La corsa alla quotazione nel settore dell’intelligenza artificiale potrebbe vivere nel 2026 uno dei suoi momenti più significativi. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Anthropic, la startup fondata dagli ex ricercatori di OpenAI Dario e Daniela Amodei (in foto), avrebbe avviato i preparativi preliminari per un debutto a Wall Street, incaricando lo studio legale Wilson Sonsini, tra i più esperti nelle operazioni tech, di analizzare la fattibilità della sua futura IPO. Le indiscrezioni sostengono inoltre che la società abbia avviato conversazioni informali con alcune grandi banche d’affari, segnale di un interesse crescente verso un’operazione che potrebbe rappresentare uno dei collocamenti più attesi dei prossimi anni.
Anthropic verso la quotazione, l’IPO potrebbe arrivare nel 2026
Fonti vicine alla società avrebbero sottolineato come Anthropic stia operando “come se fosse già una public company”, una prassi frequente tra le aziende tecnologiche con forti volumi di fatturato e cicli di investimento accelerati. Il portavoce citato dal Financial Times avrebbe chiarito però che non è stata presa alcuna decisione definitiva sui tempi della quotazione, né esistono annunci formali in merito. La prudenza non cancella tuttavia il dato di fondo, la società sta crescendo a ritmi tali da richiedere capitali sempre più consistenti per sostenere la competizione diretta con OpenAI, soprattutto nella corsa allo sviluppo dei modelli linguistici avanzati della famiglia Claude.
Secondo Reuters, Anthropic sarebbe inoltre prossima a chiudere un nuovo round di finanziamento che potrebbe portare la valutazione oltre i 300 miliardi di dollari, una cifra impressionante se confrontata con i 180 miliardi registrati solo pochi mesi fa. Un incremento che riflette la dinamica ormai strutturale dell’ecosistema dell’IA negli Stati Uniti, dove le valutazioni tendono a raddoppiare in tempi rapidissimi, trainate da una domanda crescente e da un mercato che considera questi player come futuri colossi dell’economia digitale.
L’attenzione resta inevitabilmente puntata anche su OpenAI, anch’essa indicata come possibile candidata alla Borsa nel 2026. L’ipotesi di una sua IPO con una valutazione potenziale vicina ai mille miliardi di dollari la collocherebbe tra le aziende più capitalizzate al mondo, ma proprio per questo potrebbe non essere la prima a muoversi. Se Anthropic anticipasse il debutto, potrebbe ottenere un vantaggio competitivo nella raccolta di capitali, conquistando l’interesse di investitori desiderosi di esporsi al settore prima dell’arrivo dei giganti.
La spinta verso la quotazione si inserisce in un contesto di forte espansione. Anthropic punta a più che raddoppiare il proprio fatturato annualizzato, arrivando a circa 26 miliardi di dollari nel 2026, mentre la base clienti ha già superato le 300.000 aziende. Un debutto in Borsa garantirebbe risorse maggiori per accelerare lo sviluppo tecnologico, ampliare l’offerta dei modelli Claude e rafforzare la capacità di acquisire startup complementari. Al tempo stesso, però, l’ingresso nei mercati finanziari imporrebbe una maggiore disciplina verso la redditività e potrebbe portare nel medio periodo a una revisione dei servizi gratuiti, a favore di modelli premium più sostenibili.
Gli analisti sottolineano come il parallelo con la bolla delle dot.com sia inevitabile, ma evidenziano che la situazione odierna appare diversa. Sia OpenAI sia Anthropic sono già attori industriali con ricavi crescenti, partnership globali e tecnologie mature, elementi che rendono più probabile la loro evoluzione in soggetti ancora più strutturati grazie alla quotazione.
Resta un’incognita decisiva, la capacità di Anthropic di passare dall’attuale fase di investimento massiccio a un modello di profitti regolari. Senza una traiettoria chiara verso la redditività, l’interesse del mercato potrebbe essere forte ma volatile. Ma i segnali attuali, dalla scelta dello studio legale specializzato alla chiusura del maxi-round privato, suggeriscono che il percorso verso la Borsa stia prendendo forma.