Il ricco settore delle acque minerali francesi, una delle voci importanti dell'economia transalpina, grazie ad un ricco export, è sotto i riflettori a causa del cambiamento climatico e delle crescenti preoccupazioni per l'impatto ambientale del settore. Una situazione che sta ponendo un interrogativo che rischia di diventare sostanziale: alcuni marchi di fama mondiale, in particolare l'iconico marchio Perrier, possono continuare a chiamarsi "acqua minerale naturale", che funge da irresistibile polo d'attrazione per i consumatori di tutto il mondo?
Francia: le acque minerali possono ancora definirsi "naturali"? In crisi una voce importante dell'economia
La Perrier sta affrontando un delicato passaggio giudiziario della sua lunga esistenza. Nei prossimi mesi dovrebbe arrivare una decisione della magistratura francese, dopo che le rivelazioni dei media d'oltralpe sui sistemi di filtrazione illegali che sono stati ampiamente utilizzati nel settore, apparentemente a causa delle preoccupazioni per la contaminazione dell'acqua, dopo anni di siccità legata al cambiamento climatico.
Per i giornalisti francesi che seguono la vicenda, è un ''Watergate", una ''combinazione di frode industriale e collusione statale", alludendo al fatto che la Perrier non avrebbe potuto proseguire nelle sue presunti attività illegali se non grazie alla benevola ''disattenzione'' degli organi pubblici preposti ai controlli.
Quindi, il modello commerciale dei grandi produttori francesi, se ha funzionato molto bene, non è più assolutamente sostenibile in un momento di cambiamento climatico globale. In sostanza, se i grandi marchi hanno la necessità di trattare la loro acqua è perché sanno di avere un problema con la qualità.
La storia ha fatto notizia un anno fa in Francia, dopo che un'inchiesta di Le Monde e Radio France ha rivelato che almeno un terzo dell'acqua minerale venduta in Francia era stata trattata illegalmente, con luce ultravioletta, filtri a carbone o micromaglie ultrafini comunemente usate per schermare i batteri.
La questione non era comunque di salute pubblica (l'acqua trattata è per definizione sicura da bere), ma le leggi comunitarie. Per le quali l'acqua minerale naturale – che si vende a un prezzo enorme rispetto all'acqua del rubinetto – dovrebbe essere inalterata tra la fonte sotterranea e la bottiglia. Ed il punto è proprio questa.
Se marchi come Evian, Vichy e Perrier hanno avuto tanto successo in Francia e in tutto il mondo, è grazie a un'immagine accattivante dei pendii montuosi, dei ruscelli impetuosi, della purezza e dei minerali salutari.
Se ammetti di filtrare l'acqua, l'industria non può sostenere più l'immagine romantica alla quale si è affidata e i consumatori potrebbero iniziare a chiedersi per cosa hanno pagato.
A complicare le cose per Perrier e la sua società madre Nestlé – così come per il governo del presidente Emmanuel Macron – è l'accusa che dirigenti e ministri abbiano cospirato per mantenere la faccenda nascosta, coperto le notizie di contaminazione e riscritto le regole in modo che Perrier potesse continuare a utilizzare la microfiltrazione.
Nelle loro indagini, Le Monde e Radio France hanno affermato che il governo considerava l'industria dell'acqua minerale così strategica da accettare di sopprimere le informazioni dannose. Un'inchiesta del Senato sulla vicenda ha accusato il governo di una "strategia deliberata" di "dissimulazione".
In risposta alle accuse, il governo ha chiesto alla Commissione europea di stabilire quale livello di microfiltrazione sia consentito per "l'acqua minerale naturale", suggerendo una riscrittura delle regole quando il danno - sempre se danno c'è stato - è stato fatto e per anni.
All'inizio di quest'anno, durante l'audizione al Senato sull'industria, l'amministratore delegato di Nestlé Laurent Freixe ha ammesso che Perrier aveva effettivamente utilizzato metodi illeciti per trattare la sua acqua.
Ma aveva anche un'altra ammissione: che un rapporto ufficiale degli idrologi sul sito storico dell'azienda nel dipartimento del Gard, nel sud della Francia, aveva raccomandato di non rinnovare lo status di "acqua minerale naturale" per la produzione dell'azienda.
Quindi, per la prima volta nei suoi 160 anni di storia, l'acqua Perrier potrebbe presto non essere etichettata come ciò che la gente presume che sia.
Lontana dal remoto paesaggio montano che si possa immaginare, l'acqua di Perrier viene pompata da profonde falde acquifere nella pianura costiera tra Nîmes e Montpellier, a breve distanza dal Mediterraneo. La zona è popolosa, molto coltivata e molto calda.
Ma gli effetti della siccità a lungo termine e dell'eccessivo pompaggio significano che queste falde acquifere inferiori contengono meno volume, quindi qualsiasi contaminazione sarà più concentrata, dicono gli esperti.
L'anno scorso nello stabilimento di Perrier, tre milioni di bottiglie sono state distrutte a causa di una contaminazione. Ma l'azienda insiste sul fatto che eventuali problemi vengano rilevati rapidamente.
E contesta l'affermazione che i contaminanti stiano entrando nelle falde acquifere profonde. La fonte originale di Perrier è stata sfruttata per la prima volta da un medico locale nel 1860, ma è stato sotto la gestione britannica che il marchio è decollato 50 anni dopo.