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Anche il governo Meloni si fa il "superbonus", ma quante differenze con quello pentastellato...

Redazione
 

Oramai, quando legge o si sente parlare di un bonus edilizio, il pensiero corre a quello varato dal governo a trazione pentastellata e di cui, anche se Giuseppe Conte seguita a magnificarne gli effetti, pagheremo le conseguenze per chissà quanto tempo, visti i criteri troppo laschi che sono stati dati alle modalità di controllo.

Anche il governo Meloni si fa il "superbonus", ma quante differenze con quello pentastellato...

Di un bonus per l'edilizia (non tutta, ma quella che, per vetustà, necessita di interventi per l'efficientamento climatico) si discute oggi, alla luce di un emendamento alle legge finanziaria che prevede di stanziare un gruzzolo da quasi un miliardo e 400 milioni di euro, per migliorare le abitazioni di almeno il 30 per cento dal punto di vista dell'efficienza energetica, ma che rientrino in un preciso profilo: alloggi sociali e pubblici e delle famiglie a basso reddito. Quindi, con una giusta distinzione tra coloro che possono accedere al beneficio, individuandoli in nuclei familiari con un reddito basso (quindi, con difficoltà oggettive a farsi carico economicamente delle relative spese per migliorare la situazione energetica) ed escludendo di conseguenza quelle costruzioni che, come ville e case di pregio, hanno goduto del superbonus edilizio.
Il nuovo stanziamento, che reca la dizione di ''Strumento finanziario per l’efficientamento dell’edilizia residenziale pubblica (Erp)'', fa parte delle misure che figurano nel PNRR, secondo l'articolazione voluta da Raffaele Fitto, ex ministro degli Affari europei ed oggi vicepresidente esecutivo della Commissione UE.

Chi può usufruire del bonus edilizio?

Nella specifica che accompagna il provvedimento si legge che esso ''intende contrastare il disagio abitativo, anche mediante la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente e il contenimento del consumo di suolo'', che potrebbe apparire come una formula tecnica come le altre, ma che reca in sé un netto cambio di rotta rispetto al superbonus, circoscrivendo la platea di coloro che potranno ambire a poterne godere.
Non una semplice elargizione di denaro pubblico sulla base dell'inoltro di una richiesta, quindi, ma un aiuto sostanziale, che vuole favorire non la totalità di proprietari di case - siano esse abitazioni private o di grandi superfici -, ma solo di quelle che necessitano di interventi di riqualificazione abitativa. 
Si tratta, quindi, di un provvedimento mirato e non aperto a categorie indistinte.

Quali abitazioni possono usufruire del bonus?

Il provvedimento, peraltro, è circoscritto solo alle prime case, cancellando, in nuce, la possibilità che se ne avvantaggino investitori immobiliari. Con la conseguenza che a goderne potrebbero essere in maggioranza i proprietari di abitazioni popolari edificate molti decenni fa.

A quanto ammonta il bonus edilizio?

Ma un'altra sostanziale differenza rispetto al superbonus è che l’importo del finanziamento coprirà circa il 65% del totale delle spese affrontate e certificate, quando il superbonus andava a sostenere il 110% dell'impegno economico.

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