Con oltre un miliardo di persone coinvolte in tutto il mondo, quattro milioni solo in Italia, l’obesità rappresenta una delle sfide sanitarie più urgenti del nostro tempo. Un pericolo, tuttavia ancora troppo sottovalutato. Ed è proprio per sensibilizzare cittadini e istituzioni su questa condizione cronica complessa e promuovere strategie di prevenzione e trattamento, che nel 2015 la World Obesity Federation ha istituito la Giornata mondiale dell'obesità, che si celebra oggi.
Giornata mondiale dell’obesità tra nuove scoperte neuroscientifiche e il boom dei farmaci GLP-1
Quest'anno il focus si concentra su un approccio sistemico, che coinvolga non solo il settore sanitario, ma anche istituzioni governative, ambienti di vita e di lavoro e media dal momento che l'urgenza della questione, la consapevolezza sul tema dell'obesità tra gli operatori sanitari italiani rimane insufficiente.
I dati del sistema di sorveglianza Passi relativi al biennio 2022-2023 evidenziano che il 40% della popolazione adulta tra i 18 e i 69 anni è in eccesso ponderale, con una prevalenza del 30% di soggetti in sovrappeso e del 10% di obesi. L'obesità risulta più diffusa tra gli uomini (52% contro il 34% delle donne), tra le persone con un basso livello di istruzione (63%) e tra coloro che affrontano difficoltà economiche (52%). A livello territoriale, le Regioni del Sud registrano i tassi più alti, sebbene il divario con il Nord si sia leggermente ridotto negli ultimi 15 anni. Nonostante l'elevata incidenza dell'obesità, meno della metà delle persone in sovrappeso ha ricevuto un consiglio medico per perdere peso.
L'attenzione dei professionisti sanitari sembra essere concentrata soprattutto sui soggetti obesi, trascurando la prevenzione nelle fasi iniziali del sovrappeso. In questo contesto, le farmacie giocano un ruolo cruciale nella sensibilizzazione, grazie alla campagna "Obesità. Non ignorarla, affrontiamola insieme", che prevede misurazioni gratuite dei parametri corporei e la raccolta di dati epidemiologici per migliorare le strategie di intervento.
Intanto, un'importante scoperta neuroscientifica, pubblicata sulla rivista Cell da un team della Columbia University, potrebbe aprire nuove prospettive per il trattamento dell'obesità. I ricercatori hanno individuato nel tronco encefalico una popolazione di neuroni specializzati nella regolazione del senso di sazietà. Questi neuroni integrano diverse informazioni sensoriali e metaboliche per determinare il momento in cui smettere di mangiare, distinguendosi da altri circuiti cerebrali già noti per il controllo dell'appetito.
Gli esperimenti condotti su modelli animali hanno rivelato che l'attivazione di questi neuroni porta a una riduzione significativa dell'assunzione di cibo, mentre la loro inibizione ne aumenta il consumo. Inoltre, tali neuroni rispondono agli agonisti del recettore del GLP-1 (peptide-1 glucagone-simile), una classe di farmaci già impiegata nel trattamento dell'obesità e del diabete. Il GLP-1 agisce stimolando questi neuroni della sazietà, prolungando il senso di pienezza e riducendo così l'assunzione calorica complessiva. Secondo Alexander Nectow, coordinatore dello studio, questi neuroni potrebbero essere presenti anche nell'uomo, aprendo la strada a terapie mirate per il controllo del peso corporeo. L'ipotesi è che, attraverso la combinazione di farmaci GLP-1 e strategie di neuromodulazione, si possano ottenere risultati più efficaci e duraturi nella gestione dell'obesità. Jeff Davies, neuroscienziato della Swansea University, sottolinea come la comprensione di questi meccanismi sia particolarmente cruciale in un'epoca in cui l'accesso a cibi ipercalorici è sempre più facile e diffuso.
Parallelamente alle scoperte neuroscientifiche, il mercato dei farmaci agonisti del GLP-1 sta registrando una crescita senza precedenti. Basti pensare che nel 2024 la spesa globale per questi farmaci ha superato i 30 miliardi di dollari, un aumento di oltre dieci volte rispetto al 2020. Il boom è stato trainato dall'uso off-label di questi medicinali, nati per il trattamento del diabete ma sempre più prescritti per la perdita di peso. In Italia, la spesa privata per gli agonisti GLP-1 è passata da 52 milioni di euro nel 2023 a oltre 115 milioni nel 2024, con un raddoppio del numero di confezioni vendute. Tuttavia, il Sistema Sanitario Nazionale ha finora coperto solo in parte il costo di questi trattamenti, destinandoli principalmente ai pazienti diabetici. La crescente domanda da parte di persone in sovrappeso o obese ha sollevato il dibattito sulla necessità di ampliare la rimborsabilità di questi farmaci, specialmente in considerazione dell'inclusione dell'obesità nel Piano Nazionale delle Cronicità.
Nel frattempo, il prossimo 24 marzo, il Parlamento italiano discuterà una proposta di legge per garantire prestazioni sanitarie coperte dal SSN anche per chi soffre di obesità non diabetica. Un altro passo avanti è stato compiuto dalla Commissione Globale su Obesità, Diabete ed Endocrinologia, che ha pubblicato su The Lancet un nuovo approccio diagnostico basato su criteri più precisi dell'Indice di Massa Corporea (BMI). La commissione, presieduta da Francesco Rubino del King's College di Londra, propone di distinguere tra obesità clinica e preclinica, identificando criteri oggettivi che aiutino a stabilire quando intervenire con terapie farmacologiche o strategie di prevenzione alternative. Una nuova definizione, che potrebbe favorire una riallocazione più equa delle risorse sanitarie, ottimizzando l'accesso ai farmaci GLP-1 per chi ne ha maggiore necessità.