La Reserve Bank of Australia, l'istituto centrale australiano, ha deciso di non toccare il tasso di riferimento al 4,1%, anche se aveva segnalato che l’inflazione stava diminuendo a un ritmo più rapido del previsto.
A febbraio, l’inflazione nel Paese è stata inferiore alle attese, attestandosi al 2,4%.
Australia: la Banca centrale lascia inalterato il tasso di riferimento
La RBA ha affermato, nella sua dichiarazione con cui oggi ha accompagnato la sua comunicazione, di dover essere certa che questo progresso continuerà "affinché l’inflazione ritorni al punto medio della fascia obiettivo in modo sostenibile".
L'istituto centrale ha poi mostrato cautela riguardo alle sue prospettive, sottolineando che i recenti annunci di tariffe statunitensi stavano influenzando la fiducia a livello globale, evidenziando che l’impatto sarebbe stato probabilmente amplificato se le tariffe fossero aumentate o se altri paesi avessero reagito.
La RBA ha inoltre descritto le incertezze geopolitiche come "marcate" e ha affermato che ciò potrebbe avere un effetto negativo sull’attività globale se le famiglie e le imprese ritardassero le spese per cercare maggiore chiarezza.
Il PIL dell’Australia è cresciuto dell′1,3% su base annua nel quarto trimestre del 2024, superando le aspettative e registrando la crescita più rapida in un anno.
L’inflazione è rimasta entro l’intervallo obiettivo della banca dall’agosto 2024 e ha spinto la RBA a tagliare i tassi a febbraio.
Il governatore della RBA Michelle Bullock ha affermato che ''non possiamo ancora dichiarare la vittoria sull’inflazione. Non è sufficiente che l’inflazione torni temporaneamente nell’intervallo target. Il Consiglio deve essere sicuro che tornerà all’intervallo target in modo sostenibile".
L'Australia è in piena campagna elettorale dopo che, venerdì, il primo ministro Anthony Albanese ha indetto la consultazione nazionale per il 3 maggio.