Iren chiude il 2024 con utile e dividendo in crescita. L’Utile netto di gruppo attribuibile agli azionisti si attesta infatti a 268,5 milioni di euro, in aumento del 5,4%). La crescita, spiega la società, riflette l’andamento dell’Ebitda e una miglior gestione finanziaria a compensazione di una più alta incidenza delle imposte, che nel 2023 avevano beneficiato della non imponibilità dei crediti di imposta, riconosciuti a contrasto dei costi dell'energia delle imprese energivore.
Iren chiude il 2024 con utile e dividendo in crescita
Il Cda ha deliberato di proporre all’assemblea, convocata per il 24 aprile, il pagamento di un dividendo pari a 12,83 euro per azione, in crescita dell'8% rispetto allo scorso anno. La data stacco della cedola è stata fissata al 23 giugno, con record date il 24 giugno e data di pagamento il 25 giugno.
“Chiudiamo il 2024 approvando risultati positivi - commenta il presidente Luca Dal Fabbro (in foto) - supportati sia dalla crescita organica dei diversi business sia da quella inorganica con l’integrazione di Acquaenna e Sienambiente. Il consolidamento societario non solo accelera la crescita e rafforza la presenza territoriale del Gruppo, ma abilita anche nuovi progetti di sviluppo. Questa capacità di estrarre valore dalle società acquisite ci ha portati ad anticipare già nel 2025 il consolidamento di Egea, favorendo nuovi investimenti sui territori come lo sviluppo della rete di teleriscaldamento di Alessandria. Dal punto di vista finanziario nel corso dell’anno è cresciuto il peso della finanza sostenibile attraverso l’emissione di due nuovi Green Bond per un valore complessivo di 1 miliardo di euro. Inoltre, a gennaio 2025 abbiamo emesso il primo Bond Ibrido di Iren per un valore di 500 milioni di euro a supporto dello sviluppo inorganico. I buoni risultati raggiunti, tra cui un’utile netto in crescita del 5%, ci consentono di proporre, in linea con le previsioni di Piano Industriale, un incremento del dividendo dell’8%, portandolo a 12,83c€/azione.”
"Un anno, il 2024, caratterizzato da importanti traguardi anche dal punto di vista della sostenibilità – aggiunge il vicepresidente Moris Ferretti –. Innanzitutto, abbiamo redatto per la prima volta una Relazione annuale integrata finanziaria e di sostenibilità, in linea con quanto richiesto dalla CSRD, applicando i nuovi standard di rendicontazione ESRS. Inoltre, nel corso del 2024 il percorso verso gli obiettivi di sostenibilità del Piano Industriale è proseguito in tutti i business: la raccolta differenziata ha raggiunto quasi il 70% in tutti i territori serviti, l’energia rinnovabile venduta è in incremento di oltre il 36% rispetto allo scorso anno, l’intensità carbonica è in calo di circa il 6% grazie al forte incremento di produzione idroelettrica e rinnovabile e le perdite idriche restano stabili al 31% nonostante l’integrazione delle società recentemente acquisite nelle quali le performance sono ancora in via di ottimizzazione. L’impegno al miglioramento continuo nei risultati economici, finanziari e di sostenibilità è possibile grazie al contributo di oltre 11.300 persone, in crescita di circa 300 unità, che lavorano quotidianamente a supporto della creazione di valore che condividiamo con i nostri stakeholder.”
“Approviamo oggi un Ebitda pari a oltre 1,27 miliardi, superiore alla Guidance, e in crescita del 6,5% rispetto allo scorso anno - spiega poi Gianluca Bufo, amministratore delegato e direttore generale -. Questo conferma la traiettoria di sviluppo tracciata dal piano industriale e la capacità di Iren di adattarsi ai differenti contesti di mercato grazie soprattutto al proprio modello multibusiness. L’incremento di redditività, supportato dal recupero di marginalità della business unit Reti e dall’attività di vendita di commodity e servizi, ha consentito di ridurre il livello di indebitamento al 3,2x. Supportati dai risultati conseguiti, guardiamo al futuro per rendere Iren ancora più solida, attraverso una maggiore disciplina e selettività degli investimenti, che ci consentiranno di continuare a crescere prevalentemente nelle attività regolate e nell’incremento della qualità del servizio ai territori. Un futuro concreto già nel 2025 dove ci attendiamo un’Ebitda in ulteriore crescita compreso tra gli 1.340-1.360 milioni di euro. Infine, nei prossimi mesi lavoreremo con tutte le oltre 11 mila persone del gruppo e con il nuovo consiglio di amministrazione per definire un nuovo piano strategico per Iren che consolidi il ruolo della società come player di riferimento”.
I ricavi consolidati si attestano a 6.043,1 milioni di euro, in diminuzione del 6,9% a causa dei ricavi energetici, influenzati per oltre 300 milioni di euro dalla riduzione dei prezzi delle commodities e per circa 338 milioni dalla riduzione delle attività di efficientamento energetico quali le riqualificazioni energetiche degli edifici, per il progressivo completamento dei lavori correlati al Superbonus 110%. Incidono invece positivamente le revisioni tariffarie sia delle Reti che dell’Ambiente e le variazioni del perimetro di consolidamento che si riflettono sui ricavi per circa 51 milioni di euro e sono riferibili principalmente al consolidamento di Sienambiente e Acquaenna.
