Economia

Difesa, l’Europa dà il via libera al caccia del futuro: approvata la joint venture tra Leonardo, BAE e Jaiec per il GCAP

Redazione
 
Difesa, l’Europa dà il via libera al caccia del futuro: approvata la joint venture tra Leonardo, BAE e Jaiec per il GCAP

Autorizzazione senza condizioni da Bruxelles alla nuova alleanza industriale tra Italia, Regno Unito e Giappone per lo sviluppo di jet stealth di sesta generazione. In campo investimenti miliardari, difesa comune e sfida globale ai colossi Usa e Cina. La Commissione europea ha ufficialmente approvato la joint venture tra la britannica BAE Systems, l’italiana Leonardo e l’ente giapponese Jaiec (Japan Aircraft Industrial Enhancement Co.) per la realizzazione del Global Combat Air Programme (GCAP), l’ambizioso progetto multinazionale per il caccia di sesta generazione. Il via libera è arrivato senza condizioni, dopo una rapida valutazione dell’impatto sulla concorrenza, in particolare sul mercato italiano.

Difesa, l’Europa dà il via libera al caccia del futuro: approvata la joint venture tra Leonardo, BAE e Jaiec per il GCAP

Il Global Combat Air Programme è nato nel 2022 dalla fusione di due progetti nazionali: il britannico-italiano Tempest e il giapponese F-X. L’obiettivo è costruire un nuovo caccia multiruolo stealth, dotato di capacità operative avanzate, che includano intelligenza artificiale, supremazia aerea, capacità di attacco coordinato e interoperabilità con sistemi terrestri, navali e satellitari. I nuovi jet sostituiranno dal 2035 l’Eurofighter Typhoon attualmente in dotazione alle forze aeree italiane e britanniche, e il Mitsubishi F-2 in servizio nella Koku Jieitai, l’aeronautica militare giapponese. Oltre all’uso nazionale, il velivolo sarà proposto anche sui mercati internazionali, rafforzando la competitività industriale e strategica delle tre nazioni coinvolte.

La JV tra BAE, Jaiec e Leonardo fungerà da prime contractor e integratore di sistemi per l’intero programma. Compito della struttura consortile sarà coordinare lo sviluppo, l’integrazione e la produzione dei principali sottosistemi aeronautici, sfruttando le eccellenze industriali nei rispettivi Paesi. Secondo la Commissione Ue, «l’operazione non solleva preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza, in quanto non vi sono sovrapposizioni significative tra le attività delle società coinvolte, in particolare nel mercato italiano».

Il GCAP si inserisce in un contesto geopolitico e finanziario segnato dalla corsa al riarmo. Nel solo periodo 2021-2024, la spesa per la difesa nei Paesi Ue è cresciuta del 30%, raggiungendo i 326 miliardi di euro, pari all’1,9% del PIL dell’Unione. Una tendenza destinata ad accelerare con l’implementazione del piano “ReArm Europe / Readiness 2030”, presentato dalla Commissione nel marzo 2025, che prevede il mobilizzo di 800 miliardi di euro, anche attraverso prestiti agevolati fino a 150 miliardi, pari all’1,5% del PIL, senza penalizzazioni sul deficit. In parallelo, anche il Regno Unito alza il tiro. Il Premier Keir Starmer, in un recente discorso, ha dichiarato: «Se vogliamo scoraggiare un conflitto, il miglior modo è prepararci a un conflitto», annunciando l’obiettivo di portare le spese militari al 3% del PIL entro il 2034, in risposta alle minacce emergenti, in primis la Russia.

Per Leonardo, la partecipazione al GCAP rappresenta una conferma del proprio ruolo guida nel comparto aerospaziale europeo, con ricadute significative sull’intera filiera italiana, in termini di occupazione, ricerca e innovazione. La compagnia guidata da Roberto Cingolani punta così a consolidare le proprie competenze nelle tecnologie di volo autonomo, sensoristica avanzata e materiali compositi. Il GCAP, più che un semplice programma militare, si profila come un progetto strategico di politica industriale e difensiva, al crocevia tra innovazione tecnologica, geopolitica e sovranità europea.

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