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Francia, la rivincita delle meduse: quattro reattori nucleari fuori servizio a Gravelines

Redazione
 
Francia, la rivincita delle meduse: quattro reattori nucleari fuori servizio a Gravelines

Pare che il Mare del Nord, in questi giorni, abbia deciso di dare una lezione di umiltà al progresso umano. Non con tempeste o onde anomale, ma con un esercito silenzioso e gelatinoso: le meduse. Un’ondata “massiccia e imprevedibile” di questi antichi abitanti dei mari ha infatti mandato in tilt la centrale nucleare di Gravelines, nel Nord della Francia, costringendo allo spegnimento quattro dei suoi sei reattori.

Francia, la rivincita delle meduse: quattro reattori nucleari fuori servizio a Gravelines

L’annuncio è arrivato da Électricité de France (Edf), gigante nazionale dell’energia, che ha spiegato come le unità 2, 3 e 4 si siano spente automaticamente tra la tarda serata di domenica 10 agosto e la mezzanotte, mentre la sesta ha seguito a ruota alle prime luci di lunedì. Le restanti due unità, ironia della sorte, erano già ferme per manutenzione: risultato, impianto completamente inattivo.

La causa? Le pompe che aspirano l’acqua dal Mare del Nord per raffreddare i reattori sono state invase dalle meduse, che hanno intasato i filtri e bloccato il flusso. Nessun rischio per la sicurezza, assicurano da Edf, ma il riavvio richiederà giorni di lavoro. Chi pensa a un episodio isolato sottovaluta il potere di questi esseri senza ossa né cervello, ma capaci di mettere in ginocchio impianti ad alta tecnologia. Già in passato le meduse hanno costretto al fermo centrali nucleari in Stati Uniti, Giappone, Svezia e Regno Unito.

Nel 2021, la centrale scozzese di Torness, anch’essa di Edf, dovette chiudere per una settimana per lo stesso motivo. Evidentemente, l’industria nucleare può prevedere terremoti e tempeste, ma non sempre l’arrivo silenzioso di un banco di meduse che, secondo gli esperti, stanno proliferando in maniera più marcata proprio nel Mare del Nord, in particolare lungo le coste di Dunkerque. Questo a causa di un cocktail di fattori: acque più calde a causa del cambiamento climatico e riduzione dei predatori naturali, come il tonno, per via della pesca intensiva.

Meno predatori, più meduse: una legge di equilibrio naturale tanto semplice quanto inesorabile. Forse c’è qualcosa di poeticamente surreale nel vedere una delle centrali più potenti d’Europa resa inoffensiva da creature trasparenti e silenziose, che popolano i mari da centinaia di milioni di anni, molto prima che noi imparassimo a domare l’atomo. Un promemoria, forse, che per quanto ci ostiniamo a pensare di essere padroni del pianeta, basta un banco di meduse a ricordarci chi governa davvero il gioco.

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