Economia

Industria calzaturiera italiana: fatturato 2025 atteso a 12,8 miliardi (-3,1%)

Redazione
 
Industria calzaturiera italiana: fatturato 2025 atteso a 12,8 miliardi (-3,1%)

L’indagine congiunturale condotta dal Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici dipinge un quadro di stabilizzazione per il settore calzaturiero italiano, con i primi nove mesi del 2025 descrivono un comparto che, pur ancora in territorio negativo (-4,1% i ricavi nel campione di Associati su gennaio-settembre 2024), vede un’importante attenuazione della flessione, con un calo del fatturato dello 0,9% nel terzo trimestre. Le proiezioni a consuntivo 2025 indicano un fatturato settoriale inferiore di circa 409 milioni di euro rispetto all’anno precedente (-3,1%).

Industria calzaturiera italiana: fatturato 2025 atteso a 12,8 miliardi (-3,1%)

Nei primi otto mesi del 2025 le esportazioni hanno raggiunto un valore di 7,72 miliardi di euro (-1,3%). Il dato più significativo riguarda le quantità: sono stati venduti all'estero 131,8 milioni di paia, con un incremento del +4,3%. Questo recupero in volume è stato accompagnato da un riposizionamento dei prezzi medi (58,58 euro al paio, -5,3%), segno di un rientro dopo gli aumenti a doppia cifra del biennio 2022/2023.

L’area UE (dove si dirigono 7 calzature su 10 esportate) cresce sia in valore (+2,2%) che in volume (+7,6%). La Germania si distingue con un solido +6% in valore e un +10% in paia, mentre performance positive interessano anche Spagna, Polonia, Belgio e Austria. Fuori dai confini comunitari, il Medio Oriente si conferma l'area più dinamica, con un +13% in valore complessivo, trainata dall'exploit degli Emirati Arabi Uniti (+20%). Bene anche Turchia e Messico. In difficoltà rimane invece il Far East, che soffre una contrazione superiore al -20%, sia in volume che in valore, risentendo del forte rallentamento registrato dalla Cina (-24,6% in valore) ma anche da tutti gli altri principali mercati asiatici (Hong Kong, Giappone e Sud Corea), oltre all’area CSI (-9,2%, con un -17,8% in Russia), sempre penalizzata dal conflitto.

Resta sotto attenta osservazione il mercato statunitense, che chiude gli otto mesi con un aumento in valore del +2,9% a fronte di un calo nelle quantità (-4,2%). Il comparto valuta con cautela l'impatto dei dazi fissati dall'accordo USA-UE: se agosto ha segnato un poco confortante -17,8% in valore, i dati preliminari di settembre mostrano una reattività per certi versi inattesa. Ad oggi, il 55% degli operatori associati che esportano negli USA giudica gli effetti dei dazi non irrilevanti, con punte di forte criticità per un'azienda su cinque.

Parallelamente, le importazioni sono cresciute del +12,8% in quantità (raggiungendo i 271,6 milioni di paia); una dinamica legata non ai consumi interni – rimasti piatti – ma al potenziamento dei flussi logistici per la riesportazione, specialmente nello sportswear.

Sul fronte interno, gli acquisti delle famiglie italiane nei primi 9 mesi hanno recuperato il gap col 2024, pareggiandone i livelli, solo grazie a un terzo trimestre positivo (+2% in quantità); restano però ancora distanti dal pre-Covid (-7,7%).

La produzione industriale sconta ancora le difficoltà della prima parte dell'anno, con un indice ISTAT a -8,5% nei primi 9 mesi.

Il lungo periodo di congiuntura sfavorevole ha lasciato strascichi sulla demografia d’impresa, con un calo a fine settembre del -3,4% nel numero di calzaturifici attivi e del -2,3% negli addetti rispetto al consuntivo 2024, tra industria e artigianato. Tuttavia, segnali di normalizzazione arrivano dalla Cassa Integrazione: dopo l'impennata del primo trimestre (+66%), le ore autorizzate nella filiera pelle sono diminuite del -20% nelle due frazioni successive, per un complessivo +2,5% nel cumulato a 9 mesi. La Toscana si conferma il distretto con il maggior ricorso agli ammortizzatori (9,1 milioni di ore, +56,8%), seguita da Campania (-14,2%) e Marche (+10,8%), in un quadro di gestione prudente della forza lavoro in vista della ripresa.

Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici (in foto), ha commentato: "Il quadro generale attuale resta complesso e non risparmia nemmeno le fasce più alte dell'offerta, ma i dati del terzo trimestre indicano una riduzione della caduta e una prima luce in fondo al tunnel recessivo. Nonostante l'assenza di miglioramenti significativi negli scenari geopolitici, la capacità delle nostre imprese di presidiare i mercati europei e di intercettare la domanda nelle aree più dinamiche, come il Medio Oriente, è la chiave per affrontare il 2026. Sebbene si rilevino performance aziendali disomogenee, con diverse realtà ancora in sofferenza, la flessione contenuta attesa nel fatturato in chiusura d’anno (stimato a 12,8 miliardi di euro), conferma la resilienza del Made in Italy."

  • Ora gli applausi sono tutti per loro - Roberto Bolle
  • Ora è il momento di tifare per loro - Jasmine Paolini
  • Milano Cortina 2025 con Pirelli
  • Generali -300x600 - Adesso per il tuo futuro
  • Ifis - Siamo il credito per la tua azienda 300x600
  • Ifis - Siamo il credito per la tua azienda 300x600
  • Non è solo luce e gas, è l'energia di casa tua.
  • Emergenza Traumatologica
Newsletter Euroborsa
Notizie dello stesso argomento
Intesa Sanpaolo, UniCredit e Eni guidano la classifica della reputazione online in Italia
29/12/2025
Redazione
Intesa Sanpaolo, UniCredit e Eni guidano la classifica della reputazione online in Italia
Expert.ai entra in LA4G e rafforza il ponte tra intelligenza artificiale e startup universitarie
29/12/2025
Redazione
Expert.ai entra in LA4G e rafforza il ponte tra intelligenza artificiale e startup univers...
Autostrade, la beffa di Capodanno. L'inflazione garantita alle spalle del Paese
29/12/2025
di Redazione
Autostrade, la beffa di Capodanno. L'inflazione garantita alle spalle del Paese
d’Amico International Shipping investe sulla flotta green, ordinati due tanker MR1 di nuova generazione
29/12/2025
Redazione
d’Amico International Shipping investe sulla flotta green, ordinati due tanker MR1 di nuov...