Economia

Inflazione in frenata, ottobre segna un nuovo rallentamento, pesa il crollo degli energetici regolamentati

Redazione
 
Inflazione in frenata, ottobre segna un nuovo rallentamento, pesa il crollo degli energetici regolamentati
L’inflazione italiana rallenta ancora e torna ai livelli più bassi da fine 2024. Lo certificano i dati definitivi diffusi dall’Istat relativi a ottobre 2025, che registrano un incremento dell’indice NIC dell’1,2% su base annua, in marcato rallentamento rispetto al +1,6% di settembre, mentre su base mensile si osserva un calo dello 0,3%.

Inflazione in frenata, ottobre segna un nuovo rallentamento, pesa il crollo degli energetici regolamentati

A trascinare verso il basso il tasso di crescita dei prezzi sono soprattutto gli energetici regolamentati, protagonisti di un vero e proprio crollo, dal +13,9% di settembre passano a –0,5% su base annua, con una diminuzione del 6,4% su base mensile. Decisivo il ridimensionamento dei prezzi dell’energia elettrica nel mercato tutelato, che frena da +20,5% a +0,1%, e il tracollo del gas di rete, passato da –4,2% a –9,8% su base annua.

Rallenta sensibilmente anche la componente alimentare, soprattutto i prodotti non lavorati, la crescita scende da +4,8% a +1,9%, complice il netto calo dei prezzi dei vegetali freschi, che si portano a –6,4% su base annua. In rallentamento anche il cosiddetto “carrello della spesa”, che passa dal +3,1% al +2,1%.

L’inflazione di fondo, che esclude energetici e alimentari freschi, decelera lievemente al +1,9%. Ancora ampio il differenziale tra beni e servizi, i primi crescono solo dello 0,2%, mentre i servizi mantengono un ritmo del +2,6%, ampliando il divario a 2,4 punti percentuali.

La dinamica territoriale conferma un Paese a più velocità. L’inflazione è più alta nel Sud (+1,6%) e nel Nord-Est (+1,4%), mentre resta più contenuta nel Nord-Ovest (+1,1%) e nelle Isole (+0,8%). Tra le città, Napoli guida la classifica con un tasso del +2,0%, seguita da Bolzano e Bari (entrambe +1,9%). I valori più bassi si osservano a Messina (+0,5%) e Campobasso (+0,1%).

Sul fronte europeo, l’indice armonizzato IPCA conferma il rallentamento, +1,3% su base annua e –0,2% su base mensile, in linea con la stima preliminare. Anche qui pesano gli stessi fattori: alimentari in frenata, energia in calo e rallentamento del comparto ricreazione e cultura.

L’inflazione acquisita per il 2025 si attesta ora a +1,6% per l’indice generale, un dato che consolida il quadro di raffreddamento dei prezzi e apre scenari più distesi per consumatori, imprese e politiche economiche nei mesi finali dell’anno.

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