Il prezzo medio di una pinta di birra nel Regno Unito sta per superare per la prima volta le 5 sterline, segnando una svolta storica per il settore della ristorazione e dell’ospitalità. Questo aumento, dovuto principalmente ai maggiori costi del lavoro, sta mettendo in difficoltà pub e birrifici, costretti a trasferire i rincari sui consumatori per rimanere a galla.
Regno Unito, "panico" per pub e bevitori: il prezzo della pinta supera le 5 sterline
Secondo la British Beer and Pub Association (BBPA), il costo medio di una pinta dovrebbe aumentare di circa 21 centesimi, portando il prezzo da 4,80 a 5,01 sterline.
La ricerca, condotta in collaborazione con Frontier Economics, ha evidenziato che le aziende di pub prevedono aumenti significativi per far fronte alle nuove misure economiche introdotte dal governo britannico con l’ultima manovra di bilancio.
Questi cambiamenti entreranno in vigore ad aprile e comporteranno un incremento del salario minimo nazionale, un aumento delle aliquote dell’assicurazione nazionale e una riduzione della soglia oltre la quale le aziende iniziano a versare tale assicurazione. Inoltre, gli sconti sulle imposte commerciali per le aziende del settore saranno ridotti dal 75% al 40%, generando un costo netto aggiuntivo di circa 650 milioni di sterline per l’intero comparto della birra e dei pub.
Emma McClarkin, amministratore delegato della BBPA, ha dichiarato alla BBC: "L'impatto cumulativo di queste tasse e normative è ormai evidente ed è estremamente spiacevole che l'unico modo in cui molti pub possano rimanere redditizi sia quello di scaricare sui consumatori la serie di costi futuri. Nessuno vuole vedere il costo medio di una pinta aumentare di altri 21 penny e superare la barriera delle 5 sterline per una pinta media, che sarà richiesta ai pub per mantenere i loro margini di profitto punitivamente bassi. È più urgente che mai che il governo cerchi modi per limitare o ridurre i costi delle attività commerciali in modo da poter tenere aperti i pub, preservare il loro valore per la comunità e garantire che il prezzo di una pinta rimanga accessibile a tutti".
Anche Tim Black, direttore associato di Frontier Economics, ha evidenziato le difficoltà che il settore sta affrontando: "Il settore della birra e dei pub ha dimostrato una reale resilienza durante gli ultimi anni difficili, affrontando la pandemia, la crisi energetica e la crisi del costo della vita. Ma stanno arrivando altri venti contrari. Il settore è al centro di un'ondata di cambiamenti politici che faranno aumentare i costi: salari più alti, aumento dell'assicurazione nazionale, riduzione delle tasse aziendali e nuove regole di imballaggio. L'impatto cumulativo sarà significativo".
Il rincaro della birra non riguarda solo il Regno Unito. In Irlanda, il celebre Kavanagh's Pub di New Street a Dublino ha deciso di aumentare il prezzo della Guinness, portandolo da 5 a 6 euro, una decisione che ha suscitato proteste tra i clienti. Per offrire un’alternativa più economica, il pub ha introdotto in lista la Beamish, una storica stout di Cork che costa meno rispetto alla regina delle birre scure.
La decisione del Kavanagh's è una reazione all'ultimo incremento disposto da Diageo, il colosso della birra che possiede il marchio Guinness, e che ha aumentato il prezzo della pinta di Guinness di 6 centesimi (esclusa l’IVA), portando il rincaro effettivo per i consumatori a circa 30 centesimi a pinta, secondo Drinks Industry Ireland. Questo aumento è solo l’ultimo di una serie: negli ultimi due anni, Diageo ha alzato il prezzo della Guinness ben quattro volte, citando l’inflazione salariale e l’aumento dei costi energetici. Secondo il Daily Telegraph, alcuni imprenditori britannici hanno segnalato un incremento del 37% nel costo dei fusti di Guinness rispetto al periodo pre-pandemia.
Anthony Penders, fondatore della catena Yummy Collection, ha sottolineato che questi aumenti stanno mettendo sotto pressione i pub, costretti a scegliere tra assorbire i rincari o scaricarli sui clienti. Le difficoltà si fanno sentire soprattutto a Cork, dove si registra una delle più alte percentuali di chiusura nel settore: dal 2005, il numero di pub e bar è diminuito del 31,4%, con la chiusura di circa 400 attività. Un dato allarmante, che evidenzia come l’aumento dei costi operativi stia mettendo a rischio la sopravvivenza di molte realtà locali.