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Data center, la nuova infrastruttura strategica per l’Italia, triplicherà la potenza installata entro il 2030

Redazione
 
Data center, la nuova infrastruttura strategica per l’Italia, triplicherà la potenza installata entro il 2030
L’Italia si prepara a una crescita senza precedenti nel settore dei data center, destinati a diventare una delle infrastrutture chiave della trasformazione digitale ed energetica del Paese. Secondo lo studio “Scenari di mercato dei data center: prospettive per il sistema energetico e la competitività italiana”, presentato da AGICI all’Università di Bergamo, entro il 2030 la potenza installata nazionale triplicherà, passando dagli attuali 600 MW a circa 2 GW, con investimenti per oltre 18 miliardi di euro in tecnologie IT.

Data center, la nuova infrastruttura strategica per l’Italia, triplicherà la potenza installata entro il 2030

Il report fotografa un settore in piena espansione, trainato dalla data economy, dall’intelligenza artificiale e dalla digitalizzazione delle imprese. L’Europa nel suo complesso si avvia verso un mercato del valore di 1.000 miliardi di euro, con 190 miliardi di investimenti in nuovi data center. In questo scenario, l’Italia si trova in una posizione di vantaggio competitivo grazie alla disponibilità di aree industriali dismesse da riconvertire, alla rete elettrica moderna, alla presenza di energia rinnovabile nel Mezzogiorno e a connessioni sottomarine internazionali strategiche.

Il Paese conta oggi circa 110.000 data-user companies, imprese che utilizzano analisi dati, cloud, IoT e intelligenza artificiale, con una crescita media annua del 3,5%. Ma il potenziale va oltre i numeri. Lo sviluppo dei data center può diventare il volano di una filiera industriale integrata che include ICT, edilizia, logistica e utility energetiche, generando fino a 70.000 nuovi posti di lavoro diretti e indiretti entro il 2030 e un impatto sul PIL compreso tra 17 e 28 miliardi di euro.

La domanda elettrica associata al comparto è destinata a salire da 7 TWh nel 2024 a 20 TWh nel 2030, pari al 6% dei consumi nazionali, imponendo una pianificazione energetica coerente con la crescita del digitale. Lo studio di AGICI, infatti, sottolinea la necessità di integrare transizione digitale e transizione energetica, due facce della stessa medaglia, che richiedono infrastrutture resilienti, innovazione tecnologica e governance unitaria.

Non mancano le criticità. Il boom delle richieste di connessione, 342 domande ad agosto 2025, +1600% rispetto al 2020, per un totale di 55 GW di richieste di allaccio alla rete, mostra un’elevata concentrazione geografica. Circa la metà delle richieste proviene dalla Lombardia, con 7 GW solo nella città metropolitana di Milano, mentre il Sud, pur dotato di risorse energetiche e connessioni strategiche, resta un’area ancora sottoutilizzata. Questo squilibrio, avvertono gli analisti, potrebbe creare pressioni sulla rete elettrica e sui prezzi zonali dell’energia, frenando uno sviluppo realmente sostenibile e inclusivo.

Per colmare il divario territoriale e massimizzare i benefici economici, AGICI propone tre direttrici strategiche: rafforzare la connettività nazionale, diffondere competenze digitali avanzate e promuovere la digitalizzazione nelle imprese e nei servizi pubblici locali. Fondamentali, inoltre, una governance nazionale coordinata, la semplificazione delle autorizzazioni e una politica industriale olistica capace di guidare l’intera filiera verso obiettivi condivisi.

“I data center rappresentano una leva strategica per la crescita economica e l’innovazione del Paese”
, ha dichiarato Stefano Clerici, Consigliere Delegato di AGICI. “Perché questa opportunità si traduca in un vantaggio competitivo duraturo è indispensabile adottare una pianificazione nazionale che distribuisca le infrastrutture sul territorio e valorizzi le competenze locali”.

Sulla stessa linea, Gianluca Pratesi, Direttore Advisory di AGICI, evidenzia l’importanza di un’integrazione multilivello: “La crescita dei data center è un segnale positivo, ma non basta. Serve uno sviluppo coordinato con la pianificazione energetica nazionale e con le esigenze territoriali, promuovendo partnership industriali tra operatori digitali e utility energetiche. Solo così l’Italia potrà attrarre investimenti globali e consolidarsi come hub mediterraneo della data economy”.

L’Italia possiede gli asset giusti per diventare protagonista della nuova infrastruttura del XXI secolo, la rete dei dati, ma deve agire con visione strategica e capacità di sistema.

Come conclude lo studio AGICI, la combinazione tra energia, tecnologia e industria sarà la chiave per trasformare i data center da semplici strutture digitali in motori della competitività e dell’autonomia tecnologica nazionale, in grado di connettere la crescita economica alla sostenibilità e all’innovazione.

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