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Quando ieri sera George Springer ha colpito la pallina, trasformandola in un fuoricampo da tre punti, non solo ha fatto vincere l'incontro decisivo che vedeva i suoi Blue Jays, la squadra professionistica di baseball di Toronto, opposti ai Mariners di Seattle, quanto ha dato all'esito della partita un afflato tra l'eroico e l'epico.
Baseball: dopo le minacce di Trump, tutto il Canada accanto ai Blue Jays nella sfida ai L.A. Dodgers
Non perché i Blue Jays non fossero, sin dall'inizio del campionato, una squadra accreditata tra le più forti, quanto perché andranno a sfidare, per aggiudicarsi il titolo nazionale, i Los Angeles Dodgers, favoritissimi. Ma perché questo scontro, che comincerà tra poche ore, giunge in un momento in cui i rapporti tra Stati Uniti e Canada sono ai minimi, da decenni, forse da secoli, dopo che il presidente Trump ha scatenato una guerra commerciale contro il Paese del Grande Nord, di cui ambisce di prendere letteralmente il possesso, facendolo diventare il 51/mo Stato dell'Unione, come fosse una scatola di cereali da prendere dallo scaffale e mettere nel carrello della spesa.
Queste mire di Trump (alimentate da politiche economiche messe in atto per strangolare l'economia canadese e quindi fare un boccone del Paese) hanno trovato una durissima risposta dei canadesi che, sebbene non è che mostrino uno spirito nazionale spiccatissimo, si sono ritrovato compatti nel respingere gli appetiti della Casa Bianca, reagendo con forza alle minacce. E lo hanno fatto con le loro armi: non comprare più prodotti ''Made in Usa'', non andare più in vacanza negli Stati Uniti, soprattutto in questo periodo quando, chi ne ha avuto la possibilità economica in passato, ha comprato una seconda casa in Florida o in Arizona, dove svernare, sfuggendo al gelo.
Quindi le World Series contro i Dodgers rischiano di diventare una sfida di popolo, perché, dietro i Blue Jays, ci saranno tutti i canadesi, persino i quebecchesi che ancora piangono la perdita della franchigia degli Expos, che giocava a Montreal, nello stadio che ospitò le Olimpiadi.
La squadra di Los Angeles è fortissima in ogni ruolo e, secondo gli esperti, non dovrebbe avere grandi problemi a vincere la serie finale, e quindi a bissare il titolo del 2024, e sarebbe la prima volta dell'ultimo quarto di secolo.
Ma Toronto non ha solo qualità non ha solo una panchina (dall'altro lato dell'oceano si dice roster) lunghissima e ricca di campioni, ma ha tanto cuore, che riesce a tirare fuori soprattutto quando si sente con la spalle al muro. E poi, a soffiare su ogni pallina che i battitori dei Blue Jays colpiranno, per farla volare lontano, ci sarà una intera nazione.
Quella stessa che, quando Trump ha lanciato la sua campagna fatta di insulti e minacce, ha applaudito gli spettatori degli incontri di hockey che, durante i sempre durissimi scontri tra squadra canadesi e statunitensi, hanno fatto sentire forte la loro rabbia frammista ad un ritrovato spirito di unità, al grido di ''Elbows Up'', gomiti in alto, che è il gesto che gli hockeisti fanno per difendersi e fare male durante i durissimi contatti fisici, tradizionale di questo sport.
Una frase che è diventata quasi un grido nazionale dopo che, nel corso del Saturday Night Live, il celebre comico canadese, Mike Myers, lo ha mimato, indossando una maglietta, che raffigurava la bandiera con la foglia d'acero. Ma anche la scritta: ''Canada Si Not For Sale''.