Economia
Educazione finanziaria, social e IA: l’Italia scopre una nuova consapevolezza
Redazione

L’educazione finanziaria non è più un tema per pochi addetti ai lavori, ma una priorità percepita dalla maggioranza degli italiani. L’Osservatorio EduFin Pictet 2025, realizzato da FINER Finance Explorer, mostra un Paese in rapida trasformazione, più attento al risparmio, più esposto alle incertezze economiche e più desideroso di capire come muoversi in un mondo finanziario sempre più complesso. Il campione, composto da 5.000 individui tra investitori e non investitori, racconta un cambio di passo culturale che attraversa tutte le generazioni.
Educazione finanziaria, social e IA: l’Italia scopre una nuova consapevolezza
Rispetto al 2021, l’interesse per i temi finanziari è cresciuto di 15 punti percentuali, arrivando a coinvolgere il 91% degli intervistati. Un entusiasmo che trova radici profonde soprattutto tra gli over 60, spinti da un patrimonio più consistente e da un senso maggiore di responsabilità verso il proprio futuro economico. Ma nonostante la curiosità crescente, quasi una persona su due continua a percepire la materia come complessa, mentre aumenta il numero di chi lamenta la mancanza di contenuti chiari e referenti affidabili. Il paradosso consiste nel fatto che la domanda c’è, ma l’offerta formativa non sempre riesce a intercettarla.
Sul fronte delle motivazioni, il risparmio rimane il primo obiettivo formativo. Gli italiani vedono nell’educazione finanziaria uno strumento per costruire i propri progetti di vita, imparare a risparmiare, investire con cognizione di causa, selezionare obiettivi, capire la macroeconomia. Tra i giovani domina soprattutto l’esigenza di comprendere come mettere via qualcosa ogni mese, segnale di un nuovo pragmatismo generazionale.
Decisivo il ruolo dei social network, che diventano il primo canale attraverso cui informarsi di finanza. Instagram e TikTok dominano la dieta mediatica, mentre la stampa e la televisione scendono ai margini, soprattutto tra Gen Y e Gen Z. Anche la modalità di apprendimento cambia: video brevi, app interattive e quiz superano i contenuti tradizionali. L’IA, nel frattempo, si afferma come nuovo “influencer finanziario”, il 62% degli italiani la usa nella vita quotidiana, anche se solo un terzo la impiega in ambito finanziario. La fiducia resta bassa, al 23%, ma cresce nettamente tra chi possiede competenze avanzate.
Sul fronte dei comportamenti, il risparmio torna centrale. Il 52% degli italiani riesce a mettere da parte qualcosa, ma spesso senza regolarità né pianificazione. A spingere è soprattutto la paura: inflazione, caro vita ed emergenze improvvise sono i timori principali. Eppure, mentre aumenta la preoccupazione per il futuro, la previdenza complementare perde appeal, infatti l’82% dichiara scarso interesse o totale disattenzione. Solo i più esperti e i più maturi riconoscono la necessità di integrare la pensione pubblica, mentre tra i giovani sopravvive un’illusione: poter contare sul sistema statale più di quanto sarà realisticamente possibile.
Il rapporto con gli investimenti rimane fragile. Crescono liquidità e obbligazioni, mentre l’investimento azionario continua a spaventare: volatilità, percezione di rischio e scarsa fiducia nei mercati rappresentano i principali ostacoli. La barriera più grande, però, resta quel 44% degli italiani che afferma di “non sapere a chi chiedere” quando vuole investire, un segnale preoccupante che richiama l’urgenza di professionisti più presenti e di guide qualificate.
Sul versante emotivo, metà degli intervistati ammette di farsi influenzare dalle emozioni nelle scelte finanziarie, con la paura che prevale nettamente sull’entusiasmo. Anche in questo caso, la conoscenza fa la differenza, infatti chi ha competenze avanzate mostra maggiore equilibrio.
L’educazione finanziaria, secondo i partecipanti, dovrebbe iniziare già da bambini o adolescenti, poiché la consapevolezza arriva tardi, spesso troppo tardi per costruire un futuro solido.