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Lombardia, la fuga da Milano, cresce la domanda immobiliare nelle province
Redazione

Il mercato immobiliare lombardo sta vivendo una trasformazione profonda. Milano resta il baricentro economico e culturale della regione, ma non più il punto unico di attrazione per chi cerca casa. Sempre più famiglie e lavoratori scelgono di spostarsi verso le province, alla ricerca di prezzi più accessibili e di una qualità della vita migliore. A fotografare questa tendenza è l’analisi di idealista, portale leader nel settore immobiliare, che conferma un’inversione di rotta rispetto al 2019, la domanda di compravendite e locazioni nelle province lombarde ha ormai superato quella del capoluogo.
Lombardia, la fuga da Milano, cresce la domanda immobiliare nelle province
Un tempo la gerarchia del mercato era chiara, prima Milano Comune, poi la provincia, infine il resto della regione. Oggi, invece, i dati mostrano un sistema sempre più policentrico, dove più territori diventano attrattivi e competitivi grazie alle opportunità abitative offerte. È il “ritorno alla provincia”, un fenomeno alimentato da fattori economici, sociali e infrastrutturali.
A settembre 2025, il prezzo medio delle abitazioni nel Comune di Milano si attesta sui 5.143 euro al metro quadro, più del doppio rispetto a molte delle province circostanti. Anche allargando lo sguardo alla provincia di Milano, la media di 3.616 euro/m² rimane comunque elevata. A confronto, Como si ferma a 2.270 euro/m², Brescia a 2.179, Monza-Brianza a 2.088. Decisamente più accessibili risultano Lecco (1.644 €/m²), Bergamo (1.488 €/m²), Cremona (1.198 €/m²), Mantova (1.114 €/m²) e Pavia (1.082 €/m²).
Lo stesso vale per il mercato delle locazioni, dove Milano Comune guida la classifica con 23,5 euro/m², seguita dalla provincia a 22,6 euro/m². Ma in molti territori lombardi i canoni restano ben al di sotto della soglia metropolitana, rendendo possibile ciò che nel capoluogo sta diventando proibitivo, un equilibrio tra costo della vita e benessere quotidiano.
“Alla base di questo fenomeno ci sono fattori sia strutturali che sociali,” spiega Vincenzo De Tommaso, portavoce di idealista Italia. “Il forte gap di prezzo tra Milano e le province continua ad alimentare una spinta centrifuga, rendendo le aree esterne sempre più attrattive per giovani famiglie e lavoratori da remoto. Allo stesso tempo, la qualità della vita e la buona accessibilità dei servizi locali agiscono come acceleratori di questo trend.”
Secondo De Tommaso, il nuovo equilibrio territoriale si gioca oggi su due fronti chiave: infrastrutture di trasporto e connettività digitale. Collegamenti ferroviari e autostradali efficienti, insieme a una rete in fibra e 5G sempre più estesa, rendono infatti possibile vivere fuori Milano senza rinunciare alle opportunità professionali e culturali offerte dalla metropoli.
Il risultato è una Lombardia “a rete”, dove la metropoli e i centri minori convivono in un sistema interdipendente, capace di redistribuire popolazione e investimenti. “Il mercato è sempre più guidato dalla necessità di prezzo, conclude De Tommaso, e così è il prezzo a spostare la domanda, non viceversa.”