Economia
OCSE: l'Italia terza per pressione fiscale
Redazione
Nel 2023 l’Italia si è confermata tra i Paesi OCSE con i livelli più elevati di pressione fiscale, con un rapporto tra gettito e PIL pari al 42,8%. Questo dato, stabile rispetto al 2022, colloca l’Italia al terzo posto nella classifica dei 38 Paesi dell’organizzazione, superata solo da Francia (43,8%) e Danimarca (43,4%). La media OCSE, invece, si è attestata al 33,9%, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto al 2021 e al 2022, ma ancora superiore al livello pre-pandemia, che nel 2019 era pari al 33,4%.
OCSE: l'Italia terza per pressione fiscale
Il rapporto Revenue Statistics 2024 dell’OCSE evidenzia che, nel 2023, la pressione fiscale è aumentata in 18 Paesi e diminuita in 17. Tra gli incrementi più significativi (oltre 2,5 punti percentuali) figurano Lussemburgo, Colombia e Turchia, mentre i cali più marcati (oltre 3 punti) sono stati registrati in Israele, Corea e Cile. Il Messico si conferma come il Paese con la pressione fiscale più bassa, al 17,7%, a fronte del primato della Francia con il 43,8%. Le entrate derivanti da accise su alcol, tabacco e bevande zuccherate rappresentavano, in media, lo 0,7% del PIL e il 2,2% delle entrate fiscali totali nei Paesi OCSE nel 2022.
Tuttavia, dal 2000 al 2022, il peso di queste imposte sul PIL è progressivamente diminuito, con un calo particolarmente significativo delle accise sugli alcolici. Sul fronte delle imposte sui consumi, l’analisi OCSE evidenzia una continua crescita delle entrate derivanti dall’imposta sul valore aggiunto (IVA), che nel 2022 hanno raggiunto in media il 20,8% delle entrate fiscali totali, con un incremento di 0,1 punti rispetto all’anno precedente. Questo risultato riflette gli sforzi dei governi per rendere più efficiente la riscossione dell’IVA e contrastare le frodi, in particolare attraverso riforme che garantiscono la corretta applicazione dell’imposta sulle vendite online.