Politica

Mattatoio a Cinque Stelle: alla fine ne resterà solo uno, forse...

Redazione
 
Quando si dice che al peggio non c'è fine, e poi si guarda a quanto accade dentro e fuori i Cinque Stelle, bisognerebbe fare ammenda, perché le cose stanno andando a velocità supersonica verso il baratro.
Non che Giuseppe Conte si senta in qualche modo in discussione, forte del plebiscito-bis della consultazione della base che gli ha dato carta bianca nel rimodellare il Movimento a sua immagine e somiglianza. Ma la guerriglia scatenata da Grillo e dai suoi sostenitori (tra i quali continua a spiccare per Danilo Toninelli, per la ''genialità'' della sua comunicazione...) , sulla base di argomenti giuridici legati innanzitutto alla titolarità e all'utilizzo del simbolo, rischia di logorare il Movimento, senza per questo avere effetti concreti, almeno nel breve periodo.

La seconda votazione, su cui lo stesso Grillo non è che avesse grandi speranze, ha chiuso un'epoca, cominciata quando l'ex comico (ma forse lo è ancora) cavalcò l'onda anti-Palazzo, raccogliendo consensi nella sterminata platea degli scontenti e capitalizzandoli elettoralmente.
Ma essere l'anima di un partito politico non rende padroni, cosa che Grillo ha evidentemente ritenuto sino a poche ore fa, quando ha preso atto dell'accaduto (quindi della volontà della maggior parte dei simpatizzanti di seguire Giuseppe Conte) e ha salutato la compagnia, sperando di lasciarsi dietro qualche lacrima di commozione, ma soprattutto tanti rimpianti.

Quali siano le future mossi del fondatore dei Cinque Stelle è ancora un mistero, ma non al punto da non poterne ipotizzare qualcuna, percorribile o no è tutto da vedere.
Pensare ad una scissione al momento sarebbe prematuro, perché questo significherebbe che chi è oggi ancora nel Movimento, pur non condividendo le scelte di Conte, sarebbe costretto a uscire allo scoperto, negandogli la possibilità di fare una opposizione dall'interno.

Ma, palesarsi, come sarebbero costretti a fare gli avversari di Conte ancora nel movimento, in politica spesso viene pagato a prezzo altissimo. D'altra parte una scissione che porti via anche solo qualche punto percentuale ai Cinque Stelle, visto il quadro attuale, lo renderebbe ancora meno influente nel panorama politico, dove, al di là di qualche slogan (ormai logoro) e ambigue dichiarazioni (progressisti, ma non di sinistra...), il movimento non è che abbia saputo intestarsi chissà quale battaglia, posto che ormai, ad esempio, tutti parlano di pace, sia pure declinando l'argomento con presupposti diversi.
Ora, mentre Conte si gode il successo, Beppe Grillo deve cominciare a fare di conto, per capire se la sua prossima mossa politica (posto che ce ne sarà sicuramente una giudiziaria) riuscirà a trascinare qualche esponente del movimento che gli è rimasto fedele e che abbia un peso reale e non solo un pennacchio.

E se sono veritieri i nomi che circolano, come quelli di possibili aspiranti a tornare alla casa del Padre, non è che Grillo possa fare chissà quali programmi. A meno che, tornando alle origini, non torni a coltivare le sue vecchie passioni, andando a pescare sul territorio i suoi alleati, quelli di cui la nomenklatura del partito si ricorda a giorni alterni, come si capisce dai mugugni.
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