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Scuola, rapporto Invalsi 2025: solo il 52% degli studenti sa scrivere bene, il 49% non padroneggia la matematica

Redazione
 
Scuola, rapporto Invalsi 2025: solo il 52% degli studenti sa scrivere bene, il 49% non padroneggia la matematica

Dopo un 2024 che aveva fatto ben sperare, i risultati del rapporto Invalsi 2025 rivelano un nuovo rallentamento nell'apprendimento degli studenti. La ripresa dell'anno scorso si è fermata, lasciando il posto a un preoccupante arretramento, con dati che mostrano un calo generalizzato dei livelli di competenza in tutte le materie analizzate.

Scuola, rapporto Invalsi 2025: solo il 52% degli studenti sa scrivere bene, il 49% non padroneggia la matematica

A pesare, ancora una volta, il cronico squilibrio tra Nord e Sud, che si manifesta sin dai primi anni del percorso scolastico. Il quadro che emerge è chiaro: alla fine delle scuole superiori, circa uno studente su due si diploma senza aver raggiunto una preparazione sufficiente in italiano e matematica. In particolare, solo il 52% dei maturandi dimostra competenze adeguate in italiano, contro il 56% dell'anno precedente. In matematica, la percentuale scende al 49%, tre punti in meno rispetto al 2024.

Anche l'inglese segna il passo: il 55% degli studenti raggiunge il livello atteso di comprensione scritta, e solo il 44% quello di ascolto, con un calo rispettivamente di 5 e 1 punti percentuali. La differenza territoriale si conferma come una delle maggiori criticità. In seconda superiore, se nel Nord Ovest il 62% degli studenti ottiene risultati soddisfacenti in italiano, nel Mezzogiorno la percentuale scende di oltre 17 punti. In matematica, il divario arriva a superare i 27 punti percentuali, con le regioni del Sud e delle Isole, come Calabria, Sicilia e Sardegna, sempre in coda.

Uno spiraglio positivo arriva dal test sulle competenze digitali, introdotto per la prima volta su larga scala attraverso il framework europeo DigComp. La sperimentazione, condotta in quasi 500 scuole, ha restituito un'immagine confortante: i quindicenni italiani dimostrano un buon livello di padronanza nell'uso consapevole e sicuro delle tecnologie digitali, sia per lo studio che per la comunicazione e la produzione di contenuti.

Passando alla scuola media, il bicchiere appare mezzo vuoto anche qui. Solo il 59% degli alunni che concludono il primo ciclo di istruzione ha raggiunto competenze sufficienti in italiano, mentre il 56% lo fa in matematica. In inglese, invece, si segnalano piccoli miglioramenti: l'83% degli studenti arriva al livello A2 nella lettura (+1 punto rispetto al 2024), e il 70% nell'ascolto (+2 punti). Ma è nella scuola primaria che iniziano a manifestarsi i primi segnali d'allarme. In seconda elementare, appena il 66% dei bambini raggiunge il livello base in italiano, un dato in calo costante rispetto al 73% del 2022.

Le difficoltà maggiori emergono nella comprensione del testo scritto, e i divari sociali e territoriali si fanno sentire sin da subito: i bambini del Sud arrancano, e chi proviene da contesti svantaggiati paga il prezzo più alto. Anche tra gli alunni stranieri si registrano performance inferiori rispetto ai coetanei italiani. In matematica, la situazione è analoga: sempre in seconda, solo il 67% raggiunge la sufficienza. E già a quest'età emergono squilibri di genere: le bambine ottengono risultati più bassi in matematica, mentre i bambini faticano di più nella comprensione del testo.

In quinta elementare, i livelli adeguati si attestano al 75% in italiano (dato stabile), ma calano in matematica al 66%, rispetto al 68% del 2024. Anche in inglese si osserva una leggera flessione: il 91% dei bambini raggiunge il livello A1 in lettura (contro il 95% dell'anno precedente), e l'86% nell'ascolto. Sul fronte della dispersione scolastica, l'Italia mostra segnali incoraggianti.

Dopo aver mancato il target europeo del 10% nel 2020, il Paese ha recuperato terreno, toccando nel 2024 un tasso di abbandono del 9,8%, in anticipo sull'obiettivo del PNRR fissato per il 2026. Secondo le stime provvisorie Invalsi, tra i giovani di 18-20 anni il tasso nel 2025 si aggira tra l'8,3% e l'8,5%, avvicinandosi al traguardo UE del 9% entro il 2030.

Tuttavia, questo ritorno a scuola di studenti che prima si erano esclusi ha modificato le dinamiche delle classi. Alle superiori, tra il 2019 e il 2025, è aumentata la percentuale di alunni regolari (+4,1 punti), ma molti di loro presentano livelli di apprendimento inferiori. Questo fenomeno ha prodotto due effetti: da un lato è cresciuto il tasso di dispersione implicita, ossia studenti che finiscono il ciclo senza competenze adeguate (dal 6,6% del 2024 all'8,7% del 2025); dall'altro, è diminuita la quota di studenti eccellenti, passata dal 15,1% al 12,3%.

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