Economia

Donne che nutrono la Terra: Premio Coldiretti alle imprenditrici agricole

Barbara Leone
 
Un'alba silenziosa si stende sui campi italiani, ma non è un giorno qualunque per le donne che lavorano questa terra. L’appuntamento è fissato per questa mattina al Centro congressi di Palazzo Rospigliosi, sede della Coldiretti, dove il Premio “Amiche della Terra – Storie di donne che nutrono il mondo” torna a celebrare le imprenditrici agricole, protagoniste di una rivoluzione silenziosa che attraversa l’agricoltura italiana. Un viaggio che parte dalla campagna e arriva in città, portando con sé il racconto di donne che hanno trasformato una passione antica in nuove risposte alle sfide di oggi: sostenibilità, innovazione e inclusione. Una giornata di festa e riflessione, con storie che mettono in luce la creatività e il coraggio di chi ha scelto di restare nella propria terra, nonostante le difficoltà. Da una fattoria sociale che accoglie lavoratori extracomunitari a un’agrigelateria che salva un piccolo borgo, dall’eco-rotaia che attraversa le vigne fino alle lezioni di yoga immerse tra campi di lavanda, le “Amiche della Terra” di quest’anno raccontano un’Italia rurale che guarda al futuro senza dimenticare le radici. In scena, all'esterno del Centro congressi, un’esposizione aperta al pubblico renderà tangibile la bellezza e l’originalità di queste realtà, esempi di una nuova agricoltura fatta di rispetto per l’ambiente e valorizzazione del territorio.

Donne che nutrono la Terra: Premio Coldiretti alle imprenditrici agricole

Un omaggio dovuto, visto che il ruolo delle donne in agricoltura è in crescita. Secondo gli ultimi dati ISTAT, le aziende agricole condotte da donne rappresentano infatti circa il 30% del totale in Italia, con una concentrazione significativa nel Sud, dove l’agricoltura è un pilastro dell’economia e della cultura locale. In molte regioni, le imprenditrici sono diventate un esempio di resilienza, spesso recuperando antiche colture e tecniche agricole che si credevano perse, e creando nuove reti di lavoro e solidarietà. Queste imprenditrici non sono solo custodi delle tradizioni: sono anche innovatrici capaci di affrontare le sfide ambientali e sociali del presente. In particolare, le donne in agricoltura si distinguono per l'adozione di pratiche ecologiche e sostenibili, come l’uso di energia rinnovabile, la coltivazione biologica e l’introduzione di sistemi di gestione integrata. Nonostante il contesto non sempre facile, l’agricoltura al femminile ha saputo differenziarsi, combinando le conoscenze del passato con tecnologie moderne per offrire prodotti autentici e sostenibili.

La Coldiretti, organizzatrice dell’evento, ha scelto di dedicare il Premio alle donne per il loro contributo fondamentale all’evoluzione dell’agricoltura. Il presidente Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo e Mariafrancesca Serra, responsabile nazionale di Donne Coldiretti, guideranno la giornata di premiazioni, affiancati dal ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone e dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. La presenza delle istituzioni sottolinea l’importanza dell’agricoltura femminile come motore di sviluppo economico e sociale, soprattutto nelle aree rurali dove il lavoro nei campi rappresenta spesso una delle poche opportunità di occupazione. La celebrazione sarà anche occasione per portare avanti temi sociali, come la lotta alla violenza di genere, con ospiti del mondo dello spettacolo e personalità femminili impegnate a fianco delle contadine italiane in progetti di solidarietà. Un messaggio chiaro emerge: l’imprenditoria agricola non è solo una questione di economia, ma anche di empowerment e inclusione sociale, dove le donne svolgono un ruolo chiave.

Le storie delle premiate sono un esempio di come l’agricoltura al femminile non solo produca beni, ma costruisca legami e comunità. Tra i casi in evidenza c’è una fattoria sociale che ha aperto le porte a lavoratori extracomunitari, offrendo loro non solo un impiego, ma anche formazione e integrazione sociale. In un altro esempio, una piccola agrigelateria in un borgo in via di spopolamento ha contribuito a rilanciare l’economia locale, attirando turisti e dando nuovo valore ai prodotti tipici della zona. Anche il mondo della moda trova una connessione con l’agricoltura attraverso una filiera di produzione della lana che va dalla stalla all’atelier, con capi realizzati interamente in Italia da piccole aziende a conduzione femminile. Altre imprenditrici hanno trovato nel turismo rurale e nell’eco-agricoltura una via per la sostenibilità economica e ambientale, come dimostra l’eco-rotaia che trasporta i visitatori tra le vigne o le lezioni di yoga organizzate nei campi di lavanda, un esempio di agricoltura che diventa esperienza e benessere per i visitatori.

Del resto le donne in agricoltura hanno un approccio distintivo, spesso improntato alla sostenibilità e alla cura dell'ambiente. Gli studi dimostrano come le imprese agricole femminili abbiano un’inclinazione maggiore verso la diversificazione delle attività, integrando la produzione agricola con altre iniziative legate al turismo, alla formazione e alla cultura. Secondo Coldiretti, il 54% delle imprenditrici agricole investe in pratiche di sostenibilità, un dato superiore alla media del settore, e l’85% si dedica alla valorizzazione di prodotti tipici locali. Inoltre, le donne sono in prima linea nell’adottare soluzioni di economia circolare, riutilizzando gli scarti agricoli e creando prodotti derivati, come cosmetici naturali, biogas e materiali per la bioedilizia. La crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura è dunque un segnale positivo per il futuro del settore: le donne si dimostrano non solo capaci di produrre, ma anche di innovare e differenziare l’attività agricola, aprendo nuove opportunità per le comunità locali. 

Il Premio targato Coldiretti è dunque più di una celebrazione: è un invito a sostenere un modello di agricoltura che guarda al futuro, dove le donne rappresentano una forza di cambiamento su cui occorre investire, riconoscendo il loro ruolo nella costruzione di un’agricoltura più giusta, sostenibile e inclusiva.

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