La Francia, a ventiquattr'ore dalla morte di Jean-Marie Le Pen, discute ancora, e animatamente, sulla figura che ha catalizzato l'estrema destra per decenni, lasciando una eredità controversa, ma anche contesa.
Così, mentre gli esponenti della destra rendono omaggio allo scomparso, c'è stato chi, in diverse città del Paese, si è riunito per festeggiarne la morte, con tanto di canzoni e fuochi d'artificio.
''Questo sporco razzista è morto'' si poteva leggere in un cartello issato tra la piccola folla che, a Parigi, in Place de la République, dove si è radunata per ''festeggiare''.
Una manifestazione sulla quale è intervenuto il ministro dell'Interno, Bruno Retilleau, che, su X, ha scritto che ''niente , assolutamente niente, giustifica la danza su un cadavere. La morte di un uomo, anche di un avversario politico, dovrebbe ispirare solo moderazione e dignità. Queste scene di giubilo sono semplicemente vergognose''.
Francia, morto Jean-Marie Le Pen: chi festeggia, chi lo onora, chi lo attacca ancora
Una presa di posizione sulla quale non s'è trovata d'accordo Mathilde Panot, esponente di France Insoumise (il partito della sinistra radicale) che ha ricordato che ''coloro che sono scioccati'' da questi assembramenti sono quelli che hanno partecipato al ricordo della strage jihadista nella redazione di Charlie Hebdo e che poi si dicono scandalizzati che ''si possa fare uno scherzo o un comizio simbolico sulla morte di un leader di estrema destra , che era un nemico della Repubblica''.
A Lione, secondo la prefettura, circa 600 persone si sono radunate nel centro della città, su appello dell'ultrasinistra, per ''fare festa'' dopo la morte di Jean-Marie Le. Secondo la prefettura del Rodano, sette persone sono state arrestate in seguito a questo raduno, per "partecipazione ad un gruppo con l'obiettivo di preparare violenza contro persone o cose" e per "danni intenzionali a cose mediante incendio".
A Marsiglia, dove nel Porto Vecchio si sono radunate tra le 200 e le 300 persone, l'atmosfera era festosa, tra bottiglie di champagne, cappellini da festa e un cartello con la scritta ''Finalmente''.
Una delle partecipanti alla manifestazione ha detto che è ''la morte di un personaggio che odiamo, perché era misogino, razzista, negatore dell'Olocausto, antisemita e tutto il resto... Dobbiamo festeggiare quando muoiono personaggi così odiosi". Un'altra manifestante ha definito Le Pen ''un simbolo di un'estrema destra che oggi non ha più alcun significato. Purtroppo esiste ancora e dobbiamo ricordare che non deve essere viva"-
Ferma anche la presa di posizione delle rappresentanze delle comunità ebraiche.
La morte di Jean-Marie Le Pen "non deve segnare l'inizio della sua riabilitazione ", ha detto il presidente del Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia (CRIF), Yonathan Arfi. "Condannato più volte dai tribunali, Jean-Marie Le Pen è il primo ad aver dato sostegno politico all'antisemitismo, al razzismo e al negazionismo dopo la guerra'', ha denunciato il presidente del CRIF su X, aggiungendo che ''la lotta contro le sue idee non finisce con la scomparsa dell’uomo che le portava''.
Da parte sua Marion Maréchal, nipote dello scomparso, ha detto che non abbandonerà ''la missione". ''Hai suscitato, nel corso della tua vita, centinaia di migliaia di vocazioni. Avete permesso, per molto tempo, da soli e contro tutti, che milioni di francesi tornassero orgogliosi di sé e del proprio Paese. Grazie per tutto questo", ha scritto l'eurodeputata, nipote di Marine Le Pen.
Numerosi leader di sinistra hanno denunciato la reazione – ai loro occhi troppo elogiativa – di François Bayrou alla morte di Jean-Marie Le Pen, descritto come una ''figura della vita politica'' e istigatore di ''controversie'' da parte del Primo Ministro.
Manon Aybry, leader degli eurodeputati di France Insoumise, ''Jean-Marie Le Pen è morto. Non si trattava semplicemente di 'una figura della vita politica francese', come ha detto François Bayrou. Il rispetto per il defunto non dovrebbe portare alla cecità lungo la strada. Jean-Marie Le Pen era un razzista e un famigerato antisemita, adoratore di Pétain e torturatore in Algeria''.
''Era un razzista. Un antisemita. Un colonialista. Un nostalgico del regime di Vichy. Un'antifemminista... Un recidivo che, con le SS, fondò il FN'', ha detto il segretario generale del Partito socialista, Pierre Jouvet.
"Non si tratta di polemiche, ma di condanne per dichiarazioni razziste, antisemite e negazioniste dell'Olocausto ", ha detto il portavoce del Partito comunista francese, Ian Brossat, definendo "patetico" il messaggio del primo ministro .