Uno degli ultimi atti del procuratore speciale Jack Smith, che da una settimana ha lasciato il suo incarico, è stato come il colpo dello scorpione, infliggendo a Donald Trump - che sicuramente non perderà occasione per attaccarlo e minacciarlo - l'affronto di pubblicare il rapporto relativo ai presunti del presidente eletto di ribaltare l'esito delle elezioni del 2020.
Come Trump ha cercato di ribaltare le elezioni 2020
Rapporto che darà tutte le motivazioni della decisione di Smith di presentare un’incriminazione basata su quattro capi d’imputazione contro Trump, che, secondo il procuratore speciale, avrebbe complottato per ostacolare la raccolta e la certificazione dei voti del 2020 che lo videro sconfitto da Joe Biden. Un altro ''capitolo'' del rapporto descrive in dettaglio il perché Smith ha ritenuto di accusare Trump di aver trattenuto illegalmente documenti sensibili sulla sicurezza nazionale dopo aver lasciato la Casa Bianca nel 2021. Il Dipartimento di Giustizia si è impegnato a non rendere pubblica quella parte mentre proseguono i procedimenti legali contro due soci di Trump accusati nel caso. Smith ha abbandonato entrambi i casi contro Trump dopo la sua vittoria alle elezioni dell’anno scorso, citando una politica di lunga data del Dipartimento di Giustizia contro l’incriminazione di un presidente in carica. Nessuno dei due casi è quindi arrivato a processo.
Trump, che si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse, ha sempre etichettato Smith come ''uno squilibrato'', dando all'azione del procuratore speciale una motivazione politica mirata a danneggiare la sua campagna e il suo movimento politico. Il presidente eletto e i suoi due ex coimputati del caso dei documenti classificati hanno cercato di bloccare la pubblicazione del rapporto, pochi giorni prima del suo ritorno in carica, previsto per il 20 gennaio, ma i tribunali che sono stati investiti della decisione hanno respinto del tutto le loro richieste di impedirne la pubblicazione.
Le indagini, condotte anche da un comitato del Congresso, hanno concluso che Trump ha diffuso false affermazioni su diffuse frodi elettorali dopo le elezioni del 2020, ha fatto pressione sui legislatori statali affinché non certificassero il voto e, in ultima analisi, ha cercato di utilizzare gruppi fraudolenti di elettori che avevano promesso di votare per lui, in Stati effettivamente vinti da Biden, nel tentativo di impedire al Congresso di certificarne la vittoria.
Il caso di Smith ha incontrato ostacoli legali anche prima della vittoria elettorale di Trump. È stato sospeso per mesi mentre Trump insisteva sulla sua affermazione che non poteva essere perseguito per le azioni ufficiali intraprese in qualità di presidente. La maggioranza conservatrice della Corte Suprema degli Stati Uniti si è ampiamente schierata con lui, concedendo agli ex presidenti ampia immunità da procedimenti penali.