Politica

Mattarella zittisce Musk e difende l'Italia: ''Un grande Paese democratico''

Redazione
 
''L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che 'sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione'. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni''.

Basterebbero queste righe, a firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per mettere in riga chi, abusando della sua ricchezza e del peso che ha acquisito nell'entourage di Donald Trump, dà giudizi grossolani e volgari sul nostro Paese, non rispettandone la sovranità.
Basterebbero sia per il loro contenuto, ma anche per il fatto che rarissime volte Mattarella è intervenuto in modo così netto, ma allo stesso tempo durissimo, quando c'è da difendere l'Italia, il suo onore, le sue tradizioni.
E lo ha fatto anche quando, due anni fa, nell'immediatezza della nascita del governo Meloni, una ministra francese mosse improvvidamente dubbi sul futuro politico del nostro Paese, in cui vedeva in pericolo i diritti fondamentali dei suoi cittadini.

Quindi, cosa di cui forse, anche nel centro-destra (che in alcuni suoi esponenti appare di corta memoria), ci si dimentica perché Mattarella, quando c'è da difendere il nostro Paese oggetto di accuse speciose, strumentali, o come nel caso di Elon Musk, che abbracciano tesi estremistiche e comunque contro l'impianto della nostra Costituzione, non ci pensa due volte, e lo fa con il peso della sua autorevolezza.
Eppure Elon Musk continua a picchiare duro sul nostro Paese, avendo l'appoggio pieno e convinto di Matteo Salvini che, ormai calato nel ruolo auto-attribuito di proconsole di Trump e del trumpismo in Italia, non vede l'ora di spendersi a favore di chi è in linea con le sue idee sull'azione di contrasto all'immigrazione clandestina.

Ma Musk questa volta l'ha fatta grossa
, innanzitutto dicendo che devono andare via i giudici che prendono decisioni contro le scelte del governo in materia di immigrazione clandestina.
Poi, mostrando un'abissale ignoranza della nostra Costituzione (evidentemente condizionato da quel che accade negli Stati Uniti in cui i giudici vengono eletti, diventando quindi pedine del gioco della politica), oggi ha chiesto se ''il popolo italiano vive in una democrazia o è un'autocrazia non eletta a prendere le decisioni''.
Le affermazioni di Musk, che Trump ha voluto nella prossima amministrazione affidandogli l'incarico di rivedere tutta la macchina dello Stato, hanno avuto reazioni dure da parte dell'opposizione e anche da qualche esponente della coalizione di maggioranza.

Con la scontata eccezione di Matteo Salvini che, mischiando strumentalmente le sue vicende personali alle sparate del proprietario di Tesla, ma anche di Starlink e X, ha detto che quella di Elon Musk non è una interferenza perché rientra in una delle valutazioni che ''fanno tanti americani da una parte e dall'altra', lasciando chi lo ha sentito o letto ad una libera interpretazione della sua affermazione che resta criptica, almeno nella forma che ne hanno dato le agenzie. C'è comunque un ''però'' grande come una casa. Cioè che Musk non è un americano come un altro, ma è l'uomo più ricco al mondo e, di sicuro, uno dei più influenti, grazie anche al possesso di strumenti di comunicazione che altri non hanno e che lui usa a suo uso e consumo, come fosse una clava.

Davanti ad una ingerenza come quella fatta dal patron di Teslanon si sarebbe dovuta levare anche solo una voce in suo favore, perché ha offeso un intero Paese, non solo i suoi magistrati. O forse Musk ce l'ha con i giudici in generale, che, negli Stati Uniti come altrove, non si fanno certo condizionare dalla sua fama e non gli fanno sconti.

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