La scorsa settimana, in cui i mercati azionari sono stati piuttosto volatili, due argomenti hanno attirato la nostra attenzione: i risultati delle trimestrali e il dato del mercato del lavoro USA.
La maggior parte delle aziende statunitensi sta, infatti, pubblicando i risultati trimestrali. Si tratta di dati che forniscono un segnale importante sull’andamento complessivo delle società e che consentono al management team di proporre la loro prospettiva sullo sviluppo delle aziende nei prossimi mesi.
Il messaggio complessivo finora è stato poco omogeneo: la buona notizia è che la maggior parte delle aziende continua a registrare utili migliori rispetto alle previsioni degli analisti e la redditività complessiva rimane solida.
Ma c’è un lato meno positivo: gli utili delle aziende non stanno performando altrettanto bene e suggeriscono che la domanda complessiva potrebbe essere un po' più debole di quanto gli analisti avessero sperato.
Un altro fattore da considerare è la reazione del mercato. Abbiamo visto come gli investitori azionari abbiano in generale punito le azioni, più deludenti rispetto ai trimestri precedenti, mentre i buoni risultati degli utili non hanno spinto i titoli azionari al rialzo come avvenuto nel passato recente.
Questo potrebbe suggerire che le aspettative per questi risultati trimestrali fossero già piuttosto alte. Lo abbiamo constatato soprattutto in alcune delle grandi aziende tecnologiche che hanno guidato il mercato azionario statunitense negli ultimi trimestri. I risultati sono stati discreti, anche rispetto alle aspettative, ma non sono stati sufficienti per spingere le azioni più in alto.
Il secondo focus riguarda, invece, l'economia statunitense e i tassi di interesse.
La scorsa settimana la Federal Reserve (Fed) ha lasciato invariati i tassi, ma ha segnalato un rallentamento del mercato del lavoro.
Sono diversi i dati macroeconomici che suggeriscono che l'economia sta rallentando: recentemente, il rapporto sulle buste paga non agricole ha evidenziato una disoccupazione più elevata e una creazione di posti di lavoro più bassa del previsto; inoltre, il sondaggio ISM sulla produzione è risultato inferiore alle aspettative. Gli analisti in effetti si aspettavano un rallentamento dell'economia dopo un periodo di crescita più forte delle attese, ma ora che il rallentamento potrebbe essere effettivamente arrivato la preoccupazione è che sia eccessivo.
Questa combinazione di risultati non spettacolari e preoccupazioni per un rallentamento economico sta pesando sui mercati azionari.
Tuttavia, per ora rimaniamo cauti nel prendere decisioni affrettate in merito alle prospettive per gli asset rischiosi.
Al momento non ci aspettiamo che l'economia statunitense entri in recessione, anche se è uno scenario che stiamo monitorando da vicino. Riteniamo che l'indebolimento del mercato del lavoro fornirà alla Fed una buona ragione per iniziare ad abbassare i tassi di interesse, molto probabilmente già a settembre.
È inoltre rassicurante vedere manifestarsi i benefici della diversificazione. Con l'aumento della volatilità azionaria, le obbligazioni hanno tenuto bene, in alcuni casi anche insieme alle materie prime.
È possibile che attraverseremo un periodo di volatilità del mercato azionario. A questo punto riteniamo che potrebbe essere un'opportunità per aumentare l'esposizione azionaria in alcuni dei nostri modelli.