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Economia

L’Intelligenza Artificiale continuerà a guidare i mercati finanziari?

Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm
Da qualche anno l’Intelligenza Artificiale è tra i temi protagonisti del dibattito pubblico, alimentato dai continui progressi tecnologici. Sul fronte dei mercati, il colosso dei semiconduttori Nvidia riveste un ruolo d’eccezione, che trova riscontro nella performance del titolo, nel prezzo delle azioni, oltre che nell’impennata della domanda dei suoi chip ad alte prestazioni. Un successo che, insieme a quello di alcune altre grandi aziende tecnologiche, ha contribuito a trainare il mercato azionario statunitense (vedi grafico sotto, che confronta la performance delle aziende Usa a piccola, media e grande capitalizzazione negli ultimi tre anni).



Anche guardando alle valutazioni, si nota come, negli ultimi cinque anni, le aziende a grande capitalizzazione abbiano generalmente scambiato a un sovrapprezzo (vedi grafico sotto).


La situazione era diversa vent’anni fa, quando, all’indomani della crisi finanziaria globale, gli indici Usa a piccola e media capitalizzazione registravano una performance migliore e le relative aziende scambiavano a un prezzo superiore rispetto ai loro concorrenti più grandi.



Alcuni sono convinti che gran parte del cambiamento sia stato innescato dalle grandi aspettative per le aziende tecnologiche, che grazie alle innovazioni dell’IA dovrebbero assistere a una crescita sostenuta dei profitti. Ma che si tratti di una crescita davvero sostenibile nel lungo termine è tutt’altra questione. Tornando all’esempio di Nvidia, protagonista indiscussa del settore, nonostante la sua base clienti sia piuttosto concentrata, tanto che i suoi primi cinque clienti rappresentano circa il 40% del totale delle sue vendite attuali, si tratta comunque di grossi partner, disponibili ad impegnarsi nel lungo termine, senza contare che potrebbero esserci altri potenziali clienti che, al momento, non riescono ad accedere ai suoi prodotti. Più problematico è il tema delle aspettative elevate: nonostante la forte crescita dei profitti, l’ultimo report sugli utili di Nvidia evidenzia un calo. Nel lungo termine, le valutazioni iniziali acquistano importanza e aspettative troppo elevate possono limitare i rendimenti, come accaduto a Cisco Systems, star del boom di Internet, il cui titolo non è mai tornato al picco dell’inizio degli anni 2000, pur trattandosi di un’azienda tecnologica ancora oggi rilevante.

Infine, alcuni investitori esprimono preoccupazione per il fatto che potrebbe volerci del tempo prima che le aziende riescano a godere dei frutti degli investimenti in IA sotto forma di maggiori vendite o costi relativamente più bassi. Ad oggi, le informazioni disponibili pubblicamente, come i bilanci, non offrono molti dettagli, anche se alcune aziende hanno già dichiarato che l’utilizzo dell’IA dovrebbe portare a una sempre maggiore riduzione del numero di addetti al customer care o al business online.

Ad ogni modo, i vantaggi dell’IA potrebbero non essere per tutti: se, da un lato, le grandi realtà che hanno già effettuato un investimento iniziale dovrebbero essere le prime a ricavarne benefici di lungo termine, per le aziende a media o piccola capitalizzazione i vantaggi potrebbero essere accessibili solo in un secondo momento, in un contesto più “livellato”. In conclusione, l’Intelligenza Artificiale sembra un trend destinato a continuare a guidare i mercati azionari, anche se non è chiaro quanto velocemente questo ottimismo si tradurrà in profitti aziendali.
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