Economia

Stop detassazione rinnovi contrattuali, Confcommercio: "Misura decisiva per redditi e consumi"

Redazione
 
Stop detassazione rinnovi contrattuali, Confcommercio: 'Misura decisiva per redditi e consumi'

La nuova versione dell’emendamento presentato da Fratelli d’Italia alla legge di Bilancio, finalizzato ad ampliare la platea dei beneficiari della detassazione sugli aumenti retributivi previsti nel 2026, è stata dichiarata nuovamente inammissibile. La proposta, a prima firma di Paola Mancini, mirava a estendere il meccanismo agevolativo non soltanto ai contratti rinnovati nel 2025 e nel 2026 - come stabilito dalla Manovra - ma anche ai rinnovi sottoscritti nel 2024. Il testo prevedeva inoltre l’introduzione di un’imposta sostitutiva al 10% per i redditi compresi tra 28mila e 35mila euro.

Stop detassazione rinnovi contrattuali, Confcommercio: "Misura decisiva per redditi e consumi"

Una prima versione della stessa misura era già stata respinta per l’assenza di indicazioni puntuali sulle coperture finanziarie. La riformulazione successiva, che quantificava in 90 milioni di euro l’onere dell’intervento a valere sul cosiddetto tesoretto, è stata a sua volta dichiarata inammissibile per carenza di coperture. Il vicepresidente di Confcommercio con delega alla contrattazione, Mauro Lusetti (in foto), ha espresso rammarico per la decisione.

Secondo Lusetti, “che sia stato giudicato inammissibile il nuovo emendamento sulla detassazione degli aumenti contrattuali, una misura che va nella direzione di rafforzare i redditi dei lavoratori e sostenere i consumi delle famiglie. Ribadiamo la necessità di estendere il meccanismo anche ai contratti rinnovati nel 2024, collegando il beneficio alla data di erogazione degli aumenti e applicandolo solo ai contratti comparativamente più rappresentativi”.

Lusetti ha inoltre evidenziato che “senza questo intervento resterebbero esclusi oltre cinque milioni di lavoratori del terziario e dei servizi, con il rischio di introdurre profonde disparità e rallentare il percorso di crescita. Confidiamo, dunque, che il Governo possa reintrodurre la misura, correggendo una distorsione che penalizzerebbe famiglie, imprese e l’intera economia”.

Commentando le dichiarazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti - secondo cui “se lo sforzo del governo sarà accompagnato, come mi sembra di capire, da quello delle parti sociali per rinnovare i contratti ed alzare gli stipendi a beneficiarne sarà tutto il Paese nel suo complesso” - Lusetti ha richiamato l’allineamento di Confcommercio alle indicazioni del dicastero. A questo proposito ha ricordato che “Confcommercio attraverso gli ultimi rinnovi contrattuali ha dimostrato di essere in linea con lo spirito auspicato dal ministro Giorgetti che ha sottolineato l’importanza di chiudere i contratti e far crescere le retribuzioni dei dipendenti. Ricordiamo che Confcommercio ha già introdotto, con le organizzazioni sindacali, nel rinnovo del Ccnl terziario, una indennità che prevede una salvaguardia economica per i lavoratori in caso di ritardo delle trattative. Quindi, piena disponibilità e collaborazione da parte di Confcommercio per trovare soluzioni adeguate che rendano i rinnovi contrattuali più competitivi per le imprese e sempre più rispondenti ai crescenti bisogni dei lavoratori in termini di salari e strumenti di welfare”.

Lusetti ha aggiunto che “ricordiamo, però, che la vera spinta che serve ora per rilanciare i consumi che ancora restano deboli, è quella di ridurre le tasse e un segnale importante che ci aspettiamo dal Governo è proprio quello di estendere il meccanismo della detassazione degli aumenti contrattuali anche ai contratti già rinnovati nel 2024, collegando il beneficio alla data di erogazione dell’aumento retributivo e non a quella di firma del contratto, applicandolo solo ai contratti comparativamente più rappresentativi”.

Anche Assipan, l’associazione italiana panificatori aderente a Confcommercio, ha espresso posizioni analoghe. Il presidente Antonio Tassone ha osservato che “siamo dispiaciuti che l’emendamento sulla detassazione degli aumenti contrattuali sia stato dichiarato inammissibile. Come Assipan, firmataria del rinnovo 2024, riteniamo fondamentale estendere il beneficio anche ai contratti rinnovati quest’anno per tutelare i redditi dei lavoratori ed evitare disparità nel settore”.

Tassone ha fatto riferimento alle difficoltà di sostenibilità del settore in relazione agli aumenti già erogati: “Pur comprendendo le difficoltà della finanza pubblica, crediamo sia prioritario sostenere l’economia reale. Nel 2024 abbiamo già compiuto un forte sforzo sugli incrementi salariali, difficilmente ripetibile nei prossimi rinnovi, e confidiamo che la detassazione possa ora rendere il settore più competitivo e attrattivo. Speriamo che il Governo possa riconsiderare la propria posizione e reintrodurre la misura trovando le opportune coperture”. Il presidente di Assipan ha infine valutato positivamente la proposta di detassare il lavoro notturno, auspicando un quadro normativo stabile: “Accogliamo di contro, con favore la proposta di detassazione del lavoro notturno, auspicando che diventi strutturale per mestieri come l’arte bianca, dove il ricorso al lavoro notturno stesso è parte essenziale e talvolta imprescindibile dell’organizzazione produttiva”.

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