Cultura

"Se vuoi la pace, prepara ed educa", la lezione civile di Valerio De Luca al lancio del CESN

di Redazione
 
'Se vuoi la pace, prepara ed educa', la lezione civile di Valerio De Luca al lancio del CESN

Nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, il varo del Consiglio per l’Educazione alla Sicurezza Nazionale (CESN), nato dall’accordo tra Fondazione AISES-SPES Academy e CNR, ha assunto i contorni di un manifesto per la democrazia. Al centro della scena, il discorso di Valerio De Luca, Ph.D, Presidente della Fondazione AISES ETS, Direttore della SPES Academy “Carlo Azeglio Ciampi” e Segretario generale del CESN. Un intervento denso, che ha trasformato un convegno istituzionale in una chiamata alle armi civili: educare per difendere la Repubblica nell’era digitale. De Luca ha aperto con un ringraziamento che è anche memoria personale, la sala “simbolica” di Palazzo Giustiniani dove spesso la Fondazione AISES ha lavorato e dove, da senatore a vita aveva l’ufficio Carlo Azeglio Ciampi, Presidente onorario di AISES fino alla sua scomparsa.

È il suo insegnamento, sul sentimento dell’ “amor di Patria” come responsabilità attiva, a tracciare la rotta dell’intero intervento. L’educazione, afferma, non è più un capitolo ancillare delle policy pubbliche, è parte integrante della sicurezza nazionale e della tenuta democratica. Perché le minacce che affrontiamo “vanno dalle forme convenzionali a quelle non convenzionali: disinformazione online, guerra cognitiva, sistemi d’intelligenza artificiale agentivi”. Richiamando Luciano Floridi, De Luca parla di “ri-ontologizzazione del reale”: la nostra vita è avvolta da un ambiente digitale pervasivo, che ristruttura comportamenti, istituzioni e cittadinanza. Di qui la centralità della cybersicurezza come politica pubblica e, prima ancora, come alfabetizzazione sociale. La risposta, per De Luca, è sistemica. La strategia educativa deve costruire un ecosistema per “fare sistema Paese”, connettendo scuola, famiglia, università, Forze Armate, media, imprese, istituzioni e quadro europeo. Non è un’agenda di competenze tecniche, ma un progetto culturale e civico, formare cittadini “consapevoli e resilienti, capaci di difendere i pilastri della democrazia”.

Nel suo lessico, la difesa della patria supera l’interpretazione bellica dell’art. 52 della Costituzione, “un sacro dovere del cittadino”, e si rinnova come dovere quotidiano di conoscenza, solidarietà tra generazioni e partecipazione attiva. Il fuoco di questo "sacro dovere" è ciò che Carlo Azeglio Ciampi definiva “amor di Patria” che esorta all’impegno per la libertà e la dignità del popolo italiano e di tutti i popoli, che opera per rafforzare la Costituzione repubblicana e difendere i suoi valori e che insegna a coltivare la memoria storica. È la lettura di Ciampi: patriottismo come appartenenza, responsabilità e servizio alle istituzioni repubblicane, coltivazione della memoria storica. La tesi trova un ancoraggio originale nell’etimologia, “educare” da educere (condurre fuori, dispiegare in formazione), “istruire” da instruere (equipaggiare). Parole nate nel linguaggio dell’addestramento militare diventano, oggi, il vocabolario della cittadinanza digitale. Educare significa “preparare all’imprevisto”, costruire “anticorpi cognitivi”, un’“armatura mentale” capace di discernere, ponderare, giudicare e decidere. Il cuore invisibile della sicurezza nazionale, insiste De Luca, è la capacità diffusa di giudizio critico, poiché solo chi sa decidere è in grado di esercitare il libero arbitrio. L’intervento non elude la dimensione europea dove De Luca sottolinea come la formazione sia il primo strumento di regolazione democratica dell’innovazione. Con l’adozione dell’AI Act, l’Unione Europea si è dotata del primo quadro normativo sull’intelligenza artificiale, volto a garantire sistemi affidabili, trasparenti e conformi ai diritti fondamentali.

