Cultura

Addio a Eleonora Giorgi

Redazione
 
Addio a Eleonora Giorgi

Eleonora Giorgi ha attraversato la vita con la stessa intensità con cui ha calcato il set cinematografico: con passione ardente, grazia innata e una determinazione incrollabile. Anche quando il destino le ha posto dinanzi la prova più dura, la malattia, il suo spirito luminoso ha continuato a brillare, ispirando chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerla o di seguirne il percorso artistico e umano.

Addio a Eleonora Giorgi

Sperava in un miracolo, un soffio di vento capace di cambiare il corso degli eventi, ma quel miracolo non è arrivato. Eppure, fino all'ultimo istante, non ha mai smesso di credere nella speranza, stringendosi con amore ai suoi figli, Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro, che le sono rimasti accanto con dedizione e tenerezza. Dopo quindici mesi di lotta contro un tumore al pancreas, Eleonora si è spenta all'età di 71 anni, lasciando dietro di sé un'eredità fatta di talento, emozioni e indimenticabili interpretazioni. La sua esistenza è stata un susseguirsi di successi, cadute e rinascite, vissuta con un'intensità che non lasciava spazio alla mediocrità.

Nata a Roma il 21 ottobre 1953, di origini inglesi e ungheresi, il suo ingresso nel mondo del cinema avviene quasi per caso con "Roma" di Federico Fellini, che intravede in lei un potenziale straordinario. Ma è nel 1972, con "Storia di una monaca di clausura", che conquista il grande schermo, affermandosi negli anni Settanta come un'icona di bellezza sofisticata e intrigante.

La sua versatilità le permette di spaziare tra generi diversi, dimostrando un talento che va ben oltre il ruolo di sex symbol. Se da un lato incanta nelle commedie leggere, dall'altro si distingue in pellicole drammatiche di grande impatto come "L'Agnese va a morire" e "Dimenticare Venezia". Ma il 1982 è l'anno della consacrazione definitiva: grazie a "Borotalco" di Carlo Verdone, conquista il David di Donatello e il Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista.

"Fu il mio zenith", amava ricordare con orgoglio. Ha lavorato con i più grandi del cinema italiano: Luciano Salce, Paolo Villaggio, Castellano e Pipolo, Nino Manfredi, Adriano Celentano, Renato Pozzetto e Ornella Muti con la quale si favoleggiava di una rivalità dissoltasi in abbraccio solo poche settimane fa. Cinema, ma non solo: la sua presenza è stata forte anche in televisione, conquistando il pubblico con fiction di successo come "Lo zio d’America", "I Cesaroni" e "Don Matteo".

Nel 2003 debutta anche alla regia con "Uomini & donne, amori & bugie" e si mette in gioco in programmi di intrattenimento come "Ballando con le stelle" e "Grande Fratello Vip", dimostrando sempre una personalità vivace, autentica e mai banale.

Al centro della sua vita, l’amore. Dalle prime passioni giovanili ai grandi amori con Angelo Rizzoli e Massimo Ciavarro, Eleonora ha vissuto ogni sentimento con trasporto e sincerità, senza mai piegarsi alle convenzioni. Anche di fronte alla malattia, ha mantenuto la stessa fierezza, affrontandola con speranza, lucidità e consapevolezza. “Fatemi andare via in ordine”, aveva detto ai medici e ai suoi figli negli ultimi giorni.

E sempre in ordine, con un turbante colorato e un filo di trucco, aveva raccontato la sua esperienza in tv offrendo forza e speranza a chi, come lei, combatteva la stessa battaglia. E il pubblico, che l'ha amata fin dagli esordi, le ha restituito quell'affetto immenso, accompagnandola con amore fino all'ultimo respiro.

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