L'Ebitda ammonta a 1.274,1 milioni di euro, in aumento del 6,5% rispetto ai 1.196,9 milioni di euro dell’esercizio 2023. Il periodo è stato caratterizzato da uno scenario energetico meno favorevole rispetto al 2023, da importanti revisioni tariffarie che hanno interessato la BU Reti (con l’aggiornamento positivo dei parametri regolatori) e la BU Ambiente in particolare per le attività di raccolta rifiuti, dal pieno recupero della marginalità commerciale della BU Mercato e dall’avvio, seppur ancora non a regime, della fase operativa di alcuni impianti della filiera Ambiente nonché dal progressivo esaurimento dei cantieri legati al Superbonus 110%.
Per quanto concerne lo scenario energetico il principale fattore caratterizzante il periodo è la flessione del prezzo dell’energia elettrica (-15% rispetto al 2023) e quindi dei margini di generazione elettrica e calore; ciò ha comportato un importante impatto negativo sul margine operativo lordo (-141 milioni di euro), parzialmente assorbito (+78 milioni di euro) dall’incremento dei volumi di energia elettrica prodotta, ed in particolare della produzione Idroelettrica (+35% sul 2023), che ha beneficiato di un miglioramento dell’idraulicità di periodo e della produzione fotovoltaica per l’entrata in esercizio di nuovi impianti (+35,1% sul 2023).
Particolarmente positiva risulta l’attività di commercializzazione delle commodities energetiche (+59 milioni di euro), con particolare riferimento alla vendita di energia elettrica, che ha beneficiato di un importante recupero della marginalità.
Un contributo positivo al margine è generato altresì dalla crescita organica correlata agli incrementi tariffari in conseguenza degli investimenti effettuati sulla BU Reti negli scorsi anni (+17 milioni di euro) e alle revisioni tariffarie di inizio 2024 (+77 milioni di euro).
Nell’ambito della BU Ambiente risulta in flessione l’attività di trattamento e smaltimento dei rifiuti in seguito ad una minore operatività degli impianti legati a manutenzioni e guasti (-27 milioni di euro) a fronte di un recupero di marginalità dell’attività di raccolta rifiuti che ha beneficiato degli effetti positivi derivanti dalla regolazione tariffaria (+25 milioni di euro).
Risulta in flessione la filiera dell’Efficientamento energetico (-37 milioni di euro) per il progressivo esaurimento dei cantieri legati al superbonus 110% sui condomini e il ritardato avvio per incertezza normativa dei cantieri sulle Onlus.
Concorrono infine al miglioramento del margine le variazioni di perimetro correlate al consolidamento di Sienambiente (da gennaio 2024) e di Acquaenna (da giugno 2023), per circa 18 milioni di euro.
La variazione del margine in riferimento alle singole business unit mosra un forte miglioramento per quella Mercato (+29,9%) e Reti (+27,7%), seguite da Ambiente (+4,2%) ed Energia (-26%).
L'Ebit è pari a 519,7 milioni di euro, in aumento dell'11,9% rispetto ai 464,4 milioni di euro del precedente esercizio. Nel periodo si sono registrati maggiori ammortamenti per circa 55 milioni di euro relativi all’entrata in esercizio di nuovi impianti e all’ampliamento del perimetro di consolidamento, minori accantonamenti al fondo rischi per circa 44 milioni di euro, prevalentemente per gli accantonamenti straordinari effettuati nel 2023 in conseguenza delle disposizioni del Dl “Sostegni ter” e non più ripetibili e maggiori accantonamenti al fondo svalutazione crediti per circa 3 milioni di euro.
Si registrano inoltre altre svalutazioni per circa 12,5 milioni di euro, prevalentemente dovute agli effetti degli incendi occorsi nel secondo semestre 2024 agli impianti di selezione e trattamento della plastica da raccolta differenziata di Cadelbosco, all’impianto di trattamento di Terranuova Bracciolini e all’impianto trattamento Forsu di Gavassa.
L’Indebitamento finanziario netto si attesta a 4.083 milioni al 31 dicembre, in incremento del 4% rispetto al dato riferito al 31 dicembre 2023. Al riguardo, il flusso di cassa operativo, impattato positivamente dall’Ebitda e dallo smobilizzo dei crediti fiscali da Superbonus 110% per circa 250 milioni di euro, si attesta a fine anno ad oltre 1 miliardo di euro coprendo ampiamente gli investimenti effettuati e consentendo una riduzione del rapporto debito netto/Ebitda pari a 3,2x.
Gli investimenti lordi realizzati nel periodo ammontano a 942 milioni di euro, in crescita dello 0,9% rispetto al 2023, di cui 830 milioni di euro di investimenti tecnici e 112 milioni di euro di investimenti finanziari riconducibili all’acquisizione della quota di minoranza di Egea (87 milioni di euro), al consolidamento di Sienambiente (19 milioni di euro) e all’acquisto delle autorizzazioni per la costruzione del nuovo impianto agrivoltaico di Rovigo (5 milioni di euro). Si segnala inoltre che il 76% degli investimenti è stata orientata a progetti di sostenibilità, in linea con le previsioni di piano industriale.
I risultati economici per l'esercizio in corso sono previsti in aumento grazie alla crescita organica dei business regolati supportati dagli investimenti realizzati negli scorsi esercizi, al miglioramento della redditività degli impianti di trattamento dei rifiuti, all’entrata in esercizio dell’impianto fotovoltaico di Noto, al mantenimento della customer base in uno scenario più competitivo oltre all’anticipato consolidamento del Gruppo Egea.