La banca centrale cinese ha annunciato oggi di avere deciso di mantenere stabili i tassi di interesse preferenziali sui prestiti. La decisione arriva mentre l'economia del Paese abbia indicatori deboli e il settore immobiliare non mostri segnali di ripresa dalla prolungata crisi. La Banca Popolare Cinese ha mantenuto invariati i tassi di interesse preferenziali sui prestiti a uno e cinque anni rispettivamente al 3% e al 3,5%, mantenendoli invariati per la settima riunione consecutiva, in linea con un sondaggio Reuters.
Cina: la Banca centrale lascia invariati i tassi sui prestiti
Il tasso a un anno funge da parametro di riferimento per i nuovi prestiti, mentre quello a cinque anni aiuta a fissare i tassi dei mutui.
Le vendite al dettaglio sono aumentate dell′1,3% il mese scorso rispetto all’anno precedente, mancando nettamente la previsione mediana di una crescita del 2,8% e rallentando rispetto all’aumento del 2,9% del mese precedente.
Anche la produzione industriale ha deluso le aspettative, salendo del 4,8% a novembre rispetto all’anno precedente, rispetto alle stime di un balzo del 5%, e segnando la crescita più debole da agosto 2024.
La Cina continua patire la prolungata crisi del settore immobiliare. Gli investimenti in immobilizzazioni materiali, che includono gli immobili, hanno subito una contrazione del 2,6% nel periodo gennaio-novembre rispetto all’anno precedente, una flessione più marcata rispetto al 2,3% stimato dagli economisti.
Anche i prezzi delle nuove abitazioni hanno continuato a scendere a novembre, evidenziando la persistente debolezza del settore immobiliare cinese. I prezzi delle case nuove sono scesi dell′1,2% nelle città di primo livello, tra cui Pechino, Guangzhou e Shenzhen, mentre i prezzi delle case di rivendita sono scesi del 5,8% rispetto all’anno precedente.
All’inizio di questo mese, il ministero delle finanze cinese ha dichiarato che intende emettere obbligazioni governative speciali a lunghissimo termine il prossimo anno per finanziare la costruzione di progetti chiave e di nuove infrastrutture.
I responsabili politici hanno inoltre promesso di “sostenere con vigore l’attuazione di azioni speciali per stimolare i consumi”, mentre il Paese si confronta con le pressioni deflazionistiche. Tuttavia, un accordo commerciale provvisorio con Washington che preveda la sospensione dei livelli proibitivi di tariffe sulle esportazioni cinesi potrebbe comunque aiutare il Paese a realizzare il suo obiettivo di crescita economica di “circa il 5%” per il 2025, con l’aumento delle prospettive di maggiori spedizioni verso gli Stati Uniti.
Oggi l’indice CSI 300 della Cina continentale è salito dello 0,43%. Lo yuan onshore è rimasto invariato a 7,04 contro il dollaro, mentre lo yuan offshore si è leggermente indebolito, attestandosi a 7,03 contro il biglietto verde.