Usa 2028 è un appuntamento, nella logica della politica, molto più vicino di quanto si pensi. E lo sa bene il vicepresidente JD Vance che, per allargare la base del suo consenso, si sta muovendo per conquistare alla sua causa la magmatica galassia del cristianesimo americano e, quindi, accreditarsi come il migliore candidato del movimento Maga, oggi scosso dalle polemiche anche intorno alla mancata pubblicazione, nella loro interezza, dei controversi files della vicenda Epstein.
Usa: JD Vance, guardando al 2028, arruola il Padreterno
Nella sua strategia per dare concretezza alle sue ambizioni, ieri Vance ha presenziato all'ultimo atto della convention AmericaFest di Turning Point USA , la creatura di Charlie Kirk di cui il vicepresidente ha detto di volere raccogliere il testimone nel mondo del conservatorismo americano.
E Turning Point ha subito risposto, per bocca della vedova di Charlie Kirk, Erika, CEO dell'organizzazione, che ha dato il suo endorsement ufficiale a Vance come candidato repubblicano alla presidenza al prossimo giro di valzer per la Casa Bianca.
Pur non facendo esplicito riferimento all'appoggio della vedova dell'attivista conservatore ucciso a settembre da un killer in un campus universitario, Vance ha ringraziato Erika per il sostegno: ''Devo iniziare con una nota di gratitudine, Erika. Non posso ringraziarti abbastanza per la tua forza, la tua grazia e le tue gentili parole di sostegno per questa amministrazione e per me personalmente", ha detto Vance.
"Ma lasciatemi dire - ha detto Vance, dopo una pausa, una tecnica usata da chi, davanti ad un uditorio, vuole accrescere l'attenzione - che il modo migliore per onorare Charlie è che nessuno di noi qui dovrebbe fare dopo la sua morte qualcosa che lui stesso si è rifiutato di fare in vita. Ci ha invitati tutti qui. Charlie ci ha invitati tutti qui per un motivo: perché credeva che ognuno di noi, tutti noi, avessimo qualcosa di valore da dire".
Nel corso del suo discorso, Vance ha parlato più volte di Charlie Kirk: "Se ti manca Charlie Kirk, prometti di combattere ciò per cui è morto?... Prometti di aiutare a sconfiggere i radicali che hanno festeggiato la sua morte?"
Calatosi ormai nel ruolo di delfino designato di Trump (che non ha ancora mostrato di avere fatto una scelta su chi appoggiare a succedergli), Vance, che si vede come il ''martello'' della Casa Bianca in vista delle delicatissime elezioni di midterm del 2026, ha ormai messo nel mirino della sua retorica i democratici, tra cui il governatore della California Gavin Newsom e la deputata Ilhan Omar, politica del Minnesota, di origini somale, definendoli "burattini" e accusandoli di voler rendere gli americani "poveri", "meno potenti" e "meno sicuri".
Nel suo discorso davanti ai membri di Turning Point, JD Vance ha ufficializzato la sua ''alleanza'' con i cristiani d'America coinvolgendo direttamente il Padreterno: ''Solo Dio può promettervi la salvezza in cielo, ma insieme possiamo realizzare la promessa della più grande nazione nella storia della Terra".
La ricerca di un forte legame con i conservatori, nei quali è essenziale la componente del cristianesimo in versione a stelle e strisce (molto tradizionalista, soprattutto nel variegato mondo dei fondamentalisti, per i quali è la Bibbia, non la Costituzione, il riferimento quotidiano) è parte della strategia di JD Vance, le cui idee in materia di rapporti internazionali e con l'Europa in particolare - da lui dileggiata in occasione della sua prima visita da vicepresidente - hanno fatto breccia in Donald Trump che, nel suo modo rozzo di esprimersi, le ha sposate, spostando le politiche della Casa Bianca in una dimensione nuova, che ha fatto a pezzi le vecchie alleanze.