Attualità

Prete sull'altare con i colori della bandiera palestinese: lettera ad un sacerdote schierato

Redazione
 
Prete sull'altare con i colori della bandiera palestinese: lettera ad un sacerdote schierato

Gentilissimo don Rino Maresca, la scelta di celebrare messa, nella chiesa della sua parrocchia, a Piano di Sorrento, indossando paramenti che, per colore e forma, hanno chiaramente richiamato alla bandiera della Palestina, è stato un atto di coraggio, perché ha inteso fare sentire la sua voce - quella di uomo di Dio e per questo accanto ai deboli e ai più fragili - per condannare quanto sta accadendo in quella sfortunata porzione di mondo.

Prete sull'altare con i colori della bandiera palestinese: lettera ad un sacerdote schierato

Una posizione forte, soprattutto quando, dall'altare, ha detto che noi, quindi lei, tutti, ''non possiamo far finta di non vedere ciò che sta accadendo", riferendosi alle sofferenze del popolo di Gaza. Parole bellissime, anche ricche di senso di partecipazione al dolore di migliaia di persone che soffrono per colpe che non sono loro o esclusivamente loro.

''Mentre noi adoriamo il pane spezzato - lei ha detto, per quello che i media che hanno riferito il contenuto della sua omelia - a Gaza si spezzano corpi innocenti. E non possiamo far finta di non vedere''. Ecco, gentilissimo don Rino, se lei si fosse limitato a questo, a denunciare l'inanità del mondo davanti alla tragedia dei palestinesi, avremmo sottoscritto ogni sua parola, a patto che ce ne fossero anche di vicinanza alle migliaia di vittime che l'attacco di Hamas del 7 ottobre ha fatto, sia direttamente (uccidendo, mutilando, seviziando, umiliando, violentando), che colmando solo di dolore e null'altro la vita delle loro famiglie.

O se avesse detto qualcosa per ricordare che ancora, al di là del confine virtuale della Palestina, ci sono padri, madri, mogli, mariti, figli, nipoti che non sanno se i loro cari siano ancora in vita o se qualcuno, per convenienza non certo per pietà, ne restituirà i resti in sacchi di plastica.

Vede, gentilissimo don Rino, ad un uomo di Dio si deve chiedere di cercare pietà, che non può essere un sentimento strabico, guardando solo in un senso.
Lei ha anche detto che, mentre Israele e gli Stati Uniti esportano la guerra in Iran, ravvisa una ''strategia che serve a deviare lo sguardo. Ma noi, come cristiani, dobbiamo restare fermi lì dove soffre l’umanità", affinché ''la fede non sia neutrale davanti alla violenza".

Concetti alti, di quelli che dovrebbero essere condivisi da tutti, ma che, ce lo conceda gentilissimo don Rino, sembrano unidimensionali, quasi che il male e il bene alberghino solo in determinati contesti, mentre in altri ci sono solo bene e rettitudine.

Lei, quando dice che Washington e Gerusalemme esportano la guerra in Iran afferma una verità incontrovertibile, ma orba, perché l'Iran non è (per volontà di chi invoca Allah per sopprimere chi non segue la volontà del clero sciita e dei suoi fiancheggiatori in armi) un Paese che apre le braccia a tutti, che concede la libertà di pensiero e parola. E', invece, un Paese la guerra la esposta armando milizie un po' in tutto il Medio Oriente.
Lei, da uomo di Chiesa e di Dio, deve - perché ha proprio l'obbligo di farlo - parlare la pace, perseguire la pace.

Ma è un processo che deve riguardare tutti i contendenti, non solo quelli che Lei non sono graditi.
Il devastante scenario della Striscia di Gaza è una schiaffo all'umanità, parola intesa sia come sentimento che come comunità globale. Ma se solo avesse speso una parola, che fosse una, per ricordare che anche dall'altro lato si muore, forse sarebbe stata una presa di posizione equilibrata.

Ma parliamo conoscendo solo la sua ultima omelia, e quindi non possiamo sapere se lei, magari l'8 ottobre di due anni, il giorno dopo la strage e i rapimenti che hanno dato il via al conflitto, sia salito sull'altare indossando i colori della bandiera di Israele, usando le medesime parole di condanna per l'accaduto. O se, in altre circostanze, abbia pronunciato un omelia vestendosi di paramenti con i coloro dell'Ucraina. Non lo sappiamo e se lo avesse fatto avrebbe tutta la nostra stima, per il passato e il presente.

  • BPM Milano
  • skin Banca Ifis
  • Poste Italiane giugno 2025
  • Enel Prima Vera - Rata Vera
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • villa mafalda 300x600
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
AmCham celebra 110 anni di relazioni economiche tra Italia e Stati Uniti con una nuova visione per il futuro
23/06/2025
di Demetrio Rodinò
AmCham celebra 110 anni di relazioni economiche tra Italia e Stati Uniti con una nuova vis...
Prete sull'altare con i colori della bandiera palestinese: lettera ad un sacerdote schierato
23/06/2025
Redazione
Prete sull'altare con i colori della bandiera palestinese: lettera ad un sacerdote schiera...
Giugno d’estate tra risparmio e sapori: 6,8 milioni di italiani in vacanza puntano su mare, natura e turismo enogastronomico
21/06/2025
di Redazione
Giugno d’estate tra risparmio e sapori: 6,8 milioni di italiani in vacanza puntano su mare...
Jannik Sinner, il re Mida della racchetta: tra rovesci, rigatoni e Rolex
21/06/2025
Barbara Leone
Jannik Sinner, il re Mida della racchetta: tra rovesci, rigatoni e Rolex