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Podcast, un’Italia sempre più all’ascolto: 15,5 milioni di utenti e un mercato che cambia volto

Redazione
 
Podcast, un’Italia sempre più all’ascolto: 15,5 milioni di utenti e un mercato che cambia volto

Nel 2025 l’Italia conferma la sua passione per i podcast, con un pubblico che raggiunge quota 15,5 milioni di ascoltatori, in crescita del 2% rispetto all’anno precedente. Tra questi, il 59% ricorda di aver ascoltato almeno una volta un branded podcast, mentre si consolida il gruppo dei cosiddetti hunters - coloro che seguono contenuti ogni giorno o più volte a settimana - che resta fermo a 6,2 milioni, ma con un incremento del 3% rispetto al 2024. L’ascolto non ha un profilo di genere: uomini e donne si dividono esattamente in parti uguali, e la fascia più rappresentata è quella tra i 25 e i 54 anni.

Podcast, un’Italia sempre più all’ascolto: 15,5 milioni di utenti e un mercato che cambia volto

Con il 46% di utenti laureati, il podcast si conferma un mezzo capace di unire la diffusione di massa a un’audience culturalmente qualificata, raggiungendo un pubblico eterogeneo e trasversale. Sul fronte delle piattaforme, YouTube resta il canale più utilizzato con il 57% delle preferenze, seguito da Spotify con il 55%. Al terzo posto si colloca Amazon Music, scelto dal 30% degli utenti, mentre il canale diretto - quello gestito dall’autore, dallo speaker o dall’influencer - guadagna terreno e arriva al 20%, tre punti percentuali in più rispetto all’anno scorso. Restano stabili le piattaforme più specialistiche come Audible (14%), Apple Music (10%) e Spreaker (6%). Questi dati, riferisce l’Agi, arrivano dalla ricerca From Podcast to Branded Podcast 2025, realizzata da OBE-Osservatorio Branded Entertainment, in collaborazione con BVA Doxa e il coordinamento scientifico di Anna Vitiello.

Il podcast continua dunque a distinguersi per la sua natura multitasking: il 77% degli ascoltatori dichiara di fare altro durante la fruizione, che si tratti di spostamenti in auto o mezzi pubblici (58%), attività domestiche quotidiane (51%) o esercizio fisico (36%). Lo smartphone resta il dispositivo preferito con il 78% di utilizzo, seguito dall’autoradio con il 39%. Interessante anche il fenomeno del co-listening, ovvero l’ascolto condiviso, che coinvolge un ascoltatore su cinque.

La scelta dei contenuti si basa principalmente sull’interesse per il tema trattato, criterio indicato dal 60% del pubblico. Cresce però anche il peso della voce narrante, apprezzata dal 27% degli utenti, in particolare quando si tratta di nuovi creator. L’esigenza di approfondimento è in aumento e riguarda il 46% degli ascoltatori, superando l’interesse per l’informazione (41%), mentre restano rilevanti le motivazioni legate allo svago, al relax e alla ricerca di ispirazione. I generi più seguiti sono le inchieste e i reportage (39%), seguiti dall’attualità (38%) e dall’intrattenimento (33%), con un’attenzione crescente per ambiti verticali come la formazione professionale (21%) e l’economia e finanza (20%). Per scoprire nuovi podcast, il 32% degli utenti utilizza Google, il 24% si affida ai social e un altro 24% alle raccomandazioni di amici o colleghi. Il consiglio di esperti, giornalisti o editori influenza il 22% del pubblico, mentre il 58% si affida direttamente alle piattaforme specializzate.

Del resto, il ruolo del podcast nella dieta mediatica degli italiani è ormai consolidato: il 41% dichiara di non poterne fare a meno e il 58% ne sottolinea l’alto potere di coinvolgimento. È percepito come un mezzo credibile - per il 58% è una fonte di nuove conoscenze - e capace di influenzare le opinioni su vari temi, come afferma il 50% degli ascoltatori.

i branded podcast mostrano un impatto rilevante: il 37% del pubblico ha scoperto marchi che non conosceva, il 36% ha imparato ad apprezzarne di nuovi, il 46% sostiene che i podcast siano spesso argomento di conversazione, metà degli intervistati ama consigliare titoli e il 52% gradisce riceverne. Non mancano, tuttavia, le criticità: il 42% li giudica eccessivamente commerciali e il 44% li vorrebbe più interessanti, a conferma della necessità di investire nella qualità della narrazione per mantenere autenticità e coinvolgimento.

Sul piano dei formati, quasi la metà degli utenti (47%) resta fedele al solo audio, mentre il 45% alterna senza preferenze precise audio e video podcast. Tra questi ultimi, il 47% afferma di aver aumentato il tempo dedicato alla fruizione, segnale di un potenziale ulteriore sviluppo del formato. YouTube, con l’81% delle preferenze, è la piattaforma più utilizzata per i video podcast, seguita da Spotify con il 44%.

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