Una boccata d'ossigeno per l'industria automobilistica, e un segnale di pragmatismo da Bruxelles. Oggi a Strasburgo, l'Aula del Parlamento europeo ha dato il suo definitivo via libera, con un consenso larghissimo (458 voti a favore, appena 101 contrari e 14 astensioni), a una proposta che modifica in modo mirato le regole sulle emissioni di anidride carbonica per le auto e i furgoni di nuova immatricolazione.
Emissioni: l'Europa concede più flessibilità
L'obiettivo principale è quello di offrire una maggiore elasticità ai costruttori di veicoli che potrebbero faticare a centrare in pieno il target di riduzione previsto per la fine del 2025. In parole povere, si vuole ridurre il rischio concreto che molte case automobilistiche si trovino a dover pagare multe decisamente pesanti per non aver rispettato la scadenza originaria.
L'iter legislativo è stato rapido, quasi un'accelerazione per evitare il "muro" del 2025. Il Parlamento aveva già dato il suo assenso a procedere con urgenza la settimana scorsa, e ieri anche il Consiglio Ue aveva approvato la modifica senza apportare cambiamenti. Ora, dopo l'ultimo via libera del Parlamento e la necessaria revisione da parte dei giuristi-linguisti, il testo potrà essere formalmente adottato dal Consiglio ed entrare in vigore già quest'anno. Un passo fondamentale per scongiurare le sanzioni che, con le regole attuali, sarebbero scattate implacabili subito dopo la fine del 2025.
Ma cosa prevedono le norme oggi in vigore e cosa cambia esattamente? Le regole attuali stabiliscono obiettivi precisi per ridurre le emissioni medie di CO2 dell'intera flotta di auto e furgoni nuovi venduti nell'UE. L'obiettivo "intermedio" era un taglio del 15% delle emissioni annuali entro la fine del 2025, rispetto ai valori del 2021. Questo come tappa verso il ben più ambizioso -55% entro il 2030 e, traguardo finale, le emissioni nette zero entro il 2035. La modifica appena approvata, frutto della proposta della Commissione e del consenso di Consiglio e Parlamento, introduce una clausola di flessibilità proprio sul target 2025. Ai costruttori viene data la possibilità di rispettare l'obiettivo di riduzione del 15% non più in modo puntuale al 31 dicembre 2025, ma come media annuale calcolata sul triennio 2025-2026-2027.
Questo significa che un'eventuale emissione in eccesso nel 2025 potrà essere "compensata" raggiungendo un valore di riduzione superiore all'obiettivo nei due anni successivi. È importante sottolineare che questa "spalmatura" dei tempi riguarda esclusivamente l'obiettivo del 15% previsto per il 2025. Tutti gli altri obiettivi di riduzione, quelli per il 2030 e il traguardo finale del 2035 (emissioni zero), rimangono assolutamente invariati. Una mossa, dunque, che cerca di conciliare l'ambizione ambientale di lungo termine con le sfide pratiche che l'industria sta affrontando nel breve periodo.