Esteri

Monta la rabbia nel Regno Unito per gli attacchi del duo Trump-Musk

Redazione
 
Monta la rabbia nel Regno Unito per gli attacchi del duo Trump-Musk

Non è ancora un problema, ma lo potrebbe diventare: l'aggressivo ricorso ai messaggi social da parte del presidente eletto degli Stati Uniti e del suo ''consigliere'' Elon Musk stanno irritando il Regno Unito che, sebbene abituato alle sparate di Trump, come fu per i messaggi social che, quotidianamente, lanciava durante il primo mandato, guardano con sempre maggiore irritazione alla campagna che il ''duo'' ha lanciato.
I leader britannici, in un certo senso, capirono, nel primo quadriennio alla Casa Bianca del tycoon, che alla sua strategia di comunicazione non seguivano fatti concreti. Ma oggi il clima sembra essere diverso perché, all'incontinenza comunicativa di Trump, si aggiunge quella maleducata e rozza di Musk, che ormai interviene su tutto - soprattutto in materia di politica estera -, ricorrendo all'insulto piuttosto che al commento.
Tutto quello che viene o accade in Gran Bretagna può essere un pretesto per intervenire pesantemente.

Monta la rabbia nel Regno Unito per gli attacchi del duo Trump-Musk

Come ha fatto Trump quando ha criticato la decisione del governo del Regno Unito di aumentare le tasse sulle aziende petrolifere e del gas che operano nel Mare del Nord, anche per contribuire a finanziare le energie rinnovabili.
Usando la sua piattaforma, Truth Social, Trump, per commentare la decisione di una compagnia petrolifera americana di lasciare la zona petrolifera in acque britanniche, ha scritto: ''Il Regno Unito sta commettendo un errore molto grande. Aprite il Mare del Nord. Sbarazzatevi dei mulini a vento!"


Ma se quattro anni fa Trump era il solo a usare la clava con i suoi messaggi, oggi ha in Elon Musk un perfetto ''compagno di viaggio''.
Anzi, rispetto al futuro presidente, Musk ha un uso quasi compulsivo della sua piattaforma, X, per attaccare il governo britannico su ogni argomento che lo interessi. Giungendo persino a contestare il primo ministro britannico, Sir Keir Starmer, accusandolo di non avere fatto abbastanza per perseguire le bande di adescamento di minori quando, prima di entrare ufficialmente in politica, era a capo della procura generale.

La frenesia di Musk, che pure dovrebbe trovare una sponda nei conservatori, che cercano di riconquistare parte del consenso perduto, non è sempre gradita anche nella componente di destra dello schieramento politico.
Perché un conto è attaccare il governo, un altro, come ha fatto Musk, è esprimere sostegno all'attivista di estrema destra detenuto Stephen Yaxley-Lennon, noto anche come Tommy Robinson.
Musk ha condiviso diversi post su X in cui chiede il rilascio di Robinson, incarcerato a ottobre dopo aver ammesso di oltraggio alla corte per aver ripetuto false affermazioni contro un rifugiato siriano.
Alicia Kearns, ministro ombra conservatore per la tutela dei dati, ha affermato che è "francamente pericoloso" da parte di Musk "celebrare persone come Tommy Robinson".

Quanto al Labour, sembra desideroso di evitare di attaccare uno degli uomini più ricchi del mondo che un giorno potrebbe finanziare un partito politico rivale. Il Reform Party di Nigel Farage ha detto che Musk è tra "un certo numero di miliardari" interessati a donare denaro per le loro campagne.
Ma la furia politicamente ''iconoclasta'' di Musk non colpisce solo il Regno Unito. Ha anche descritto il cancelliere tedesco Olaf Scholz come uno "sciocco" e il capo di stato del Paese, il presidente Frank-Walter Steinmeier, come "un tiranno antidemocratico". Ha anche definito il primo ministro canadese Justin Trudeau "uno strumento insopportabile" che "non resterà al potere per molto tempo".

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