Esteri
Yemen: dopo gli attacchi israeliani, gli Houti arrestano operatori umanitari Onu
di Redazione

Gli Houthi, il movimento islamico armato foraggiato dall'Iran e che controlla vaste aree dello Yemen, hanno arrestato almeno undici operatori umanitari delle Nazioni Unite, dopo alcuni irruzioni negli uffici di due agenzie a Sana'a. arrestano almeno 11 operatori delle Nazioni Unite in raid contro due agenzie a Sana'a. Obiettivo degli Houthi sono state le agenzie delle Nazioni Unite per l'alimentazione, la salute e l'infanzia nella capitale dello Yemen, una mossa che arriva poche ore dopo che un attacco israeliano ha ucciso il primo ministro, Ahmed al-Rahawi, e altri altri esponenti del gruppo.
L'inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen, Hans Grundberg, ieri sera ha espresso una ferma condanna per ''la nuova ondata di detenzioni arbitrarie di personale delle Nazioni Unite oggi a Sana'a e Hodeidah... così come l'ingresso forzato nei locali delle Nazioni Unite e il sequestro delle proprietà dell'ONU''. Grundberg ha chiesto che gli arrestati siano rilasciati "immediatamente e incondizionatamente".
Da parte sua Abeer Etefa, portavoce del Programma alimentare mondiale, ha detto che il WFP ''ribadisce che la detenzione arbitraria del personale umanitario è inaccettabile".
Anche gli uffici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'Unicef sono stati perquisiti, secondo un funzionario delle Nazioni Unite e un funzionario Houthi, che hanno parlato a condizione di anonimato.
Il funzionario delle Nazioni Unite ha detto che le forze armate hanno fatto irruzione negli uffici e interrogato i dipendenti nel parcheggio, aggiungendo che si sono persi i contatti con diversi altri membri del personale del WFP e dell'Unicef, che probabilmente sono stati anche loro arrestati. I raid sono stati gli ultimi di una lunga repressione degli Houthi contro le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali che lavorano nelle aree controllate dai ribelli nello Yemen.
In passato, gli Houti hanno arrestato decine di membri dello staff delle Nazioni Unite, così come persone associate a gruppi di aiuto, alla società civile e all'ambasciata degli Stati Uniti a Sana'a, ora chiusa.
L'ONU ha sospeso le sue operazioni nella roccaforte Houthi di Saada, nel nord dello Yemen, dopo che i ribelli hanno arrestato otto membri del personale delle Nazioni Unite a gennaio.
Arresti e perquisizioni di ieri sono arrivati dopo l'uccisione del primo ministro Houthi e di diversi membri del suo gabinetto in un attacco israeliano giovedì.
Tra i morti, per l'attacco israeliano, oltre ad Ahmed al-Rahawi, ci sono il ministro degli Esteri Gamal Amer; il vice primo ministro e ministro dello Sviluppo locale, Mohammed al-Medani; il ministro dell'Elettricità, Ali Seif Hassan, e quelli del Turismo, Ali al-Yafei, e dell'Informazione, Hashim Sharafuldin.
Nell'attacco è morto anche un potente viceministro dell'Interno, Abdel-Majed al-Murtada.
Il ministro della Difesa, Mohamed Nasser al-Atifi, è sopravvissuto all'attacco, mentre Abdel-Karim al-Houthi, ministro dell'Interno e una delle figure più potenti del gruppo ribelle, non ha partecipato all'incontro di giovedì preso di mira da Israele. L'attacco di giovedì è arrivato dopo che gli Houthi hanno lanciato contro il territorio israeliano, il 21 agosto, un missile balistico.
Il missile, che secondo gli Houthi era puntato all'aeroporto Ben Gurion, ha provocato le sirene dei raid aerei in tutto il centro di Israele e Gerusalemme, costringendo molte persone ad andare nei rifugi.