Il Giappone è una delle mete più amate dal turismo occidentale e negli ultimi anni ha registrato un aumento esponenziale di visitatori che, tuttavia, molto spesso ignorano i dettami più basilari della cultura e dell’etichetta del luogo, dimostrandosi più o meno volontariamente tanto maleducati da aver indotto, infine, il governo giapponese a prendere provvedimenti. Il Giappone è un arcipelago e che, in quanto tale, ha sempre mantenuto una stretta osservanza delle tradizioni, una cultura quasi incontaminata per millenni e, come spesso accade a contesti geograficamente isolati, una certa diffidenza nei confronti dell' ''altro''.
Anche il Giappone alle prese con turisti irrispettosi del patrimonio culturale
La massiccia invasione turistica degli ultimi tempi, invece, combinata spesso all’ignoranza più o meno consapevole degli usi locali, porta ad eccessi come quelli delle frotte di turisti che vanno a caccia di maiko e geiko (così si chiamano geisha e apprendiste) nel quartiere di Gion a Kyoto per poterle fotografare, per esempio, o addirittura toccare, del tutto ignari dell’effetto che si potrebbe sortire su ragazze spesso giovanissime, con una cultura del tutto differente e senz’altro poco o per nulla avvezze alla consuetudine dei selfie (per non parlare dei danni arrecati ai preziosi kimono che indossano), creando squilibri che molti risolvono, almeno in parte, decidendo di chiudere le porte agli stranieri.
Sta succedendo questo nella regione di Yamagata, dove sorge Ginzan Onsenm famosa località termale giapponese nota per i suoi suggestivi panorami innevati, che si suppone abbia ispirato il film La città incantata del premio Oscar Hayao Miyazaki.
La cittadina, meta ogni anno di circa 330.000 visitatori provenienti da tutto il mondo, ha iniziato a limitare l'ingresso ai soli turisti in gita durante l'alta stagione invernale, ovvero da quando sono cominciati i problemi per i residenti, con segnalazioni di litigi per i posti in cui scattare foto e per i parcheggi.
Di conseguenza, dal 7 gennaio prossimo, chi vorrà entrare nella città dopo le 17:00 dovrà acquistare un biglietto, mentre dopo le 20 saranno banditi i visitatori senza prenotazione presso gli hotel locali. I 25 milioni di turisti nel 2023, quasi ai livelli pre-pandemia e circa 20 milioni in più rispetto al 2010, creano perciò disagi che le amministrazioni locali cercano di arginare con sanzioni e divieti, che probabilmente potranno ben poco, anche per motivi logici, contro i sessanta milioni di visitatori all’anno cui punta il governo entro il 2030, ma i casi in cui l’ingresso ai turisti è vietato o contingentato sono in aumento. A maggio, Fujikawaguchiko, una cittadina ai piedi del monte Fuji, dopo le rimostranze dei residenti, ha eretto una grande rete nera per chiudere la vista di un celebre punto fotografico che raffigurava un minimarket stagliato contro la montagna, ed è stata rimossa ad agosto, dopo che la mania si era placata. Intanto, in altri luoghi come il monte Fuji e il castello di Himeji, il più grande del Giappone, situato nella prefettura occidentale di Hyogo, è stato proposto di aumentare il prezzo d'ingresso per i visitatori. Per promuovere un turismo rispettoso degli abitanti e della loro qualità di vita, il governo di Tokyo cerca di pubblicizzare mete meno battute di quelle canoniche come Tokyo, Kyoto e Osaka, ma altrettanto “autentiche” come Hokkaido e Okinawa. Tuttavia il problema riguarda soltanto i numeri quanto piuttosto una diversa forma mentis: chi vive abita località o nei quartieri più famosi lamenta la maleducazione e il mancato rispetto dell'etichetta da parte dei visitatori stranieri.
Una cosa che riguarda molte località dell'Estremo Oriente, dove alcuni media hanno denunciato che orde di visitatori stranieri che cercano di fotografare i monaci, o peggio, di farsi un selfie con loro ''per un senso di superiorità'', rivelando un problema difficile da risolvere a colpi di multe. Spesso un viaggio in Giappone rappresenta il sogno di chi è cresciuto tra videogiochi, anime e manga, ed è ormai un trend inarrestabile. Tutti vogliono una foto fra i torii del Fushimi Inari-taisha, ìvisitare il tempio di Kiyomizu-dera, immergersi nello street food di Osaka, girare per konbini e sentirsi dentro un film di animazione: il risvolto della medaglia, però, si traduce in file interminabili nei siti turistici e per le attrazioni più famose, in rifiuti abbandonati nei sentieri o sui sedili delle metropolitane (gesti impensabili per i giapponesi) e, appunto, in turisti maleducati che non rispettano i ritmi di un Paese così profondamente diverso da quelli occidentali. Giorgio Amitrano, docente di lingua e letteratura giapponese all’Università L'Orientale di Napoli, dalle colonne di Vanity Fair, ha dichiarato che ''a spingere i turisti verso il Giappone è soprattutto l'attrazione per lo stile di vita e l'estetica, che gli stranieri hanno imparato a conoscere attraverso i manga, i cartoni animati, la letteratura e il cinema. I tanti video sul Giappone che compaiono su YouTube e altre piattaforme web contribuiscono sicuramente ad alimentare questo interesse''.
Amitrano, tuttavia, avverte che ''l’atteggiamento aperto e accogliente del Giappone da qualche tempo è messo in crisi, soprattutto a Kyoto, da un eccesso di turisti, la cui presenza massiccia e gli atteggiamenti non sempre rispettosi e corretti ha stravolto l'atmosfera tranquilla di questa città. Un esempio dei problemi arrecati dal numero eccessivo di visitatori è il fatto che sia diventato difficile per gli abitanti di Kyoto usare gli autobus perché troppo carichi di turisti. Ma questo è un problema che non riguarda unicamente il Giappone. D’altra parte il turismo porta sicuramente ricchezza e lavoro, anche se non tutti godono di questi vantaggi''.
D’altro canto, il Giappone invoca ''il contributo importante dei turisti, che dovrebbero assumere un'attitudine consapevole al viaggio''. Attitudine che anche il nostro turismo farebbe bene a coltivare. In Italia i danni provocati dai turisti sono ingenti e spesso, se non sempre, ai danni del patrimonio artistico e archeologico, da Pompei depredata addirittura di mosaici e rivestimenti parietali alle opere esposte nei Musei che sono costantemente toccate e manipolate nonostante i divieti fino ai rifiuti abbandonati in modo selvaggio come, per esempio, nel parco della magnifica Reggia di Caserta.