio di essere immortalato dallo scatto di una smartphone, che, fuori dalle mura del carcere, sarebbe pagato a peso d'oro. Il regime dell'isolamento consente solo brevi uscite in un cortile, comunque da soli.
La sentenza ha innescato, per come normale, il tentativo della difesa di Sarkozy di limitare al massimo la detenzione. L'avvocato Christophe Ingrain ha detto che è stata già presentata una richiesta di scarcerazione, sulla quale la corte d'appello di Parigi ha due mesi per esprimersi.

Si tratterebbe in sostanza di una libertà condizionale, in attesa che il processo d'appello si concluda. L'avvocato Ingrain ha detto che, secondo lui, Sarkozy "rimarrà dentro per almeno tre settimane o un mese".
Sarkozy ha affrontato una raffica di guai legali da quando ha perso la rielezione nel 2012. È stato condannato in due processi separati. In uno, ha scontato una pena con un dispositivo elettronico alla caviglia, rimosso a maggio, dopo diversi mesi.

Alla condanna è seguita la privazione della più alta onorificenza francese, la Legion d'Onore, che viene tradizionalmente assegnata agli ex presidenti, una volta concluso il mandato.
Mentre, secondo un sondaggio sei persone su dieci in Francia ritengono che la pena detentiva sia "giusta", è un caso la decisione del presidente Emmanuel Macron di ricevere Sarkozy all'Eliseo.
Alle critiche, Macron ha risposto che ''era normale, a livello umano, per me ricevere uno dei miei predecessori in questo contesto".

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