Le prospettive per i prossimi mesi scontano condizioni di mercato con elementi di vulnerabilità: da un lato la discesa dell’inflazione consente un maggior respiro sui mercati obbligazionari, che nella prima parte dell’anno avevano sofferto in termini di ritorni assoluti. Dall’altro i mercati azionari rimangono caratterizzati da un’estrema concentrazione in pochi titoli del settore tecnologico, rendendo quindi vana la prospettiva di diversificazione settoriale per chi investe puntando sugli indici.
La nostra visione per i prossimi mesi resta quella di una continua tensione tra spinte inflazionistiche e deflazionistiche, in un quadro però di maggior convergenza tra la performance dell’economia USA e quelle dell’Europa e della Cina. Il rallentamento in corso nell’economia americana favorisce il rientro dell’inflazione sia pure a livelli superiori a quelli prevalsi negli ultimi due decenni. Questo prelude ad uno scenario progressivo di tagli dei tassi di interesse da qui a fine anno. D’altra parte, il prevalere di deficit pubblici elevati, le continue tensioni geopolitiche e le attività di “reshoring” sono tutti elementi che consigliano prudenza nel dichiarare vinta la lotta all’inflazione. In Europa sembra passata la fase più critica per la maggior economia del continente, quella tedesca, visto che è in corso un aumento significativo dell’export. Questo però non dovrebbe impedire alla BCE di proseguire nel percorso di taglio dei tassi di interesse già peraltro iniziato. In Cina permangono i problemi strutturali come la debolezza del mercato immobiliare, mentre continuano a mancare decise azioni di stimolo alla domanda interna.
Per quanto riguarda il set di opportunità di investimento, non siamo soltanto ai massimi di valutazione dei mercati azionari, ma siamo anche a livelli ridotti di spread creditizi: il costo e il rischio di credito è percepito come molto basso dal mercato. Crediamo che un atteggiamento razionale sia l’utilizzo della duration come strumento efficace di copertura dei rischi sulla parte azionaria e creditizia del portafoglio. Stiamo attuando un progressivo aumento della duration del portafoglio in quest’ottica.
Crediamo in ogni caso che ci siano ancora opportunità sulla parte della curva a breve e medio termine sia in USA che in Europa. Riteniamo che le curve dovrebbero essere più inclinate: manteniamo una posizione di steepening, soprattutto attraverso un ribasso della parte a breve della curva.
Sul fronte azionario, in particolare nelle strategie Compounders e Special Situations, continuiamo a guardare con interesse quei titoli che beneficiano delle principali transizioni secolari in corso. Tra questi, la revisione delle catene produttive globali e la sicurezza dei mix energetici. La vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento globali, evidenziata dalla pandemia di Covid 19, ha portato molte aziende sia a diversificare le loro fonti di approvvigionamento per ridurre i rischi, sia ad investire nella diversificazione delle forniture e nella costruzione di nuovi impianti di produzione in diverse regioni per evitare dipendenze critiche. A questi si aggiungono investimenti importanti in automazione e robotica, per compensare i costi più elevati della produzione locale. Le tensioni commerciali e le interruzioni nelle forniture stanno spingendo le imprese a riportare parte della produzione più vicino ai mercati di consumo.
Investiamo anche sui trend secolari di elettrificazione, de-carbonizzazione e investimenti infrastrutturali soprattutto in termini di beneficiari indiretti come i produttori di infrastrutture e materie prime. Per esempio, le infrastrutture di ricarica, che implicano la gestione dell'intermittenza delle energie rinnovabili richiedono sistemi di stoccaggio avanzati. Tra le infrastrutture bisogna annoverare anche le reti elettriche intelligenti: la modernizzazione delle reti elettriche è essenziale per gestire l'integrazione delle energie rinnovabili e migliorare l'efficienza energetica.
In termini di innovazione tecnologica, la digitalizzazione continua a espandersi in tutti i settori, aumentando la domanda per tecnologie avanzate come servizi cloud, soluzioni big data e intelligenza artificiale. L’implementazione di soluzioni di automazione e robotica migliora l'efficienza produttiva e riduce i costi operativi, rendendo le operazioni industriali più competitive.
L’altra faccia del quadro strutturale di medio lungo periodo è però meno incoraggiante: siamo in presenza di un livello storicamente molto elevato dei debiti pubblici, non solo come lascito delle politiche di incentivi economici post-Covid ma anche per sostenere gli investimenti pubblici necessari alle transizioni economiche prima citate, su tutte quella energetica. Gli investimenti pubblici in infrastrutture possono instaurare un ciclo di domanda che favorisce le aziende produttrici di attrezzature e servizi per ancora diversi anni. Ciò comporta anche un aumento della domanda per materie prime, con possibili ricadute inflazionistiche, soprattutto in termini di aumento dei costi energetici. Inoltre, può anche esercitare pressioni sui margini di profitto delle aziende che dipendono fortemente dall'energia.
Questi cambiamenti strutturali possono rappresentare non solo una rottura con lo status-quo, ma anche delle opportunità di investimento significative.
Al momento, manteniamo in portafoglio un’esposizione verso le materie prime e verso i settori energetico, industriale e finanziario, favorendo titoli value che possano beneficiare della rotazione ciclica. Manteniamo un approccio attivo pronto a sfruttare la volatilità e le opportunità tattiche nel breve. L’allocazione in asset reali – oro, uranio, rame – continua ad essere una componente chiave. Riteniamo che tali materie prime e metalli preziosi continueranno a rivestire un’importanza strategica nel nuovo paradigma dei trend sopra elencati.
Pertanto, pensiamo che ci siano significative opportunità di stock picking a livello globale al di là dei “soliti noti”, ossia i titoli maggiormente rappresentati negli indici. Opportunità che vanno dalle mid cap in USA ed Europa e alle mid e large cap in Asia, senza escludere la Cina. Questa, infatti, non solo offre opportunità di investimento a valutazioni convenienti, ma è riuscita a sviluppare imprese molto competitive nei settori a maggior valore aggiunto. Si è già posizionata infatti come maggior esportatore mondiale di automobili, soprattutto nel segmento elettrico, come leader assoluto di centrali nucleari di nuova generazione e continua a investire nei settori a maggior contenuto di tecnologia. Questo porta a opportunità di investimenti bottom-up interessanti, indipendentemente dall’evolversi dello scenario macro.