Esteri

New York: la vittoria di Mamdani alle primarie mette in fibrillazione il Partito democratico

Diego Minuti
 
New York: la vittoria di Mamdani alle primarie mette in fibrillazione il Partito democratico

Al contrario di quel che si dice di Las Vegas (dove qualsiasi cosa accada, resta lì, tra la Strip, i casinò e le luci rutilanti), quello che succede a New York ha sempre riflessi nel resto degli Stati Uniti.
Quindi, la vittoria di Zohran Mamdani alle primarie democratiche per la carica di sindaco di New York City è stata una sferzata nei confronti dell'establishment del partito (che aveva puntato sull'ex governatore dello Stato, Andrew Cuomo), autorizzando l'ala progressista a chiedere una svolta e, quindi, che si sia via libera a nuovi leader.

New York: la vittoria di Mamdani alle primarie mette in fibrillazione il Partito democratico

Poche ore dopo che l'esito delle primarie ha indicato, indiscutibilmente, in Mamdani il candidato sindaco per i democratici, sono partire le analisi, gli approfondimenti su cosa ne abbia decretato il successo, molto più ampio anche delle pure ottimistiche previsioni dell'entourage del candidato della sinistra del partito.

Tra gli elementi che, dicono oggi gli analisti che, fino alla vigilia, non è accreditassero più di tanto Mamdani, hanno contribuito ad una vittoria sorprendente ci sono stati una campagna elettorale aggressiva, con programmi che Cuomo ha definito irreali, dicendo agli elettori che avrebbero dovuto scegliere lui e il suo pragmatismo per affrontare i problemi della megalopoli; un profilo chiaro, presentandosi da socialista democratico quando questa definizione avrebbe potuto negargli il consenso dei moderati; critiche alle politiche di Israele, anche a costo di correre il rischio di essere tacciato come antisemita in una città in cui la comunità ebraica è, nella maggioranza, democratica.

Certo, si potrebbe eccepire che, anche se parliamo di New York, sono pur sempre elezioni che riguardano dinamiche ben determinate e, quindi, non ''esportabili'' al resto del Paese.

E poi c'è da considerare che l'indicazione di Mamdani, almeno oggi, ha ben pochi riflessi laddove i democratici debbono combattere le loro battaglie (gli Stati in bilico), nel tentativo di sbarrare la strada al trumpismo, che ha ormai profili di sfrenata autoreferenzialità, con picchi di adulazione e piaggeria che mai si erano registrati nel Paese, se non in momenti ammantati di eroismo e spirito nazionale.

Comunque, volendo farsi trovare preparati, i repubblicani hanno già cominciato a presentare Zohran Mamdani come il simbolo della sinistra estrema, facendo ricorso alla retorica e scegliendolo già oggi come bersaglio di polemiche.

Ma il giovane candidato (33 anni, musulmano, socialista, immigrato con la famiglia 25 anni fa, figlio di due docenti universitari), anche se la sua affermazione non è stata ancora ufficializzata dagli organismi di controllo del partito, sta mettendo in ambasce i democratici, soprattutto i ''vecchi'', che le schiere giovani accusano di non volere un cambiamento, provocando un allontanamento degli elettori di riferimento.

Nel suo discorso di martedì sera, dopo essersi accreditato del successo, Mamdani ha parlato non solo dell'impatto che spera di avere sulla città, ma anche di come ritiene che la sua vittoria avrà risonanza in tutto il Paese.
"Il sindaco userà il suo potere per respingere il fascismo di Donald Trump, per impedire agli agenti mascherati dell'ICE di deportare i nostri vicini e per governare la nostra città come un modello per il Partito Democratico, un partito in cui lottiamo per i lavoratori senza scuse", ha affermato Mamdani, facendo capire che New York potrebbe essere il primo passo di un lungo cammino.

"Se questa campagna ha dimostrato qualcosa al mondo, è che i nostri sogni possono diventare realtà", ha detto. Certo, laddove arrivasse l'elezione a sindaco, Mamdani si troverebbe davanti alle sue promesse, a cominciare da quella di "abbassare il costo della vita per la classe operaia newyorkese". Magari con autobus urbani gratuiti, con il congelamento degli affitti, con riforme per rendere gli alloggi più accessibili, supermercati di proprietà comunale e asili nido gratuiti.

Promesse onerose, che ha detto di volere pagare aumentando le tasse sui ''ricchi'' e sulle aziende. Promesse, appunto, che per essere onorate necessiteranno di ben altro che semplici parole. Quindi di politiche diverse, sempre che gliele lascino fare.

  • villa mafalda 300x600
  • BPM Milano
  • skin Banca Ifis
  • Poste Italiane giugno 2025
  • Enel Prima Vera - Rata Vera
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
  • Fineco Change is Good
Rimani sempre aggiornato sulle notizie di tuo interesse iscrivendoti alla nostra Newsletter
Notizie dello stesso argomento
Debito pubblico francese in crescita, accelera nel primo trimestre e sfiora il 114% del Pil
26/06/2025
Redazione
Debito pubblico francese in crescita, accelera nel primo trimestre e sfiora il 114% del Pi...
New York: la vittoria di Mamdani alle primarie mette in fibrillazione il Partito democratico
26/06/2025
Diego Minuti
New York: la vittoria di Mamdani alle primarie mette in fibrillazione il Partito democrati...
Medio Oriente, Netanyahu contro Hamas: Sta riprendendo il controllo degli aiuti nella Striscia
26/06/2025
Redazione
Medio Oriente, Netanyahu contro Hamas: "Sta riprendendo il controllo degli aiuti nella Str...
Usa, scatta l'allarme: crollano le vendite delle case unifamiliari
26/06/2025
Redazione
Usa, scatta l'allarme: crollano le vendite delle case unifamiliari