I piani annunciati dal governo laburista, per una stretta alle norme sull'immigrazione di lavoratori stranieri, stanno preoccupando le aziende britanniche che temono una pericolosa carenza di manodopera in settori chiave.
Le proposte del governo, annunciate lunedì, prevedono requisiti di conoscenza della lingua inglese per i migranti, nonché le competenze e il livello di istruzione necessari per ottenere visti di lavoro. Il governo ha inoltre affermato che i lavoratori migranti dovranno risiedere nel Regno Unito per 10 anni prima di poter presentare domanda di soggiorno a tempo indeterminato.
La stretta del governo sui lavoratori stranieri preoccupa le aziende britanniche
Il governo ha affermato che le sue nuove proposte ''sostengono i lavoratori britannici rispetto alla manodopera a basso costo all’estero'' e collegherebbero la politica migratoria alle competenze per stimolare la crescita economica.
Questa analisi, però, preoccupa le aziende, temendo che i britannici non possano, o non vogliano, colmare il divario creato dalla probabile carenza di lavoratori e competenze, in particolare nei settori che tradizionalmente dipendono fortemente dal personale migrante, come la sanità e l’assistenza sociale.
In una testimonianza raccolta dalla CNBC, il direttore di una casa di cura ha lamentato il fatto che da oltre un paio d'anni ''non abbiamo più ricevuto candidature britanniche, candidature inglesi'', anche perché la paghe in altri settori, come quelli del commercio e della ristorazione, sono più alte.
Lo stesso direttore ha detto che '' probabilmente il 70% del nostro personale nel team di assistenza proviene dall’India. Senza quelle ragazze, i nostri ospiti... non avrebbero avuto nessuno che si prendesse cura di loro... Cosa si mette in atto per riempire quella forza lavoro?''.
Annunciando le nuove strategie, sulle quali ha evidentemente pesato il successo elettorale del partito di destra anti-immigrazione Reform UK di Nigel Farage. il primo ministro britannico Keir Starmer ha affermato che la strategia ''riprenderà finalmente il controllo dei nostri confini e chiuderà un capitolo squallido per la nostra politica, la nostra economia e il nostro Paese'', aggiungendo che le riforme porranno fine a quello che il governo ha descritto come il ''fallito esperimento di frontiere aperte'' del Paese, che ha visto l’immigrazione salire a quasi un milione di unità all’anno, sottolineando che ciò garantirà che ''le persone che arrivano qui si guadagnino il diritto di restare nel Paese''.
Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, la migrazione netta ha raggiunto il livello record di 906.000 nell’anno fino a giugno 2023, per poi scendere nei dodici mesi successivi a 728.000.
Care England, che rappresenta i fornitori indipendenti di servizi di assistenza sociale, avverte che i piani di immigrazione potrebbero avere ''gravi conseguenze per un settore già sottoposto a un’enorme pressione'', osservando che il settore ha attualmente 131.000 posti vacanti.
I leader del settore imprenditoriale affermano che l’iniziativa volta a potenziare la formazione e le competenze dei lavoratori britannici è benvenuta, ma hanno avvertito che la carenza di manodopera potrebbe aggravarsi ulteriormente.
''I datori di lavoro sono chiari: è essenziale promuovere la formazione nel Regno Unito, ma lo è anche un sistema di immigrazione controllato, accessibile e reattivo che continui a far fluire gli investimenti nel Regno Unito'', ha commentato Nick Carberry, amministratore delegato della Recruitment and Employment Confederation del Regno Unito.