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Italia 2050, meno giovani, più lavoratori anziani

Redazione
 
Italia 2050, meno giovani, più lavoratori anziani
Il volto del lavoro in Italia è destinato a cambiare profondamente nei prossimi 25 anni. Secondo le nuove previsioni delle forze di lavoro al 2050 diffuse dall’Istat, il progressivo invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite ridisegneranno la struttura produttiva del Paese. La fascia di popolazione in età lavorativa, tra i 15 e i 64 anni, continuerà a ridursi, passando dal 63,5% del totale nel 2024 al 54,3% nel 2050. Un trend che, pur mitigato dall’aumento dell’età pensionabile e dalla crescente partecipazione delle donne, solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema economico e previdenziale.

Italia 2050, meno giovani, più lavoratori anziani

Dal 2004 al 2024, l’Italia ha già perso oltre tre punti percentuali nella quota di popolazione attiva. Nei prossimi 25 anni, il calo sarà ancora più marcato: -9 punti percentuali. Gli uomini in età lavorativa scenderanno al 57,1% e le donne al 51,6%. A pesare è il combinato effetto del crollo demografico e del ritardo con cui i giovani accedono al mercato del lavoro, anche a causa di percorsi formativi più lunghi.

Eppure, nonostante il calo numerico, l’Istat prevede un aumento del tasso di attività, che salirà dal 66,6% del 2024 al 73,2% nel 2050 (+6,6 punti percentuali). Un segnale di maggiore partecipazione, trainato in particolare dalle donne: il tasso femminile passerà dal 57,6% al 66,5%, riducendo gradualmente il divario con gli uomini, che saliranno dal 75,6% al 79,3%. L’Italia, tuttavia, resterà indietro rispetto a Paesi come Germania e Francia, dove la quota di popolazione attiva supera già oggi il 75%.

Le differenze territoriali restano marcate. Al Nord, i tassi di attività continueranno a crescere, fino a toccare il 78% nel 2050, mentre il Mezzogiorno, pur migliorando di 5,8 punti, resterà distanziato, fermandosi al 61,9%. Qui il peso dell’inattività femminile resta elevato, anche se il trend mostra segnali di convergenza.

La previsione complessiva indica che la popolazione tra 15 e 64 anni scenderà da 37,2 milioni a meno di 30 milioni (-21%), ma la riduzione sarà più contenuta tra gli occupati e i disoccupati, che passeranno da 24,8 a 21,6 milioni (-13%). Il numero degli inattivi, invece, diminuirà più rapidamente, soprattutto tra le donne (-40%). L’Italia avrà meno lavoratori, ma più attivi in proporzione, una popolazione che lavora di più e più a lungo
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