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Rapporto Inapp 2024: "Un milione di occupati in più nel post-pandemia, ma record di inattivi al 33,6%"

Redazione
 

Nella foto: Natale Forlani, Presidente Inapp

Il Rapporto Inapp 2024 presentato a Montecitorio definisce uno scenario in evoluzione del mercato del lavoro italiano, ponendo l'accento sulla necessità di un cambio di visione per affrontare sfide come l'invecchiamento della popolazione e la digitalizzazione. I dati mostrano una crescita occupazionale significativa, con un incremento del 3,5% tra dicembre 2019 e ottobre 2024 e oltre un milione di nuovi posti creati. Gli occupati hanno raggiunto quota 24,1 milioni, portando il tasso di occupazione al record del 62,5%. Tuttavia, il divario con i principali Paesi UE resta ampio, con una differenza di 3,156 milioni di posti di lavoro equivalenti.

Rapporto Inapp 2024: "Un milione di occupati in più nel post-pandemia, ma record di inattivi al 33,6%"

Le criticità permangono, a partire dal tasso di inattività elevato che coinvolge un terzo della popolazione in età lavorativa, con punte di inattività femminile al Sud che superano il 58%. Le imprese incontrano crescenti difficoltà nel reperire personale idoneo, aggravate da una riduzione demografica che porterà a una perdita di 4 milioni di persone in età lavorativa entro il 2040 e dalla diffusione delle tecnologie digitali. Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è accentuato da una formazione poco aderente ai fabbisogni produttivi. Le criticità più rilevanti riguardano le condizionalità legate a sussidi come il Reddito di cittadinanza e ora dell’Assegno di inclusione e del Supporto alla formazione e al lavoro: formarsi e accettare la proposta di lavoro. “Non riscontrano significativi risultati” neppure “l’inserimento dei soggetti con elevati livelli di disagio” e i “programmi collettivi di reinserimento dei lavoratori nelle aree di crisi”.

Le politiche attive, come il Programma GOL, finanziato con 5,3 miliardi dal Pnrr, hanno segnato progressi significativi, coinvolgendo 3,1 milioni di persone al 30 novembre 2024, ma restano criticità. Solo il 36,6% dei partecipanti ha ottenuto un esito occupazionale positivo, inoltre la maggior parte con contratti temporanei. In più, difficoltà operative e scarsa efficacia delle misure formative sottolineano l’urgenza di una riforma organica, dato che per agganciare la media di occupati Ue, l’Italia dovrebbe portare al lavoro altri 3,156 milioni di persone. Dove? “Il 70% della carenza italiana di occupati risulta concentrata nei comparti influenzati dalla spesa pubblica: 1,27 milioni in sanità e assistenza, 689 mila nella pubblica amministrazione, 315 mila nell’istruzione”. I posti di lavoro risultano invece sopra la media nelle attività manifatturiere (+360 mila), nel lavoro domestico (+287 mila), negli alberghi e ristorazione (+127 mila), in agricoltura (+107 mila).

Ultimo ma non meno importante il nodo dei salari italiani, troppo bassi e lontani dalle medie Ue e Ocse, per la bassa produttività e “la mancanza di investimenti nei comparti dei servizi privati ad alta intensità di occupazione”. Conclude Inapp: “La contrattazione collettiva nazionale non appare in grado di incentivare la crescita dei salari reali se non vengono adottati altri indicatori: produttività, fabbisogno di lavoratori competenti, attrattività delle proposte salariali, potenziamento del secondo livello di contrattazione aziendale o territoriale”.

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