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San Siro, finisce un’era, Milan e Inter diventano proprietarie. La Procura indaga per turbativa d’asta

Redazione
 
San Siro, finisce un’era, Milan e Inter diventano proprietarie. La Procura indaga per turbativa d’asta
Dopo novant’anni di storia comunale, lo stadio Giuseppe Meazza passa ufficialmente nelle mani di Milan e Inter. È stato firmato questa mattina, nello studio del notaio Filippo Zabban, il rogito che sancisce la vendita del complesso di San Siro e delle aree limitrofe dal Comune di Milano alla società Stadio San Siro S.p.A., partecipata dai due club. Una transazione da 197 milioni di euro, con uno sconto di 22 milioni garantito da Palazzo Marino per interventi di bonifica e per il rifacimento del tunnel Patroclo.

San Siro, finisce un’era, Milan e Inter diventano proprietarie. La Procura indaga per turbativa d’asta

L’atto di compravendita è arrivato dopo mesi di trattative, rinvii e verifiche tecniche. La prima rata, da 73 milioni di euro, è stata versata grazie a un finanziamento coordinato da Goldman Sachs e J.P. Morgan, con la partecipazione di Banco BPM e BPER Banca. L’intera operazione è sostenuta dai fondi RedBird (per il Milan) e Oaktree (per l’Inter), a conferma dell’impegno delle due proprietà nel lungo termine.

La cessione arriva a pochi giorni da una data cruciale, il 10 novembre, quando sarebbe scattato il vincolo architettonico sul secondo anello dell’impianto, che avrebbe di fatto impedito la demolizione e bloccato il progetto del nuovo stadio. “Le cose belle richiedono sempre tempo”, ha commentato con soddisfazione Paolo Scaroni, presidente del Milan, all’uscita dal notaio. All’incontro erano presenti anche la consigliera nerazzurra Katy Ralph e il Chief of Staff Massimiliano Catanese, mentre per il Comune hanno partecipato i dirigenti competenti, in assenza del sindaco Giuseppe Sala, in missione in Brasile.

Con la firma del rogito si apre un nuovo capitolo per la città e per i due club. Il dossier presentato a marzo prevede la costruzione di un nuovo stadio da 71.500 posti, firmato dagli studi Foster + Partners e Manica, con una forma ovale, due anelli e copertura fissa. Il vecchio Meazza sarà parzialmente conservato e trasformato in museo e spazio commerciale, mentre l’area sarà oggetto di una grande riqualificazione urbana: spazi verdi, strutture ricettive, uffici e aree di socialità ridisegneranno il volto del quartiere di San Siro. Circa 80.000 metri quadrati di verde torneranno di proprietà comunale, a testimonianza della volontà di mantenere un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità. L’inizio dei lavori è previsto per il 2027, con inaugurazione del nuovo impianto entro il 2031.

Ma la giornata storica si è tinta di ombre giudiziarie. La Procura di Milano ha aperto un’indagine con l’ipotesi di turbativa d’asta, affidando le verifiche al Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. I magistrati Paolo Filippini, Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi stanno esaminando le modalità e i tempi dell’“Avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni d’interesse” lanciato dal Comune. Al centro delle indagini, la denuncia del promoter Claudio Trotta, tra i fondatori del comitato “Sì Meazza”, che ha raccontato di non aver potuto partecipare all’iter per le tempistiche “troppo strette”.

Trotta ha spiegato ai pm di aver più volte proposto, dal 2019 in poi, un progetto di ristrutturazione e gestione dello stadio senza demolizione, ma di non essere mai stato messo nelle condizioni di formalizzare un’offerta. Secondo la sua versione, l’operazione sarebbe stata “già confezionata” per favorire la vendita ai due club.

Nonostante le tensioni giudiziarie e le proteste di una parte dell’opinione pubblica, il Comune di Milano e le due società hanno definito la giornata “una svolta storica”. In una nota congiunta, AC Milan e FC Internazionale hanno parlato di “un investimento che riflette le ambizioni condivise di successo sportivo e crescita sostenibile”, promettendo un impianto “icona dell’architettura contemporanea” e un progetto di rigenerazione urbana “che valorizzerà la vocazione sportiva e culturale del quartiere”.

La storia di San Siro, iniziata nel 1926, entra così nella sua terza vita. Da stadio comunale a simbolo del calcio moderno, ora diventa patrimonio diretto dei club che l’hanno reso immortale. Ma la partita, questa volta, si giocherà anche nei tribunali.
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