Tra le novità più rilevanti, l’articolo 4 introduce un obbligo formativo per fornitori e utilizzatori di IA, promuovendo un livello adeguato di alfabetizzazione all’intelligenza artificiale (AI literacy). In parallelo, con il Piano d’Azione per la Democrazia Europea (EDAP), l’UE rafforza le politiche contro la disinformazione, promuovendo trasparenza delle piattaforme digitali, responsabilità nella moderazione dei contenuti e formazione al pensiero critico per cittadini e studenti. Infine, di fronte al mutato contesto geopolitico, l’UE ha avviato il piano “ReArm Europe - Preparati per il 2030”, con l’obiettivo di rafforzare l’industria della difesa europea e promuovere una maggiore integrazione strategica tra sicurezza economica, digitale e militare. Questo processo richiede non solo infrastrutture, ma soprattutto capacità umane in grado di comprendere, applicare e governare tali tecnologie. Secondo De Luca, la centralità della formazione avanzata e dell’investimento in capitale umano altamente qualificato si conferma, dunque, come la vera leva competitiva del continente per garantire la sovranità tecnologica e l'autonomia strategica dell’Europa, come già evidenziato nel 2024 anche dal rapporto Draghi.

In questo quadro rinnovato, De Luca pone un obiettivo: autonomia e indipendenza strategica dell’Europa come necessità, non opzione. Per arrivarci serve una “grande sfida educativa” che coinvolga classi dirigenti e intero ecosistema culturale, istituzionale e produttivo. È qui che si colloca il progetto CESN”, ideato da De Luca e avviato dall’accordo quadro di collaborazione tra CNR e la Fondazione AISES-SPES Academy, come nuova frontiera dell’educazione civica: coniugare competenze qualificate, consapevolezza strategica e spirito democratico, per presidiare “le infrastrutture cognitive della nazione” con la stessa cura riservata a quelle fisiche. In sintesi, educare per innovare, formare per difendere e competere sono due facce della stessa strategia europea per affrontare le sfide del XXI secolo. La perorazione finale è un distillato politico-pedagogico, rovesciare il vecchio brocardo si vis pacem, para bellum in una grammatica della pace come orizzonte dell’umano. “Se vuoi la pace, prepara ed educa. Se vuoi la libertà, istruisci. Se vuoi la democrazia, forma coscienze divergenti”. È un invito a spostare l’energia dal “facile pacifismo” alla costruzione lenta e quotidiana della pace “sui banchi di scuola”, nel lavoro e nella comunità.

Solo così, integrando Costituzione e innovazione, cultura e difesa, istituzioni e società civile, potremo “riarmare le coscienze” e trasformare le crisi in opportunità storica: risvegliare l’amor di patria, rafforzare lo spirito democratico, la coesione sociale e la solidarietà per rendere più forti e consapevoli le generazioni presenti e quelle che verranno. Insieme a De Luca hanno preso la parola, per testimoniare l’importanza e l’urgenza della sfida culturale, personalità di altissimo profilo come Bruno Frattasi (DG ACN e Presidente del CESN), Mario Caligiuri (Università della Calabria, Direttore del Comitato scientifico CESN), Giampiero Massolo (Presidente Mundys, membro CESN), Alfio Rapisarda (Head of Global Security di Eni, membro CESN). Il discorso di De Luca ha offerto la chiave di volta nel considerare la sicurezza come educazione e l’educazione come infrastruttura cognitiva della democrazia. E la consegna dei diplomi agli studenti SPES Academy 2024/2025, nel cuore di Palazzo Giustiniani, ha offerto l’immagine più nitida di questa visione, perché la sicurezza nazionale non è soltanto un perimetro da difendere, è una coscienza da formare.

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